Chaim Steinmetz: uno sguardo al passato per capire meglio il presente Articolo di Chaim Steinmetz
Testata: israele.net Data: 07 luglio 2024 Pagina: 1 Autore: Chaim Steinmetz Titolo: «La calunnia del sangue, allora e oggi»
Riprendiamo dal sito www.israele.net - diretto da Marco Paganoni - un articolo di Chaim Steinmetz tradotto da jns.org, dal titolo "La calunnia del sangue, allora e oggi".
Secondo il calendario ebraico, mercoledì 26 giugno era il 20 del mese di Sivan, che una volta era un giorno di digiuno per commemorare la prima funesta calunnia del sangue (successivamente il Va’ad Arba’ Aratzot lo rinominò per commemorare i massacri cosacchi del 1648-1649). Nel 1144, il 12enne William di Norwich venne trovato assassinato. Nel 1149 un cavaliere di nome Simon, sotto processo per l’omicidio di Eleazar, un ricco ebreo a cui doveva dei soldi, affermò in propria difesa che Eleazar e la comunità ebraica avevano ucciso William come atto di omicidio rituale. La difesa vinse la causa. Un monaco del posto, Thomas di Monmouth, pubblicò poi un libro sul presunto “omicidio” di William di Norwich, in cui affermava che gli ebrei praticano l’omicidio rituale di bambini cristiani al fine di tornare in Terra d’Israele. Scrisse: “A riprova della verità e della credibilità della questione adduciamo ora qualcosa che abbiamo sentito dalle labbra di Theobald, una volta ebreo e poi monaco. In verità, ci ha detto che negli antichi scritti dei suoi padri era scritto che gli ebrei, senza lo spargimento di sangue umano, non avrebbero potuto né ottenere la libertà né ritornare in patria. Per questo nei tempi antichi fu da loro stabilito che ogni anno in qualche parte del mondo dovessero sacrificare un cristiano all’Iddio Altissimo, con scorno e disprezzo di Cristo per vendicare su di Lui le loro sofferenze, in quanto era stato a causa della morte di Cristo che erano stati esclusi dalla loro propria patria ed erano in esilio come schiavi in terra straniera”. Rappresentazione del 1493 di Simonino da Trento, un bambino della cui morte nel 1475 furono falsamente accusati i dirigenti della comunità ebraica della città, in seguito torturati e trucidati La calunnia di Thomas di Monmouth circolò in tutta Europa per quasi due decenni. Poi, nel 1171 divenne letale. A Blois, in Francia, un ebreo e un cristiano portarono i loro cavalli ad abbeverarsi al fiume. L’ebreo lasciò cadere una pelle non conciata e il cavallo del cristiano si impennò. Il cristiano affermò poi che l’ebreo aveva gettato nel fiume un bambino assassinato. Il conte Thibault, il sovrano locale (cognato del re di Francia Luigi VII) affermò che la comunità ebraica aveva commesso un omicidio rituale. Il procedimento giudiziario, basato su un bizzarro processo per ordalia, trovò colpevoli gli ebrei anche senza cadavere né una presunta vittima. E 32 ebrei furono arsi sul rogo. Fu allora che Rabbeinu Yaakov Tam, grande guida rabbinica nipote del Rashi, dichiarò il 20 di Sivan un giorno di digiuno. Proclamare un nuovo giorno di digiuno per gli assassinati a Blois fu una dichiarazione importante. Nessun digiuno era stato dichiarato durante la prima e la seconda crociata, che pure provocarono migliaia di morti fra gli ebrei. Lo stesso Rabbeinu Tam aveva rischiato di morire durante la seconda crociata. Tuttavia, si era reso conto che ciò che era accaduto a Blois era persino peggio. Capì che la calunnia del sangue era una forma micidiale di propaganda e avrebbe causato disastri per secoli. E aveva ragione. E.M. Rose (storica dell’Inghilterra medievale e della prima età moderna ndr) ha scritto un libro eccezionale su questo argomento, The Murder of William of Norwich: The Origins of the Blood Libel in Medieval Europe (“L’omicidio di William di Norwich: le origini della calunnia del sangue nell’Europa medievale), in cui spiega che la calunnia del sangue era unica sotto diversi aspetti. La calunnia del sangue venne ripresa e rilanciata anche dalla propaganda antisemita nazista. Nell’immagine, la prima pagina di Der Sturmer, maggio 1939 (clicca per ingrandire) In primo luogo, si trattava di una teoria che venne originata e abbracciata dalle élite istruite, non solo dalle masse ignoranti. Scrive: “Questo presunto ‘tropo letterario’ ‘irrazionale’ e ‘bizzarro’, fu il prodotto di argomenti lucidi e cogenti, attentamente e pensosamente dibattuti in consigli esecutivi, indagati in dettaglio da uomini giudiziosi che non stavano reagendo sotto pressione alla violenza scatenata della folla”. La calunnia del sangue originaria prese avvio con l’intellighenzia e poi si diffuse con successo. Un secondo elemento sottolineato da E.M. Rose è che la calunnia del sangue metteva sotto processo ogni ebreo in quanto ebreo: “Era sotto processo l’identità ebraica, più che un singolo eventuale colpevole”. Ogni ebreo era colpevole fino a prova contraria. Purtroppo il 20 di Sivan è di nuovo una data importante nel 2024. Ancora una volta, Israele è colpevole fino a prova contraria. Persino il salvataggio di un ostaggio viene istantaneamente trattato come un gratuito e sfrenato massacro di civili innocenti finché Israele non fornisce prove video del contrario. Ancora una volta, a guidare l’accusa contro Israele sono delle persone istruite: professori e studenti di università d’élite che, nel loro odio per Israele, si fanno zelanti sostenitori di un gruppo di assassini fanatici e depravati. E come nel caso di Thomas di Monmouth, la testimonianza di alcuni singoli ebrei, non importa quanto avvelenata, viene portata a sostegno di orrende falsità. La calunnia dell’omicidio rituale ebraico venne fatta propria da alcune delle persone più istruite. E questo aprì la strada a diffuse violenze di massa. Gli antisemiti medievali credevano cose orribili sul conto degli ebrei e questo dava loro licenza di fare agli ebrei cose orribili. Il classico tema antisemita dell’omicidio intenzionale di bambini ricorre persistente nella propaganda anti-israeliana. Nell’immagine: vignetta di Mario Natangelo su Il Fatto Quotidiano, 30 maggio 2024 Ma c’è ancora un punto. Il 20 di Sivan segnò anche un esempio di eccezionale eroismo. I 32 ebrei assassinati a Blois morirono a testa alta. Efraim di Bonn, il grande cronista medievale della persecuzione antisemita, scrisse: “Venne anche riportato che mentre le fiamme salivano alte, i martiri cominciarono a cantare all’unisono una melodia che iniziava dolcemente ma finiva a piena voce. I cristiani si domandavano: ‘Che razza di canto è mai questo? Non abbiamo mai sentito una melodia così dolce’. Noi lo conoscevamo bene, perché era il canto Aleinu ‘E’ nostro dovere lodare il Signore di tutto’.” Quei martiri morirono cantando Aleinu. Ecco cosa significa tenere la testa alta. Noi siamo i discendenti di quegli ebrei. E anche noi terremo la testa alta e sfideremo Hamas e i suoi adoranti calunniatori. (Da: jns.org, 2.7.24)
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