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La Stampa Rassegna Stampa
24.06.2024 Israele lo scudo Usa
Francesco Semprini

Testata: La Stampa
Data: 24 giugno 2024
Pagina: 18
Autore: Francesco Semprini
Titolo: «Israele lo scudo Usa»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 24/06/2024, a pag. 18, l'analisi di Francesco Semprini dal titolo "Israele lo scudo Usa".

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Francesco Semprini
Gallant says comments on war phases not ...
Yoav Gallant, ministro della difesa israeliano, in questi giorni a Washington per discutere con la controparte americana della possibile escalation in Libano. Da nove mesi ormai Hezbollah bersaglia il nord di Israele causando incendi, mietendo vittime civili e militari e costringendo oltre 60.000 israeliani ad abbandonare le proprie case

Manovre di assestamento in corso in Medio Oriente e dintorni al crescere delle tensioni al confine tra Israele e Libano. La portaerei americana Eisenhower ha terminato la sua missione nel Mar Rosso e dopo aver varcato Suez si sta riposizionando nel Mar Mediterraneo orientale. Al suo posto – spiega il Pentagono – sarà inviata la portaerei Theodore Roosevelt che si dirigerà verso le acque del Medio Oriente una volta completata un'esercitazione nel Pacifico. Nel frattempo, fonti vicine a Mosca rivelano che Israele sta spostando attrezzature pesanti e significative forze di fanteria al confine libanese in vista di una prevista operazione di terra dell'Idf nel Sud del Libano. Il traffico aereo sul Libano sempre più ridotto, molti aerei a terra e gli altri diretti per lo più in Giordania. Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant, prima di partire per gli Stati Uniti, ha spiegato che gli incontri previsti a Washington con alti funzionari Usa «saranno determinanti per il futuro della guerra». «Ho intenzione di discutere gli sviluppi della situazione a Gaza e in Libano – ha proseguito il ministro dello Stato ebraico, facendo chiarezza sul fatto che – siamo pronti a qualsiasi azione che possa essere necessaria sia a Gaza, che in Libano e in altre aree». L'agenda dei lavori di Gallant prevede colloqui col il segretario di Stato Antony Blinken, il suo omologo Lloyd Austin, il direttore della Cia William Burns e l'inviato speciale di Biden in Medio Oriente Amos Hochstein. Il punto è che anche il fedele alleato americano nutre qualche perplessità sulla capacità israeliana di sostenere un altro fronte di guerra, e in particolare teme per la tenuta dell'Iron Dome. Hezbollah conta un arsenale di 120/130 mila missili – tra i sistemi a lungo raggio ci sono i Fateh-110, missili balistici a combustibile solido dalla gittata di circa 200 km, alcune decine di migliaia di uomini (tra effettivi e riservisti), droni e milizie straniere in aiuto. Migliaia di combattenti di gruppi sostenuti dall'Iran in Medio Oriente sono pronti ad andare in Libano per unirsi ai combattenti di Hassan Nasrallah contro Israele se il conflitto dovesse degenerare in una guerra vera e propria, hanno detto funzionari delle fazioni sostenute da Teheran, citati da Ap. Se sarà lo Stato ebraico ad attaccare per primo i combattenti libanesi saranno facilitati dal fatto che potranno mettere in pratica la «difesa a strati» mutuata dai Pasdaran. Fonti libanesi raccolte dal Daily Telegraph riferiscono che Hezbollah sta utilizzando l'aeroporto di Beirut – Rafic Hariri – per immagazzinare grandi quantità di armi iraniane, tra cui missili balistici, razzi di artiglieria non guidati e missili anticarro a guida laser. 

Scambi di fuoco quasi quotidiani si sono verificati lungo la frontiera del Libano con il Nord di Israele – meglio conosciuta come Blue Line – dal 7 ottobre. I funzionari israeliani hanno minacciato un'offensiva militare – secondo piani operativi «approvati e validati» – in Libano se non ci sarà una fine negoziata per allontanare Hezbollah dal confine. Anche ieri si sono registrate importanti attività cinetiche con i combattenti libanesi che hanno rivendicato di aver colpito con un drone «una base militare» a Beit Hillel nel Nord di Israele. Un soldato israeliano è stato ferito gravemente mentre si trovava in una posizione tattica vicino la comunità di Ayelet Hashahar. Nel frattempo, Tsahal rivendica la distruzione di un complesso militare dei combattenti del Partito di Dio e di un posto di osservazione vicino al villaggio di Kfar Kila. Al contempo alcuni membri di Hezbollah sono stati colpiti vicino al villaggio di Tayibe, sempre nel Sud del Libano. L'Idf ha confermato infine di aver abbattuto un drone di Hezbollah nella Galilea meridionale, nel Nord di Israele. Il velivolo era entrato nello spazio aereo israeliano ed è stato intercettato in un'area che ospita uno stabilimento dell'azienda Rafael, una delle maggiori fornitrici dell'apparato militare israeliano.

I venti di guerra si allargano in tutta la regione: una nave mercantile è stata danneggiata ieri mattina dall'attacco di un drone nel Mar Rosso, vicino allo Yemen. Non sono stati segnalati feriti, secondo l'agenzia britannica per la sicurezza marittima (Ukmto). Intanto a soffiare sul fuoco bellico al confine israelo-libanese è il leader di Hamas Yahya Sinwar che sembra stia prendendo tempo nei negoziati per un accordo di cessate il fuoco a Gaza nella speranza – spiega ad Haaretz un funzionario coinvolto nei colloqui – che nel mentre scoppi una guerra aperta sul fronte libanese.

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