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israele.net Rassegna Stampa
29.06.2024 Quando l'Occidente deve imparare da un arabo libanese
Commento di Fred Maroun (arabo-canadese di origine libanese)

Testata: israele.net
Data: 29 giugno 2024
Pagina: 1
Autore: Fred Maroun
Titolo: «Se l’Occidente non è più capace di identificare il male»

Riprendiamo dal sito www.israele.net - diretto da Marco Paganoni - il commento di Fred Maroun (un arabo canadese di origine libanese), dal titolo "Se l’Occidente non è più capace di identificare il male", tradotto da Times of Israel.

Fred Maroun
La stanza dei bambini in un’abitazione del kibbutz Nir Oz dopo il passaggio dei terroristi di Hamas il 7 ottobre

La reazione in Occidente alle guerre imposte a Israele è talvolta sconcertante. Sembrano non voler capire che Israele sta facendo del suo meglio in circostanze estremamente difficili.

Si è tentati di attribuire questa miopia all’antisemitismo, e probabilmente è in gran parte così. Dopotutto conosciamo la lunga storia del pregiudizio anti-ebraico in Europa e Nord America, e sappiamo che hanno ancora un grosso problema con l’antisemitismo, come loro stessi sono pronti ad ammettere.

Ma c’è dell’altro.

Prendiamo ad esempio la reazione del Segretario di stato americano Antony Blinken all’ultima risposta di Hamas nei negoziati in corso. Ha detto: “A un certo punto in un negoziato, e questo negoziato sta andando avanti e indietro da molto tempo, si arriva a un punto in cui, se una parte continua a cambiare le sue richieste e ne avanza di nuove e insiste per cambiamenti su cose che aveva già accettato, allora bisogna chiedersi se quella parte sta procedendo in buona fede oppure no”.

Solo un giorno prima, Blinken si era detto “speranzoso”. Sembra un ragazzino sinceramente sconcertato da una situazione che va oltre la sua comprensione.

Non potrebbe essere che Blinken e molti in Occidente semplicemente non sono più capaci di riconoscere il male anche quando il male li guarda dritto negli occhi?

Hamas ha ripetutamente ed esplicitamente chiarito le sue intenzioni. Il suo unico, vero obiettivo è la distruzione dello stato ebraico. Per Hamas, nulla ha più valore di questo: non lo stato palestinese, non il benessere dei palestinesi, non la vita dei palestinesi e nemmeno la stessa vita dei membri di Hamas.

Sapendo questo, come è possibile aspettarsi che Hamas negozi in buona fede?

Che senso ha porsi la questione della buona fede quando si tratta con un’entità che tiene prigioniere da molti mesi decine e decine di persone innocenti al solo scopo di usarle come merce di ricatto?

Blinken ovviamente conosce gli orrori della Shoah, durante la quale milioni di uomini, donne e bambini innocenti furono assassinati a sangue freddo. Ma riesce a capire che Hamas è altrettanto malvagia? Se non l’aveva capito prima del 7 ottobre, gli orrendi omicidi stupri e rapimenti di uomini, donne e bambini innocenti avvenuti quel giorno non gli hanno forse insegnato qualcosa?

L’Occidente sembra incapace di capire cosa è successo il 7 ottobre, e di capire cosa sia Hamas. Molti in Occidente, senza nemmeno aspettare che gli ostaggi vengano rilasciati o liberati, parla di ricompensare i palestinesi con uno stato. Alcuni paesi occidentali hanno addirittura riconosciuto la “Palestina” (unilateralmente, senza un accordo fra le parti come previsto dagli accordi internazionali ndr) mentre decine di ostaggi sono ancora trattenuti e martoriati a Gaza.

