Le Pen sostiene Israele, la voterò Intervista di Danilo Ceccarelli
Testata: La Stampa Data: 20 giugno 2024 Pagina: 11 Autore: Danilo Ceccarelli Titolo: «Serge Klarsfeld: Marine sostiene Israele, la voterò. Mélenchon è ambiguo, un pericolo»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 20/06/2024, a pag. 11, l'intervista di Danilo Ceccarelli dal titolo "Serge Klarsfeld: Marine sostiene Israele, la voterò. Mélenchon è ambiguo, un pericolo".
Ha preso tutti in contropiede Serge Klarsfeld, annunciando in questi giorni che al secondo turno delle legislative francesi voterà «senza esitazione» per il Rassemblement National in caso di ballottaggio con il Nuovo Fronte popolare, l'alleanza della sinistra. Una mossa a sorpresa quella dello storico francese 88enne, conosciuto come il "cacciatore di nazisti" per aver passato la sua vita a stanare i responsabili dell'Olocausto assieme alla moglie Beate. Tra i nomi più importanti portati alla sbarra c'è quello di Klaus Barbie, comandante della Gestapo conosciuto come il Boia di Lione. Nato a Bucarest, Klarsfeld si trasferì a Nizza con la famiglia, dove nel 1943 sfuggì per un soffio alla deportazione ad Auschwitz al contrario del padre Arno, morto nel campo di concentramento.
Per questo ha fatto molto parlare il suo endorsement al partito fondato da Jean-Marie Le Pen, condannato per aver definito le camere a gas un «dettaglio» della storia. Oggi Klarsfeld, che già nei mesi scorsi aveva sottolineato i «valori repubblicani» di Marine Le Pen, spiega che al primo turno voterà un «partito del centro» e punta il dito contro la gauche radicale de La France Insoumise, da mesi sotto accusa per il suo atteggiamento sull'attacco di Hamas ad Israele, giudicato da molti ambiguo.
Signor Klarsfeld, lei e sua moglie alle presidenziali del 2017 e del 2022 avete lanciato appelli a sostegno di Emmanuel Macron per sbarrare la strada a Marine Le Pen. Cosa è cambiato da allora?
«Il Rassemblement National non è più un partito di estrema destra, ma è una formazione populista che sostiene gli ebrei e Israele. Mi prendo quindi le mie responsabilità affermando di votare per il partito di Marine Le Pen in un eventuale ballottaggio con il Nuovo Fronte popolare. La sinistra radicale, invece, è passata all'antisemitismo e all'antisionismo e questo rappresenta un pericolo».
Eppure, la gauche ha condannato chiaramente «il massacro terrorista di Hamas».
«Sì, ma il Nuovo Fronte popolare è dominato da La France Insoumise e dal suo leader Jean-Luc Mélenchon, che nell'intesa stretta con le altre formazioni si è assicurato il numero più importante di circoscrizioni. È lui che conduce il gioco. Il Partito socialista ha accettato il compromesso per ragioni elettorali. Mélenchon è antisemita ed è contro Israele. Di questo sono certo».
Quindi questa volta non parteciperà allo "sbarramento repubblicano"?
«Quelli che fanno appelli per ostacolare l'avanzamento del Rassemblement National oggi trattano Marine Le Pen come se fosse il padre Jean-Marie, ma non è così. Lei ha trasformato il suo partito. Ho passato la mia vita a difendere e conservare la memoria delle vittime della Shoah, a lottare per gli ebrei perseguitati e per lo Stato di Israele. Ma non ho problemi nel sostenere Marine Le Pen al secondo turno».
Ma non teme un'ipocrisia da parte del Rassemblement National? In fondo resta un partito fondato da ex membri del regime collaborazionista di Vichy.
«No, perché penso che la sola vittoria ottenuta nella lotta all'antisemitismo stia nel fatto che i partiti di estrema destra in Europa sono diventati filo-sionisti. Certo, ci saranno ancora dei gruppetti estremisti. Io assumendo questa posizione mi prendo i miei rischi. Nessuno può stabilire se io abbia ragione o no. Sarà il futuro a decidere. Abbiamo militato per anni contro l'estrema destra rischiando la nostra vita in attentati (nel 1979 l'organizzazione neonazista Odessa ha cercato di uccidere i coniugi Klarsfeld, ndr). Ma sono fatti di 40 anni fa».
In questi mesi abbiamo assistito a un aumento di antisemitismo in tutta Europa.
«C'è stata un'ondata di casi che si è espressa sotto la forma dell'antisionismo, cioè con l'odio nei confronti di Israele. Stiamo parlando di una malattia permanente che si trasforma in continuo. Durante la Prima Guerra mondiale i tedeschi e gli austriaci salvavano gli ebrei dalla persecuzione zarista in Russia, per poi massacrarli 25 anni dopo nell'Europa centrale e in quella dell'est. Adesso stiamo vedendo come l'estrema sinistra stia diventando antisemita, mentre l'estrema destra sostiene gli ebrei. È paradossale».
Un male inestirpabile?
«Anche tra due o tre secoli bisognerà continuare a lottare, perché la natura umana non cambia mai. Io e mia moglie abbiamo combattuto in tutto il mondo, dall'America Latina al Medio Oriente. Siamo riusciti a far condannare criminali nazisti che avevano deportato ebrei dalla Francia e dal Belgio. Difficile valutare il risultato del nostro lavoro, ma in ogni caso abbiamo fatto del nostro meglio».
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