Alta tensione tra Netanyahu e Casa Bianca Analisi di Paolo Brera
Testata: La Repubblica Data: 21 giugno 2024 Pagina: 15 Autore: Paolo Brera Titolo: «Gli Usa avvertono Hezbollah: se è guerra, siamo con Israele»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 21/06/2024, a pag. 15, con il titolo "Gli Usa avvertono Hezbollah: se è guerra, siamo con Israele" l'analisi di Paolo Brera.
L’inviato speciale Usa Amos Hochstein ha ammonito «fermamente» il Libano che Israele prepara un «attacco limitato » contro Hezbollah e «avrà il sostegno degli Stati Uniti», se le milizie continueranno a lanciare razzi. I segnali di una nuova guerra sono gravi e coincidenti: martedì, mentre a Beirut Hochstein consegnava l’avvertimento Usa al premier Najib Mikati perché facesse da mediatore con Hezbollah, l’Idf ha «approvato e validato » i piani di attacco in Libano. Quando lo hanno fatto per l’attacco di terra a Rafah, nessuno è poi riuscito a invertire la rotta. Nel frattempo il ministro degli Affari religiosi israeliano, Michael Malchieli, rispondendo alla domanda se stesse preparandosi per «sepolture di massa» ha confermato a Canale 14 che «ci prepariamo per cose più grandi nel Nord, sì». L’avvertimento consegnato a Hezbollah indica però anche una via d’uscita: aderire a una soluzione diplomatica. La bozza di accordo tra Israele e Hamas delineata dal presidente Joe Biden è ferma al palo. La pressione su Hamas di Qatar ed Egitto non ha sbloccato il leader, Yahya Sinwar, che non libera gli ostaggi. Ne restano in vita 50 su 120, secondo fonti Usa citate dal Wall Street Journal . «Non lasceremo Gaza finché non ritorneranno tutti e non avremo eliminato le capacità militari e governative di Hamas», replica Netanyahu. La prospettiva di un accordo è sempre più lontana. Israele proseguirà le operazioni militari «per altre cinque settimane», ha avvertito Hochstein secondo il Middle East Eye per completare il lavoro. Poi si limiterà «a uccisioni mirate» dei capi di Hamas, e a operazioni per liberare tutti gli ostaggi. Hochstein ha avvertito Hezbollah che commetterebbe un grave errore mantenendo il supporto a Sinwar. Hezbollah ha detto chiaramente che non fermerà gli attacchi a Israele fino a quando non si ritirerà dalla Striscia, ma i messaggi intercettati di Sinwar hanno dimostrato che il leader di Hamas vuole mantenere il dominio, non riportare la pace. Per questo la carta Hezbollah diventa decisiva. Se non abbandona Sinwar e la sua linea oltranzista, tra qualche settimana Israele sposterà il grosso della macchina bellica a Nord. Uno scenario che si può ancora evitare se Nasrallah, il leader dei miliziani libanesi, si aggiungerà a Qatar ed Egitto nel fare pressione su Hamas. E se Sinwar si opponesse, Hezbollah potrebbe fermare i razzi e riattivare la diplomazia. Ma è un piano che si scontra con una spirale sempre più preoccupante. Ieri Israele ha ucciso un altro comandante di Hezbollah con un attacco aereo mirato a Deir Kifa, nel Sud del Libano. Un drone ha centrato il veicolo in cui viaggiava Abbas Ibrahim Hamza Hamada, che secondo l’Idf era in comando dell’unitá regionale di stanza a Jouaiyya. In risposta, Hezbollah ha lanciato almeno 45 colpi bombardando il Nord di Israele. Dalla ripresa degli scontri all’indomani del 7 ottobre sono morte più di 400 persone in Libano, tra cui un’ottantina di civili; e 16 soldati e 11 civili sono caduti sul fronte israeliano, nel Nord del Paese in cui Hezbollah ha lanciato migliaia di missili. Un bilancio già grave ma limitato rispetto ai rischi di escalation. L’ultimo azzardo è la minaccia di Nasrallah di attaccare Cipro se lascerà che porti e aeroporti vengano utilizzati da Israele per raid in Libano. «Cipro è membro dell’Unione europea. Ogni minaccia contro un nostro Stato membro è una minaccia contro l’Ue», replica il portavoce della Commissione europea per la politica estera, Peter Stano: «Fra Libano e Israele è necessaria la de-escalation». Funzionari statunitensi hanno detto a Cnn di essere preoccupati che l’Iron Dome e le difese israeliane vengano sopraffatti. E Shaul Goldstein, l’Ad di Noga che sovrintende alla rete elettrica, ammonisce che Hezbollah potrebbe farla collassare facilmente, e «dopo 72 ore senza elettricità sarà quasi impossibile sopravvivere: siamo impreparati per una vera guerra». Resta alta anche la tensione tra la Casa Bianca e Netanyahu dopo il video di critiche giudicato «deludente, offensivo, irritante e falso». «Sono pronto a subire attacchi personali a condizione che Israele riceva le armi di cui ha bisogno nella guerra per la sua esistenza», ha risposto il premier.
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