L’ira di Putin: congelati 50 miliardi al G7 Spese di riparazione per l'Ucraina
Testata: Libero Data: 15 giugno 2024 Pagina: 7 Autore: Redazione di Libero Titolo: «L'ira di Putin: Dal G7 una truffa sugli asset russi»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 15/06/2024, pag. 7, l'articolo redazionale con il titolo "L'ira di Putin: Dal G7 una truffa sugli asset russi"
Non ha ben digerito l’idea occidentale di utilizare i 50 miliardi di beni russi congelati per destinarli alla ricostruzione dell’Ucraina Zar Putin. E probabilmente nemmeno l’ufficializzazione di ieri dell’avvio dei negoziati per l’adesione di Ucraina e Moldova il 25 giugno. Ma forse è l’accordo decennale di protezione tra Washington e Kiev a bruciare di più.
Alla vigilia del vertice di pace che si terrà oggi in Svizzera dal Cremlino il presidente russo si è detto «pronto a negoziai.
re» per trovare una soluzione, ma «Kiev deve rinunciare all’adesione alla Nato» e «ritirare le sue truppe dai territori che ora fanno parte della Federazione russa», vale a dire la Crimea espugnata nel 2014. Incontrando la leadership del ministero degli Esteri russo Putin ha illustrato «le nostre condizioni per avviare i colloqui» parlando di condizioni «molto semplici». In particolare, ha chiesto che «le truppe ucraine devono essere completamente ritirate dalle regioni di Donetsk, Luhansk, Kherson e Zaporizhzhia». Dopo il ritiro ucraino da queste zone e «la notifica dell’abbandono del piano di adesione alla Nato», Putin «letteralmente nello stesso minuto farà seguire l’ordine di cessare il fuoco e avviare i negoziati». Nel cuore indipendente d’Europa ci saranno rappresentanti di 90 tra Paesi e organizzazioni internazionali. Tutti attesi nel resort svizzero di Burgenstock, non lontano da Lucerna, per individuare «un percorso di pace». Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, porta in dote la promessa di un accordo bilaterale di sicurezza decennale con gli Stati Uniti (quindi comunque oltre il mandato presidenziale attuale), e l’utilizzo degli interessi sugli asset russi congelati a garanzia di un fondo da 50 miliardi di dollari che aiuterà la ricostruzione del suo Paese.
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