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La Stampa Rassegna Stampa
28.06.2024 Riccardo Pacifici: Mi fa più paura l'odio a sinistra
Intervista di Luca Monticelli

Testata: La Stampa
Data: 28 giugno 2024
Pagina: 12
Autore: Luca Monticelli
Titolo: «Riccardo Pacifici: Ignoranti, parlerei con i loro genitori. Ma mi fa più paura l'odio a sinistra»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 28/06/2024 con il titolo "Riccardo Pacifici: Ignoranti, parlerei con i loro genitori. Ma mi fa più paura l'odio a sinistra" l'intervista di Luca Monticelli a Riccardo Pacifici.

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Luca Monticelli
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Riccardo Pacifici

Quando è stato presidente della comunità ebraica romana, Riccardo Pacifici ha avuto Ester Mieli come portavoce, e oggi, da vice presidente dell'European Jewish Association, dice di «non essere sorpreso dall'atteggiamento nostalgico di una parte minoritaria dei gruppi giovanili della destra, sappiamo bene che certi sentimenti non sono del tutto sopiti. Mi sorprenderebbe se non ci fosse stata una condanna della leadership che invece è stata netta».

Eppure la premier Giorgia Meloni non ha commentato la vicenda, così come non aveva detto nulla di Paolo Signorelli, il portavoce del ministro Lollobrigida che faceva commenti antisemiti al telefono con Diabolik.

«Io esprimo la mia opinione personale e lascio ai leader dell'ebraismo italiano e romano dare il punto di vista ufficiale, però la posizione di Fratelli d'Italia è chiara, vedo che alcuni di questi ragazzi di Gioventù nazionale si stanno dimettendo e i dirigenti apicali, che ringrazio, si sono espressi, da Donzelli a Malan, da Crosetto a La Russa, c'è imbarazzo ma la condanna è unanime».

A proposito di nostalgici, forse se il presidente del Senato non si vantasse di avere i busti di Mussolini a casa sarebbe meglio…

«La Russa è stato oggetto di critiche per questa storia, ma conosco i suoi sentimenti e i legami della sua famiglia con la comunità ebraica di Milano e con il presidente Meghnagi. Io sono pronto altre cento volte a dire al presidente del Senato che tenere un busto di Mussolini non ha alcun senso, ma i pericoli sono altri. Le posso fare tantissimi esempi calzanti a destra e a sinistra».

Dove vuole arrivare?

«La simbologia e quello che ho visto sono da condannare senza esitazione, ma l'ignoranza di quattro deficienti di Gioventù nazionale, peraltro confinati in un sistema di leggi costruite ad hoc, mi fa meno paura del rischio di sopravvivenza dello Stato di Israele e l'odio antiebraico a prescindere che vedo a sinistra. È normale che io debba andare in giro con la scorta a causa di minacce serie che ricevo? Ci si scandalizza per gli atteggiamenti nostalgici, ma nessuno è turbato dal pericolo di incolumità fisica che qualunque cittadino o studente di religione ebraica vive costantemente a causa di una campagna di odio che monta a sinistra, compresa quella "moderata"».

Quindi secondo lei c'è un problema di antisemitismo a sinistra?

«Sarebbe utile cominciare a riflette su questo. Come diceva il presidente Giorgio Napolitano l'antisionismo è la forma moderna dell'antisemitismo. Penso ai silenzi che ho avvertito dai leader della sinistra – per ovvi motivi elettorali – quando agli ebrei non è stata garantita l'incolumità nelle università, alle manifestazioni per la giornata contro la violenza alle donne o al Gay Pride. Personalmente l'ho vissuto come un tradimento, anche per l'incapacità di indignarsi da parte di alcuni politici che sono andati nella Striscia Gaza senza aver mai chiesto la liberazione degli ostaggi. Al mio amico Nicola Zingaretti, a Fratoianni, Bonelli e Schlein vorrei chiedere di prendere per le orecchie – in senso di rimprovero – i ragazzi che li hanno votati e che non conoscono la storia, che urlano in piazza "Palestina sarà libera dal fiume al mare" e non sanno cosa sia il sionismo. Esiste un tema di ignoranza tra i giovani che sfocia nell'antisemitismo, sia a destra sia a sinistra».

Ecco, la riporto a destra. Non è curioso che nessuno si fosse accorto dei valori di questi giovani di Gioventù nazionale pur collaborando loro con alcuni parlamentari di Fratelli d'Italia?

«Le persone se non le conosci nell'intimo non puoi sapere cosa pensano davvero. Io, da padre, vorrei poter incontrare i genitori di questi ragazzi per capire come delle persone impegnate socialmente e politicamente possano arrivare a utilizzare un gergo nostalgico inaccettabile che in Italia ed in Europa è considerato reato».

Ha avuto modo di sentire la senatrice?

«Le ho espresso per messaggio la mia solidarietà». 

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