Pride con polemica: gli ebrei non sfileranno Cronaca di Marina de Ghantuz Cubbe
Testata: La Repubblica Data: 15 giugno 2024 Pagina: 28 Autore: Marina de Ghantuz Cubbe Titolo: «Pride con polemica: gli ebrei non sfileranno. Ci sentiamo bersagli»
Riprendiamo da REPUBBLICA di oggi, 15/06/2024, a pag.28, la cronaca di Marina de Ghantuz Cubbe dal titolo "Pride con polemica: gli ebrei non sfileranno. Ci sentiamo bersagli".
La ferita nella comunità Lgbtq+ si è aperta poche ore prima del Pride e delle parate che oggi riempiranno le strade a Roma, Bergamo e Torino: gli ebrei del movimento non parteciperanno. Troppa la paura di diventare bersagli.Grande la delusione per quella che definiscono una risposta troppo flebile delle organizzazioni territoriali agli attacchi antisemiti ricevuti da mesi sui social e per l’esclusione delle loro bandiere arcobaleno con la stella di David decisa a Bergamo. Intanto i partiti a Torino si spaccano. Keshet Italia, l’organizzazioneebraica queer, ha deciso che non parteciperà alle grandi parate dell’orgoglio per la propria identità sessuale. «Abbiamo fatto e tentato di tutto per capire anche con gli organizzatori se si potesse partecipare in sicurezza — spiega Raffaele Sabbadini, tra i fondatori di Magen David Keshet Italia — ma alla fine abbiamo dovuto arrenderci e nonci saremo a causa dei crescenti timori di aggressioni dovuti al clima d’odio attorno alla nostra partecipazione. Ci duole ad esempio che il Bergamo Pride abbia scritto che “nella piazza del 15 giugno non saranno gradite bandiere israeliane o inneggianti alla simbologia connessa allo stato di Israele”, il che è una vera e propria discriminazione ». Per questo il Comune guidato fino a qualche giorno fa da Giorgio Gori ha tolto il patrocinio alla manifestazione, stigmatizzando l’intolleranza dell’associazione Bergamo Pride verso i simboli della comunità ebraica. «Chi dice che sono bandiere israeliane dice il falso, le nostre sono bandiere rainbow e la stella ebraica che è di tutti noi non è da confondere né con lo Stato né tantomeno con il governo — continua Sabbadini — questa cosa ci ha lacerato perché noi siamo la minoranza delle minoranze, ma abbiamo ricevuto anche tanta solidarietà». Da esponenti storici del movimento come Ivan Scalfarotto e Anna Paola Concia, fino al consigliere comunale di Milano Daniele Nahum, che ha letto il comunicato di Keshet Italia. Pubblicato sui social per ufficializzare la non partecipazione ai Pride, comprende “a corredo” alcuni degli attacchi ricevuti in questi mesi. Come «quest’anno onestamente farebbero meglio a starsene lontano gli ebrei», ma anche «forni ne abbiamo?» E se la polemica si sta diffondendo in tutta Italia, con l’associazione Keshet che chiede una riflessione ampia a tutta la comunità Lgbtq+, ogni città ha la propria organizzazione e anche le risposte dei partiti che storicamente sostengono il Pride sono diverse. A Roma adesempio +Europa avrà il suo carro con la scritta “Libera frociaggine in libero Stato”. Nella Capitale, infatti, il portavoce del Roma Pride Mario Colamarino ha solidarizzato con la comunità ebraica Lgbtq+ sostenendo che «è una sconfitta per tutti quando succedono cose di questo tipo, noi come Roma Pride abbiamo sempre aperto le porte a tutti e quando ci sono stati gli incontri con il gruppo Lgbt ebraico gli abbiamo detto: il Pride è di tutti, anche vostro». Situazione diversa a Torino, dove infatti +Europa non parteciperà, così come i Radicali dell’associazione Aglietta. È la prima volta che accade. La decisione è stata presa per supportare il grido d’allarme dell’associazione ebraica queer Keshet Italia sull’atteggiamento escludente dei Pride nei confronti delle persone ebree. Fra le sigle che per gli stessi motivi non saranno presenti al Torino Pride ci sono anche Italia Viva Torino, Associazione Marco Pannella di Torino, Associazione Italia Israele, e Gruppo sionistico piemontese.
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