Francia: non c’è futuro per gli ebrei Commento di Giulio Meotti
Testata: Il Foglio Data: 03 luglio 2024 Pagina: 1 Autore: Giulio Meotti Titolo: «'Non c’è futuro per gli ebrei in Francia'. Il rabbino capo di Parigi. 'Ai giovani dico di andarsene. Non sappiamo chi ci odia di più'»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 03/07/2024, a pag. 1, il commento di Giulio Meotti dal titolo: “'Non c’è futuro per gli ebrei in Francia'. Il rabbino capo di Parigi. 'Ai giovani dico di andarsene. Non sappiamo chi ci odia di più'”.
Giulio Meotti
Solo in una settimana, arresti per un complotto terroristico contro gli ebrei, uno stupro di gruppo antisemita e una aggressione ad adolescenti ebrei fuori da un cinema di Parigi. “Oggi è chiaro che non c’è futuro per gli ebrei in Francia”, ha detto il rabbino Moshe Sebbag al Jerusalem Post. “Dico a tutti i giovani di andare in Israele o in un paese più sicuro”. Sebbag, rabbino capo della Grande sinagoga di Parigi, continua: “Molte famiglie ebree ashkenazite qui da prima della Seconda guerra mondiale non potevano pensare di votare per il Rassemblement, eppure la sinistra è stata antisemita negli ultimi tempi. Gli ebrei sono nel mezzo perché non sanno chi li odia di più”.
Il presidente del concistoro ebraico delle Alpi-Provenza, Zvi Ammar, confessa a CNews che “per non vivere più nascosti e insicuri”, sempre più ebrei sono pronti all’aliyah, a trasferirsi in Israele. “Nella bocca delle persone di ogni casa ebraica arriva la domanda: ‘Noi abbiamo ancora un futuro in Francia?’. Fa molto male. Quando una persona si sente minacciata e in pericolo, pensa di andare altrove. Oggi le persone si sentono più sicure in Israele, nonostante sia un paese in stato di guerra”.
L’anno scorso, 1.100 ebrei francesi sono partiti per Israele. Quest’anno saranno 4.500, secondo le stime. Dal 1972, oltre centomila ebrei francesi sono partiti per Israele (su mezzo milione). Prima del 2012, cinquecento ebrei lasciavano la Francia ogni anno. Numeri decuplicati.
I leader delle comunità ebraiche hanno sostenuto Emmanuel Macron al primo turno, ma al secondo sono nell’angoscia di una scelta tra la sinistra antisemita di Jean-Luc Mélenchon e la destra lepenista che cerca di darsi una ripulita. Serge Klarsfeld, una vita nel fronte antifascista e democratico, cacciatore di nazisti, che i neonazisti provarono a uccidere con una bomba, con la moglie Beate ha denunciato il passato nazista dell’allora cancelliere tedesco Kurt Georg Kiesinger, ha fatto catturare l’ufficiale delle SS responsabile dello sterminio di tremila ebrei polacchi Joseph Schwammberger e processare Maurice Papon, il prefetto che fu funzionario di Vichy, ha fatto scalpore per aver detto di votare la destra lepenista. Come lui, il filosofo Alain Finkielkraut.
Una settimana fa, una ragazzina di dodici anni ha subìto uno stupro di gruppo a Courbevoie, un quartiere vicino alla Defense. E’ stata trascinata in un capannone da una banda che, secondo la polizia, “l’ha costretta a penetrazioni anali e vaginali, fellatio, mentre pronunciavano minacce di morte e commenti antisemiti”. C’era anche il fidanzato.
Non solo, rivela la madre della vittima: dopo averla violentata l’hanno costretta a convertirsi all’islam e a “giurare su Allah” che non lo avrebbe detto a nessuno. La “logica” del 7 ottobre è uscita dai confini di Israele per entrare nei “territori perduti” della République.
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