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La Repubblica Rassegna Stampa
12.07.2024 Biden con Zelensky ma lo chiama Putin
Analisi di Paolo Mastrolilli

Testata: La Repubblica
Data: 12 luglio 2024
Pagina: 8
Autore: Paolo Mastrolilli
Titolo: «Biden, nuova gaffe in diretta è con Zelensky ma lo chiama Putin»

Riprendiamo da LA REPUBBLICA di oggi, 12/07/2024, a pag. 8, con il titolo "Biden, nuova gaffe in diretta è con Zelensky ma lo chiama Putin", l'analisi di Paolo Matrolilli.

Paolo Mastrolilli - North America ...
Paolo Matrolilli
Guerra Russia Ucraina, lapsus di Bidenal al vertice Nato: presenta Zelensky  come Putin, poi si corregge - La Stampa
Ennesima gaffe del presidente americano, e le richieste di lasciare la corsa alla Casa Bianca aumentano a dismisura. Alcune indiscrezioni rivelano che Obama sapeva che Clooney avrebbe chiesto il passo indietro al presidente e non l’ha fermato

«E ora vi presento il presidente dell’Ucraina, che non so dirvi se abbia più coraggio o determinazione. Presidente Putin». Gelo in sala. Biden ha appena commesso la gaffe più grave che si potesse immaginare, nel vertice Nato dove doveva dimostrare di essere ancora in grado di guidare gli Usa e vincere le elezioni di novembre contro Trump. Capisce e subito si corregge: «Putin è quello che batterà. Presidente Zelensky». Ma basterà a salvarlo, mentre il mondo si chiede se possa ancora restare in carica? Un gruppo di consiglieri del presidente Joe Biden si è convinto che non possa vincere le elezioni contro Trump, e quindi cercherà di spingerlo verso il ritiro. Sommata alla notizia che l’ex capo della Casa Bianca Barack Obama era stato informato da George Clooney dell’articolo che stava per pubblicare sul New York Times , ma non aveva fatto nulla per fermarlo, questa rivelazione del giornale di Manhattan conferma l’accelerazione in corso per cambiare il candidato democratico. La conferenza stampa di ieri sera al vertice Nato, avvenuta tropo tardi per riportarla, veniva considerata come l’ultima prova d’appello concessa al presidente, per dimostrare che può ancora condurre la campagna elettorale, ma la macchina per sostituirlo intanto si stava già mettendo in moto. Il sito Politico ha rivelato che Obama era stato informato da Clooney dell’articolo con cui avrebbe chiesto il passo indietro, e pur senza appoggiarlo o consigliarlo, non aveva fatto nulla per fermarlo. Negli ambienti più vicini a Biden, questa viene presa come la conferma che l’ex presidente sta complottando contro l’ex vice, anche se pochi pensano che lo stia facendo per favorire l’ascesa della moglie Michelle a candidata. Il sito Axios ha scritto che il leader della maggioranza al Senato Schumer ha detto in privato di essere disposto a considerare la sostituzione di Joe. Il leader dei democratici alla Camera Jeffries ha convocato una nuova riunione per discutere i prossimi passi. I deputati che lo hanno scaricato sono undici, più un senatore, ma rappresentano solo la punta dell’iceberg di un risentimento più profondo. Molti finanziatori poi minacciano di chiudere i rubinetti e alcuni lo hanno già fatto, come Mark Pinkus o Abigal Dusney, con le risorse che secondo il Financial Times si stanno già “prosciugando”. Solo la sinistra del Partito, guidata dal senatore Sanders e la deputata Ocasio, resta ferma nella difesa di Biden, dopo averlo attaccato pesantemente su Gaza, ma in cambio chiede che adotti in pieno la sua agenda. Secondo il New York Times , alcuni collaboratori del presidente cercheranno di spingerlo al ritiro basandosi su tre punti: primo, convincerlo che non può vincere; secondo, che la vice Harris può battere Trump; terzo, che il processo per il cambio non sarà caotico. La Casa Bianca e la campagna smentiscono, ma sempre ilTimes scrive che dietro le quinte hanno iniziato a fare analisi per valutare le capacità di Kamala di prevalere contro Donald. Ieri mattina i consiglieri più stretti, Steve Ricchetti, Mike Donilon e Jennifer O’Malley Dillon, sono andati a Capitol Hill per convincere i senatori a non abbandonarlo, poche ore prima della conferenza stampa. Lui non li ha aiutati con la gaffe su Zelensky. Nel frattempo è uscita la notizia che l’inflazione ha frenato più del previso, scendendo al 3%, con la buona probabilità che ora la Federal Reserve torni a programmare il taglio dei tassi. In altri tempi, sarebbe stata manna per la campagna presidenziale democratica. Ora, però, bisogna prima scegliere il candidato che possa vantarla e usarla per battere Trump.

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