Il numero 10 di Downing Street ha cambiato inquilino
Diario di guerra di Deborah Fait
Keir Starmer e la moglie Victoria (ebrea osservante). Il nuovo premier, che si definisce un sionista, da leader del Partito Laburista ha scacciato la leadership di Corbyn e ripulito il partito da tutte le scorie antisemite. Speriamo nella sua prossima politica estera
Dunque l’Inghilterra ha un nuovo premier, Rishi Sunnak ha perso, mi dispiace perché mi piaceva, ma con l’eleganza che lo ha sempre contraddistinto ha detto “La buona politica di Starmer farà il bene del paese”. Notare la differenza tra l’opposizione italiana che augura alla Meloni di finire impiccata -come a Piazzale Loreto- e quella del capo dei conservatori britannici, ormai ex premier. Al numero 10 di Downing Street andrà ad abitare un laburista definitosi sionista la cui moglie è un’ebrea osservate, rispettosa delle tradizioni e della cultura ebraica. Questo significa, e lo ha dichiarato lui stesso, che dal venerdì pomeriggio al sabato sera il Primo ministro Keir Starmer si dedicherà alla famiglia e onorerà lo shabat. Tutto questo procurerà vari attacchi di mal di fegato all’antisemita Jeremy Corbyn, espulso dal partito poi riammesso, ma col quale Starmer ha già detto di non aver nulla da spartire rifiutandosi di reintegrarlo, ragion per cui Corbyn dovrà accontentarsi di sedere in parlamento come semplice deputato indipendente. Keir Starmer, uomo di centro, ha sempre lavorato per combattere l’antisemitismo nel suo partito, il Labour, che personaggi come Corbyn e George Galloway, altro uomo della sinistra estrema totalmente antisemita, avevano reso un covo di odiatori di Israele e del popolo ebraico. Corbyn si vantava di non aver mai fatto mancare il suo omaggio ai funerali di terroristi palestinesi e di essere sempre andato a pregare sulle loro tombe. La sua amicizia con i capi di Hamas e con le organizzazioni più fanatiche e violente del mondo islamico, per non parlare della sua ammirazione per l’Iran degli ayatollah, sono famose e intaccabili tanto sono profonde nel suo animo. Del resto ormai è palese che l’antisemitismo è una malattia, un virus che intacca l’anima e chi ne è affetto non ha scampo, odia e basta.
Starmer ha cambiato il Labour portandolo più al centro e bloccando così, dopo 14 anni, i governi conservatori. La speranza è che, seppur di centro sinistra, cambi l’Inghilterra da dove gli ebrei stanno già scappando a causa delle aggressioni e dell’odio incontenibile che si è ingigantito contro di loro dopo il 7 Ottobre. Il numero di incidenti antisemiti nel Regno Unito ha raggiunto livelli mai registrati prima su cui Amnesty ha sempre chiuso tutti e due gli occhi, come scriveva Il Foglio tempo fa. Il “problema” Israele è emerso anche durante la campagna elettorale di Starmer quando i laburisti pro Palestina protestavano per il suo sostegno all’odiato stato ebraico e lo hanno già attaccato per aver dichiarato che lui, ogni venerdì alle ore 18.oo, stacca e se ne torna a casa per festeggiare lo shabat. Il nuovo Primo ministro è appena entrato al numero 10 di Downing Street, ha stretto la mano al suo avversario uscente, come due gentiluomini, e, mentre scrivo, si accingerà a ricevere la festa ebraica insieme alla moglie Victoria e ai due figli. Facciamogli gli auguri perché possa rendere meno temibile la vita agli ebrei britannici e migliorare quella di tutto il paese perché nel continente europeo sono anche troppe le nazioni antisemite da cui gli ebrei fuggono, come sono fuggite o sono state uccise, durante il nazismo, le menti più brillanti impoverendo così l’Europa e rendendola facile preda del fanatismo islamico.
Deborah Fait