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Elly, fai attenzione che la mano te la bruci! Elly Schlein giura che non si troverà alcun antisemita nel Pd. Ovviamente è solo un trucco: tutti gli antisemiti nel partito della sinistra italiana si definiscono in altro modo e spacciano il loro odio per gli ebrei per una "legittima" critica a Israele. “Metterei la mano sul fuoco che nel Pd non si troverà alcun razzista, omofobo o antisemita”. Beh, cara Schlein, hai fatto una dichiarazione azzardata che potrebbe farti fare la fine di Muzio Scevola. C’è da chiedersi dove fosse la Schlein in questi nove mesi dopo il 7 Ottobre, come facesse a non vedere le centinaia di cortei sventolanti bandiere rosse e bandiere palestinesi. Come facesse a non sentire i cori antisemiti, per non parlare dei giovani dei collettivi universitari urlanti “ fuori di qua, ebreo” contro David Parenzo che avrebbe dovuto parlare alla Sapienza e contro Maurizio Molinari accolto alla Federico Secondo di Napoli da cartelli “Fuori i sionisti dalle Università” e costretto a rinunciare alla conferenza in programma. In queste occasioni la Schlein era sorda e cieca, non vedeva, non sentiva e continua a farlo. Anche mentre ballava felice sul carro del gay Pride non si era accorta dell’assenza degli omosessuali ebrei. Distratta, molto distratta, la nostra Elly. Cecilia Parodi, quella che vorrebbe vedere tutti gli ebrei impiccati per sputar loro addosso, è stata denunciata per odio razziale eppure il suo video, ormai diffuso a raffica in tutto il web, non ha ricevuto nessuna condanna da parte della segretaria del PD né da nessun altro attivista della sinistra italiana. Ma non basta, si è venuti a sapere che la delirante antisemita Parodi era stata ospitata dai giovani Dem al Circolo Nilde Iotti, insieme alla famigerata Francesca Albanese e a Moni Ovadia. Si può solo immaginare il veleno antisemita che è penetrato nei cervelli dei giovani presenti, senza sollevare alcuna reazione da parte dei dirigenti del PD, nemmeno dei più moderati. Da mesi le nostre orecchie sono offese dalle dichiarazioni di qualche politico delle sinistre italiane, dal PD in giù, che ha l’impudenza di affermare che “no, non siamo antisemiti, noi critichiamo solo il governo di Israele”. Poi accusano Netanyahu di genocidio e di affamare il popolo palestinese, accuse smentite persino dall’Onu, non esattamente amico di Israele. Il silenzio della Schlein e di tutto il PD sui cori antisemiti dei giovinastri dei Centro sociali e dei Collettivi universitari, la mancata reazione al video disgustoso della Parodi, è molto grave da parte di chi è solito avere la puzza sotto il naso a forza di considerarsi la crema della politica. Questa “crema” trova solo il tempo di starnazzare per delle parole rubate nella sede di Gioventù Nazionale dove un gruppetto di sfigati sedicenti “fascisti” era stato filmato mentre esprimeva frasi indegne e vergognose contro gli ebrei e contro alcuni avversari politici di sinistra. Doveroso protestare e condannare con forza ma dovrebbe farlo chi ha la coscienza pulita non chi va a braccetto con una Cecilia Parodi e con le masse di idioti in kefiah che urlano dal fiume al mare e “Andiamo a bombardare Tel Aviv”, slogan che è stato messo in musica ed è diventato il tormentone estivo nelle discoteche di Madrid, ballato e cantato da migliaia di imbecilli antisemiti. Per meglio capire l’antisemitismo della sinistra, che ha origini antiche, basterebbe leggere “La guerra di Stalin contro gli ebrei” di Luis Rapoport. Come ho scritto a un lettore di informazionecorretta che non capiva la vicinanza degli ebrei alla sinistra antisemita: “Il piano di Stalin era lo sterminio dei nemici reali o immaginari tra cui circa due milioni di ebrei sovietici sopravvissuti alla guerra. Piano che non gli riuscì solo perché, come scrisse Solzenicyn “Dio lo obbligò a separarsi dalla sua gabbia toracica”. Dal 1948 al 1953 una serie di pogrom dominò l’URSS. Gli ebrei patirono sotto Stalin molto di più che sotto lo Zar Nicola II eppure furono la componente intellettuale più forte della rivoluzione bolscevica.” Da precisare che gli intellettuali ebrei della Rivoluzione sovietica dovevano nascondere il loro essere ebrei o abiurare la propria fede, in nome dell’ideale bolscevico, per non venire estromessi dal partito che aveva iniziato una campagna contro di loro chiamandoli ”Cosmopoliti senza radici”. Molti importanti scrittori e intellettuali ebrei furono uccisi o dovettero fuggire negli Stati Uniti. L’URSS arrivò a negare le vittime ebree del nazismo, gli studiosi ebrei vennero cacciati dalle università, condannati e rinchiusi nei manicomi criminali o mandati in Siberia nei campi di lavoro. Venne negato loro anche il diritto a emigrare che fu ripristinato solamente da Michail Gorbaciov a partire dal 1985. Praticamente l’antisemitismo dell’URSS, e prima quello degli Zar, aveva molto in comune con il nazismo. Consiglierei Elly Schlein di togliersi l’aureola dalla testa e incominciare a fare i conti con la realtà.
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