Come spiegare la realtà contro-intuitiva di una sinistra infatuata del nazionalismo palestinese Analisi di Alan Dershowitz
Testata: israele.net Data: 09 luglio 2024 Pagina: 1 Autore: Alan Dershowitz Titolo: «Come spiegare la realtà contro-intuitiva di una sinistra infatuata del nazionalismo palestinese»
Riprendiamo dal sito www.israele.net - diretto da Marco Paganoni - un analisi di Alan Dershowitz tradotto da jns.org, dal titolo "Come spiegare la realtà contro-intuitiva di una sinistra infatuata del nazionalismo palestinese".
Un tour in Italia di Alan Dershowitz sarebbe quantomai opportuno
Il fondatore del movimento palestinese nel periodo precedente la seconda guerra mondiale era un fiero nazista, amico di Adolf Hitler. Haj Amin al-Husseini era il Gran mufti di Gerusalemme, il leader religioso dei musulmani in quello che oggi è Israele, ma allora era chiamata Palestina ed era governata, dopo il crollo dell’Impero Ottomano, da un Mandato Britannico. Fu il mufti Husseini a trasformare la controversia arabo-ebraica da un risolvibile conflitto sulla terra in un irrisolvibile conflitto di natura religiosa. Husseini decise che era contro la legge islamica consentire una sovranità ebraica anche su un solo centimetro di quello che in precedenza era stato territorio ottomano, e che decretò sarebbe stato per sempre inalienabile terra religiosa musulmana, parte di una dotazione, o waqf, da tenere in custodia per Allah. Si opponeva alla creazione di un qualsiasi stato ebraico, non importa quanto piccolo, quand’anche fosse inquadrato in una soluzione a due stati che offrisse una percentuale molto maggiore di terra a uno stato per gli arabi palestinesi. Husseini trascorse gli anni della guerra a Berlino come ospite di Hitler, progettando di estendere il genocidio hitleriano degli ebrei dall’Europa al Medio Oriente. E nei Balcani prese parte attivamente al genocidio degli ebrei e di altri. Per questo, alla fine della guerra fu designato criminale di guerra nazista e dovette fuggire in Egitto per evitare di essere processato e di finire impiccato. Dopo la sua morte, gli succedette il suo discepolo Yasser Arafat, che fece ricorso al terrorismo sistematico contro civili come principale metodo per distruggere lo stato nazionale del popolo ebraico. Arafat rifiutò le offerte di una soluzione a due stati perché non avrebbe mai potuto accettare l’esistenza di uno stato per il popolo ebraico. Dopo la morte di Arafat nel 2004 (e l’elezione del suo successore Abu Mazen nel 2005 ndr), nel 2006 si tennero tra Fatah e Hamas le elezioni per il Consiglio Legislativo Palestinese (un organismo creato grazie agli Accordi di Oslo firmati con Israele ndr). Hamas vinse le elezioni, e da allora fino ad oggi i sondaggi confermano un sostegno molto maggiore per il gruppo islamista rispetto a Fatah, che è un po’ più laico. La Carta fondativa di Hamas è antisemita fino al midollo e incolpa gli ebrei per la maggior parte dei mali del mondo, dalle rivoluzioni francese e russa fino alle due guerre mondiali. “Nessuna guerra è mai scoppiata senza che vi si trovassero le loro impronte digitali” (dice all’art. 22). Hamas, così come il clero musulmano palestinese in Cisgiordania, proclama che l’omosessualità è un peccato da punire con la morte e si oppone a qualsiasi eguaglianza per le donne. Se uno stato guidato da Hamas dovesse sostituire Israele “dal fiume al mare”, si tratterebbe di un regime teocratico più vicino a quello dell’Iran che alle autocrazie di Giordania ed Egitto. In un simile stato, a ebrei e cristiani non verrebbe permesso di vivere come cittadini con pari diritti. Infatti, nelle aree attualmente controllate da Hamas, i cristiani e le altre minoranze non musulmane subiscono una pulizia etnica. Hamas è una succursale interamente controllata dai mullah iraniani che, a partire dalla rivoluzione khomeinista del 1979, considerano Israele il “Piccolo Satana” e gli Stati Uniti il “Grande Satana”. Considerando la sordida storia e lo status attuale del movimento palestinese, è piuttosto notevole che, tra tutte le cause del mondo, la sinistra abbia scelto questa come suo obiettivo principale. Quegli studenti di sinistra non manifestano a favore dei curdi, degli uiguri, dei dissidenti iraniani o delle vittime siriane del genocidio.
Per inviare a israele.net la propria opinione, cliccare sull'indirizzo sottostante