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Dall'articolo di Sandro Magister: "È apparso sulla stampa libanese l'11 gennaio 2002. L¹ha pubblicato, in Occidente, "Asia News", del Pontificio istituto delle missioni estere. Ed è il comunicato conclusivo di un " Congresso degli ulema musulmani" che ha riunito a Beirut oltre duecento dottori della legge coranica. Gli ulema venivano da trentacinque paesi. Erano di varie tendenze, sunniti e sciiti, professori dell'università islamica al-Azhar del Cairo e mufti dell¹emigrazione. Il tema: Israele e la Palestina. Incluso un giudizio sollecitato in particolare dal segretario generale dell¹Hezbollah, Hassan Nasrallah sulla legittimità religiosa del suicidio terrorista. Leggere per credere: annientamento di Israele, esaltazione del "martirio" assassino, guerra santa. Da nessun governo musulmano cosiddetto moderato, da nessuna alta autorità religiosa è venuta una dissociazione da un simile pronunciamento, che afferma di «dire la parola della verità a nome di tutti popoli, riti e paesi della nazione islamica». Eccolo qui di seguito per intero, tradotto dall'arabo da Camille Eid:" CONGRESSO DEGLI ULEMA MUSULMANI. COMUNICATO FINALE Di fronte alla tragedia cui è sottoposto il popolo palestinese all'ombra dell'aggressione terroristica sionista, appoggiata dalla complicità internazionale e da un incomprensibile silenzio arabo e islamico, gli ulema musulmani affermano i seguenti punti fermi, a partire dalle loro responsabilità religiose, dal loro incarico sharaitico [da shari'a, la legge coranica, ndt] e dal dovere morale e umano di appoggiare e proteggere il popolo palestinese e di pronunciare la parola della verità a nome di tutti popoli, riti e paesi della nazione islamica: - Tutta la Palestina, dal fiume al mare e dall¹estremo nord all'estremo sud, con tutte le città e i villaggi e con la sua capitale Gerusalemme, è terra arabo-islamica. È patria di tutti i suoi figli palestinesi, siano essi residenti sotto l'ccupazione o costretti a vivere da profughi. Essa [la Palestina] deve tornare a loro e loro a essa, senza alcun impedimento o condizione. - Gerusalemme, entro i suoi noti confini storici, è città arabo-islamica unica e indivisibile. Spetta a tutti i musulmani il dovere di liberarla, proteggerla e difenderla dalla giudaizzazione e dall'alterazione dei suoi aspetti. - L'odierna presenza israeliana sulla terra palestinese è una presenza illegale e illegittima in tutte le sue forme e deriva dall'invasione, spoliazione e occupazione, con l'espulsione e dispersione dei suoi abitanti. Tale presenza si mantiene grazie alla colonizzazione e alla giudaizzazione, prosegue grazie all'aggressione, al terrorismo e agli eccidi e sarà sempre considerata dai musulmani e nei loro pensieri come estranea, aggressiva e bellica, che viola la terra, i diritti e i luoghi santi nonostante il passare del tempo. I negoziati, gli accordi e i patti con essa stipulati sono da considerare nulli, in quanto non si fondano sulla legge o il diritto. - La resistenza del popolo palestinese contro l'occupazione e l'aggressione, in tutte le sue forme, è un diritto legittimo, che l'islam esige come dovere ed è confermato dalle rivelazioni monoteistiche, dalle leggi naturali e dai valori umani. - Le azioni di martirio operate dai mujaheddin contro il nemico sionista sono legittime e trovano fondamento nel libro di Dio e la sunna del suo profeta e rappresentano il martirio più sublime. Il martirio con la spinta dell'ideale e della fede è infatti compiuto dal mujahed con totale coscienza e libera decisione e rappresenta un'arma strategica tra le più importanti della resistenza, alla quale ha permesso di battere il nemico sul piano morale per imporre una nuova equazione rispetto allo svantaggioso equilibrio materiale. - Chiediamo alla comunità internazionale di mettere fine all'aggressione israeliana invece di sollecitare il popolo palestinese aggredito a rinunciare alla sua arma, l'arma del sacrificio della vita in difesa della propria esistenza. Affermiamo il diritto del popolo palestinese di procurarsi con ogni mezzo armi e munizioni in questa sua battaglia per l'autodifesa. - Rigettiamo categoricamente gli elenchi sui gruppi terroristici presentati dagli americani, che colpevolizzano iniquamente le forze della nobile resistenza in Libano e Palestina e tutti i paesi, associazioni, istituzioni e personalità che le appoggiano e le sostengono. Se i protettori e padroni dell'entità sionista nell'amministrazione americana puntano contro la resistenza in quanto unica vera e reale minaccia a quell'entità, noi proclamiamo che quella resistenza rappresenta il fenomeno più sacro della nostra storia contemporanea e l'espressione viva della volontà della nazione per la difesa dei propri diritti, cause e luoghi sacri contro l'entità sionista. Rappresenta, inoltre, con il suo jihad e mujaheddin, l'onore e la dignità dei musulmani in ogni luogo ed esprime le aspirazioni umane di tutti gli oppressi nel mondo. - L'Hezbollah in Libano, i due movimenti di Hamas e Jihad islamica in Palestina, e le altre forze di resistenza sono l'espressione viva della volontà della nazione e la prima linea di difesa dei diritti, cause e luoghi sacri dei popoli e paesi. Essi rappresentano con il loro jihad e mujaheddin l'onore e la dignità dei musulmani in ogni luogo ed esprimono le aspirazioni umane di tutti i sopraffatti nel mondo. Se i protettori e padroni dell'entità sionista nell'amministrazione americana hanno nel mirino la resistenza perché è l'unica vera e reale minaccia a quell'entità, noi asseriamo che quella resistenza rappresenta il fenomeno più nobile della nostra storia contemporanea. - Gli ulema invitano il vertice della Lega araba che si terrà in Libano [alla fine di marzo, ndt] a schierarsi con forza contro l'aggressione israeliana al popolo palestinese e a fornire protezione e sostegno all'Intifada e alla resistenza, essendo ciò una responsabilità sia religiosa sia civile davanti a Dio e ai popoli. - I partecipanti esprimono la loro stima per il contenuto e il discorso del principe ereditario saudita Abdallah bin Abdul-Aziz al vertice del Consiglio di Cooperazione del Golfo e apprezzano le posizioni delle Repubblica araba siriana e della Repubblica islamica in Iran nel sostenere il popolo palestinese e la sua resistenza, considerandole il nucleo di una comune posizione islamica. I partecipanti apprezzano inoltre il ruolo speciale dello Stato e del popolo del Libano nell'opporsi all'occupazione israeliana, nel custodire la resistenza e nell¹appoggiare l'Intifada, e ringraziano il governo libanese per aver ospitato questo congresso a Beirut e fornito le necessarie facilitazioni per garantire il suo successo. |
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