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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
22.08.2003 La colpa? Come al solito e sempre, è di Israele!
come valutare positivamente un terrorista

Testata: Corriere della Sera
Data: 22 agosto 2003
Pagina: 1
Autore: Antonio Ferrari
Titolo: «Abu Mazen e i traditori»
L'articolo, che prosegue a pag. 5, concentra l'attenzione del lettore sui delicati rapporti di forza che esistono all'interno del magmatico popolo palestinese.
Esso contiene tuttavia alcuni passaggi che non possono che destare stupore ed allarme, in chi ritiene che le informazioni fornite da un esperto inviato in quella regione debbano comunque rispecchiare la realtà.
Ferrari afferma che Ismail Abu Shanab, il leader di Hamas ucciso dagli israeliani a Gaza, era "ritenuto uno dei più ragionevoli leader politici di Hamas", cosa del tutto inesatta in quanto egli faceva parte del ristrettissimo gruppo dei fondatori e massimi dirigenti organizzativi di Hamas, con compiti di coordinamento operativo che lo collocavano al punto terminale degli attentati, incluso quello spaventoso di Gerusalemme.
Più avanti, Ferrari propone "il dilemma: combattere il terrorismo va bene, però l'Autorità Palestinese non può e non vuole agire parallelamente ad Israele nella lotta senza quartiere contro gli estremisti". Il fatto è che in realtà Abu Mazen e Mohammad Dahlan non hanno fatto nulla per mettere i terroristi delle varie organizzazioni (due delle quali facenti capo direttamente ad Arafat) in condizione di non poter più nuocere, ed hanno dichiarato più volte di non volerle disarmare. Ma di questo Ferrari non fa cenno.
Infine, col solito ritornello, Ferrari ripropone la favoletta che "senza lavoro e senza cibo, ci si nutre di violenza". Memoria corta o altro? Ferrari, come altri suoi colleghi, dimentica che prima della proclamazione dell'intifada da parte di Arafat, e cioè prima che i palestinesi facessero una volta di più ricorso alla violenza brutale e feroce del terrorismo, in Palestina lavoro e cibo non mancavano, e lo standard di vita della popolazione aveva registrato negli anni dopo la firma degli accordi di Oslo un'impennata senza pari nel mondo arabo.
Dunque, è la violenza (palestinese) la causa della mancanza di lavoro e di cibo, non il contrario.

Anche Renzo Cianfanelli, nella corrispondenza che troviamo a pag. 5 col titolo: "Raid israeliano. Gli estremisti: la tregua è finita" afferma che le promesse di Abu Mazen di stroncare il terrorismo non sono riuscite a fermare la rappresaglia israeliana. Ma appunto di promesse, e non di azioni, si era trattato, e nessuna promessa finora è riuscita da sola a salvare una sola vita israeliana dal terrorismo.

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