Le proteste anti-israeliane dilagano ovunque nelle città occidentali, e l’odio contro Israele e gli ebrei non proviene solo da tanti immigrati arabi che ora vivono in Occidente, ma anche da molti che non hanno mai messo piede in Medio Oriente. Pensano di capire il conflitto perché hanno visto qualche meme al riguardo sui social network o perché qualche amico arabo ha detto loro che gli ebrei (che hanno oltre tre millenni di storia praticamente ininterrotta in Terra di Israele) sono dei “colonizzatori”, mentre i palestinesi (un termine usato dagli arabi solo da pochi decenni) sono gli unici veri indigeni della “Palestina” (un paese che non è mai esistito).

Per coloro che sono nati e cresciuti in Occidente dopo la seconda guerra mondiale, il male assume la forma di singoli individui disturbati come i pedofili e gli sparatori-stragisti, persone che – per fortuna – la stragrande maggioranza di loro non ha incontrato e non incontrerà mai.

Manifestanti anti-israeliani inneggiano al capo di Hamas Yahya Sinwar durante una dimostrazione all’Hunter College di New York City

Non incontrano mai il tipo di male incarnato dai nazisti, e non lo capiscono. Se viene insegnata loro la storia della Shoah la comprendono solo a livello astratto, intellettuale. Non sono in grado di capire la fissazione maniacale e paranoica del male.

Non capiscono che non è possibile compiacere i capi di Hamas come Yahya Sinwar. Pensano che se Hamas attacca Israele, deve avere per forza qualche legittimo motivo di risentimento perché in Occidente non si imbattono praticamente mai in una situazione in cui un gruppo è così puramente malvagio da non poter essere in qualche modo accontentato e riformato.

Vivono nella convinzione che coloro che commettono crimini lo fanno perché sono cresciuti socialmente svantaggiati e se solo fossero implementati programmi sociali migliori, tutta la criminalità scomparirebbe.

Anche se questa convinzione è ingenua, l’Occidente è effettivamente riuscito a raggiungere un certo livello di pace sociale grazie a una migliore istruzione, assistenza sanitaria e programmi sociali.

Ma il mondo arabo non è l’Occidente. La maggior parte delle persone in Occidente sembra non capirlo. Vedono il mondo intero attraverso le lenti del loro ambiente liberale, ignorando il fatto che la maggior parte del resto del mondo ne è ben lontana.

È questa incapacità di vedere il mondo per quello che è che crea situazioni assurde come quella degli attivisti LGBT che demonizzano Israele, l’unico paese del Medio Oriente in cui le persone LGBT hanno diritti, mentre assolvono i terroristi che torturano e uccidono le persone gay per il solo fatto che sono gay.

Di tanto in tanto, c’è un barlume di speranza che alcuni inizino a capire con che cosa ha a che fare Israele. “Fonti dell’intelligence americana – ha riferito il Jerusalem Post – ritengono che il capo di Hamas Yahya Sinwar è sicuro che la sua organizzazione può sopravvivere allo sforzo di Israele di distruggerla ed è fiducioso di poter affrontare i negoziati da una posizione di vantaggio. Secondo le fonti, l’obiettivo di Hamas è sopravvivere: ciò rappresenterebbe in sé una vittoria per l’organizzazione terrorista. Evidentemente Sinwar ritiene che Hamas possa tenere duro, mentre la posizione internazionale di Israele si deteriora con il proseguire della guerra a Gaza”.

E’ qualcosa che dovrebbe essere ovvio da molto tempo, ma meglio tardi che mai. Eppure, se qualcuno pensasse che ciò possa modificare l’approccio ai negoziati da parte dell’amministrazione americana rimarrebbe presto deluso: Washington continua a credere che Hamas, che tiene ancora prigionieri decine di civili innocenti, possa essere blandita per arrivare a un accordo.

Negoziare con i terroristi è una cattiva idea anche nelle migliori circostanze, perché incoraggia ulteriore terrorismo. Negoziare con un’entità malvagia come Hamas è anche peggio. Invece di stare al gioco di Hamas, bisognerebbe incoraggiare Israele a completare la demolizione di Hamas il più rapidamente possibile. Questo è ciò che farebbe chiunque comprendesse la natura intrinsecamente malvagia di Hamas.

(Da: Times of Israel, 12.6.24)

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