L'etica del terrorista palestinese: mi hai salvato la vita, ti ripago con la morte Parla Yuval Bitton
Testata: israele.net Data: 24 giugno 2024 Pagina: 1 Autore: Yuval Bitton Titolo: «L'etica del terrorista palestinese, mi hai salvato la vita, ti ripago con la morte»
Riprendiamo dal sito www.israele.net - diretto da Marco Paganoni - un'intervista al dottor Yuval Bitton tradotta dal Jerusalem Post dal titolo "L'etica del terrorista palestinese: mi hai salvato la vita, ti ripago con la morte".
Il dottor Yuval Bitton è il medico che nel 2004 visitò Yahya Sinwar in un ambulatorio penitenziario mentre il dirigente di Hamas era detenuto in Israele, e gli salvò la vita grazie a una tempestiva diagnosi di tumore al cervello e disponendo il suo immediato trasferimento in ospedale. Diciannove anni dopo, il nipote di Bitton è stato ucciso dai terroristi nella carneficina del 7 ottobre orchestrata dallo stesso Sinwar, oggi a capo di Hamas nella striscia di Gaza. Bitton prestava servizio come odontoiatra presso il carcere di Nafha quando incontrò Sinwar, condannato a quattro ergastoli per il sequestro e assassinio di due soldati israeliani e l’assassinio di quattro palestinesi da lui accusati di collaborare con Israele nella lotta al terrorismo. Sinwar non scontò la pena. Nel 2011 venne scarcerato, insieme ad altri 1.026 detenuti palestinesi, nell’ambito del ricatto per la liberazione del soldato israeliano Gilad Shalit tenuto in ostaggio da Hamas a Gaza per più di cinque anni. Parlando di recente alla CNN, il dottor Bitton ha detto che aveva la netta sensazione che sarebbe arrivato un attacco di Hamas e d’aver immediatamente capito chi c’era dietro la devastante carneficina perpetrata quel 7 ottobre in Israele. “Conosco la persona che ha concepito, pianificato e lanciato quell’attacco criminale – spiega Bitton – Lo conosco dal 1996. Non solo lui, ma l’intera dirigenza di Hamas a Gaza, e mi era chiaro che questo era ciò che stavano progettando”. Nel 2004, Sinwar comparve davanti al medico lamentando dolore al collo e perdita di equilibrio. “Quando mi ha spiegato cosa gli stava succedendo, avevo pensato a un ictus e insieme al medico di base decidemmo di trasferirlo al più presto in ospedale – racconta Bitton – Arrivato in ospedale, diagnosticammo che aveva una formazione tumorale al cervello e venne operato d’urgenza il giorno stesso, salvandogli così la vita”. Ciò che rimane della casa del nipote di Bitton, Tamir Adar, nel kibbutz Nir Oz dopo l’attaco di Hamas del 7 ottobre Sinwar, prosegue il racconto, riconobbe il ruolo svolto da Bitton nell’avergli salvato la vita e in seguito, durante il suo rilascio nel 2011, promise che si sarebbe sdebitato. “Il giorno in cui venne scarcerato nell’accordo Shalit – ricorda Bitton – mi disse che mi doveva la vita e che un giorno mi avrebbe ripagato”. Si tratta dello stesso Sinwar che dodici anni dopo la scarcerazione ha orchestrato l’assalto del 7 ottobre durante il quale i terroristi palestinesi di Hamas e altri gruppi hanno fatto irruzione in Israele trucidando con orrenda ferocia civili israeliani e stranieri e soldati di guardia ai confini, e deportandone in ostaggio a Gaza più di 250. Una delle vittime dell’attacco è stato il nipote di Bitton, Tamir. “Sinwar il 7 ottobre si è davvero sdebitato per avergli salvato la vita, visto che è direttamente responsabile dell’assassinio di mio nipote nel kibbutz Nir Oz”, è l’amaro commento di Bitton. Tamir era stato gravemente ferito mentre tentava di respingere cinque terroristi. Sconfitto, venne trascinato a Gaza dove morì poche ore dopo il suo sequestro a causa delle ferite riportate. Dopo aver trascorso centinaia di ore in compagnia di Sinwar, il medico dice d’aver capito bene la mentalità e la percezione del mondo del capo terrorista. Sinwar, ha detto alla CNN, è totalmente convinto che gli ebrei “non abbiano alcun posto nelle terre musulmane”. Proprio sulla base di questa sua conoscenza di Sinwar e compari, Bitton ipotizzava che fosse “solo questione di tempo e di tempistica perché agissero contro di noi e tentassero di buttarci fuori da dove viviamo”. “Sinwar – dice Bitton – è innanzitutto focalizzato sul mantenimento del potere, non sulla sicurezza e incolumità del popolo palestinese governato dal suo gruppo terroristico. E’ disposto a sacrificare anche 100mila palestinesi per garantire la sopravvivenza del suo dominio. È disposto a pagare con la vita dei militanti, dei membri di Hamas, dei civili: non gliene importa niente”. “Il nostro atteggiamento nei confronti di Hamas è stato presuntuoso– conclude il medico che salvò la vita a Sinwar – Abbiamo snobbato Hamas. Hamas diceva tutto quello che intendeva fare, ma noi non abbiamo voluto ascoltare”. (Tradotto da: Jerusalem Post, 23.6.24)
Per inviare a israele.net la propria opinione, cliccare sull'indirizzo sottostante