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Riprendiamo dal GIORNALE di oggi 20/06/2024 a pag. 12 il commento di Fiamma Nirenstein con il titolo: "La bimba ebrea stuprata è una minaccia per tutto il mondo".
La bambina ebrea violentata a Parigi aveva commesso due peccati mortali secondo i suoi accusatori: era ebrea, e quindi una creatura degna del peggior male; e, inoltre, non ne aveva avvisato quei ragazzi. Ovvero, non aveva ostentato la sua stella gialla ideale, non aveva confessato la sua abiezione. Così esigeva il nazifascismo, gli ebrei dovevano denunciare il proprio virus, così da potere essere maltrattati, violentati, deportati, uccisi. Oltre che della Shoah, lo stupro come si disegna nelle testimonianze dei giovani criminali francesi, ha le caratteristiche di quelli di Hamas. Se non è arrivata all’omicidio, è per mancanza di armi: ma il rapimento, la violenza sessuale, le urla che ripetevano alla vittima offese antisemite, urlavano Yehud, come i terroristi della Nukba. Un esempio ormai per i giovani antisemiti, from the river to the sea. Sul telefonino di uno dei giovani stupratori c’è una bandiera israeliana bruciata, e lui spiega che la ragazza ha detto qualcosa che non gli è piaciuto sulla Palestina. Ovvero, nella società di massa i bambini terroristi imparano in massa l’abominio più antico, l’attacco violento contro il genere femminile, di concerto con quello contro gli ebrei senza udirne una sanzione generale. Al contrario i ragazzi, nelle scuole, nelle strade, nei luoghi di divertimento, giocherellano con un messaggio culturale e sociale complessiva che permette l’uso del maggiore fra tutti gli esplosivi a disposizione contro la democrazia e per la guerra: l’antisemitismo. Questi ragazzi hanno ascoltato e letto negli ultimi mesi a bizzeffe parole di odio e disprezzo contro il popolo ebraico e Israele: razzista, colonialista, oppressore, stato di apartheid, affamatore, assassino di bambini, genocida, suprematista… nemico dell’umanità. Da cancellare. IL libro è sempre aperto: la Francia ha Dreyfus nel suo passato, ha Pétain e i treni di bambini ebrei spediti soli a morire, De Gaulle che rifiutò l’aiuto a Israele nel ’67, e più avanti un atteggiamento post-coloniale cauto e colpevolizzato verso gli islamici estremi in crescita sempre più decisi e padronali. Dopo decine di assassini di ebrei come Jan Halimi nel 2006, i tre bambini di Tolosa fucilati col maestro a Tolosa nel 2012, e tanti altri… Oggi il partito di Mélenchon alle prossime elezioni potrebbe guadagnare centinaia di seggi e vede in Hamas un movimento di resistenza. I ragazzi che hanno violentato la bambina oggi in gravi condizioni a Parigi sanno quello che urla la propaganda e che tutte le istituzioni che dovrebbero difendere i diritti umani riverberano, come un definitivo tribunale antisemita. È condanna a morte per gli ebrei, e loro gli esecutori. Persino Macron che non è un nemico, per tenere quieta la sua constituency musulmana si concede di affermare che “Israele non deve uccidere donne e bambini”, come se fosse sua intenzione. Questo conferma la visione dell’ebreo colpevole, malevolente, incurante degli altri. È ora di capire quanto la politica incurante ha creato antisemitismo assassino. Per quei ragazzi Hamas, dunque, è un movimento di resistenza, ha violentato e ucciso perché le vittime non erano vittime, erano sporchi ebrei, violenti, cattivi. Non sarà la cultura a bloccarli, ma solo la politica. Per inviare la propria opinione al Giornale, telefonare: 02/85661, oppure cliccare sulla e-mail sottostante segreteria@ilgiornale.it |
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