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Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 14/06/2024, a pag. 1, con il titolo "Il piano di Putin fallisce al G7" il commento di Giulia Pompili.
Bari, dalla nostra inviata. Ieri i leader del G7 hanno dato il via libera al progetto di un prestito da 50 miliardi di dollari per aiutare l’Ucraina nella sua difesa contro l’aggressione russa che verrà emesso usando come garanzia gli interessi maturati sui profitti che arrivano dai beni congelati della Banca centrale russa. E’ una vittoria per Kyiv, che da settimane fa pressioni per ottenere un risultato sugli asset russi congelati, anche se un po’ azzoppata: non saranno mobilitati, come avrebbe voluto l’Ucraina, tutti i beni russi, bensì soltanto gli interessi maturati. E’ comunque un passo in avanti nel finanziamento della difesa ucraina, di cui si discuterà anche nei prossimi giorni, al vertice di Lucerna, in Svizzera. Ieri a Borgo Egnazia, in Puglia, è stato il giorno dell’arrivo del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che ha partecipato alla riunione del G7 +1 (che fa G8, come lo scorso anno) e poi ha avuto diversi bilaterali, anche con Giorgia Meloni – che ha ringraziato per l’impegno assunto dall’Italia a organizzare il prossimo anno la Conferenza per la ricostruzione dell’Ucraina, che invece quest’anno si è svolta in Germania, martedì e mercoledì scorsi. Al di là delle decisioni politiche assunte dal G7 – e già da tempo negoziate: secondo la presidenza italiana, l’accordo politico sullo smobilitare gli asset russi era già stato preso, ma è servito molto tempo per capire come risolvere i problemi tecnici della trasformazione in prestiti – la visita di Zelensky in Puglia ha avuto il suo momento più importante ieri sera, nel bilaterale e poi nelle dichiarazioni pubbliche fatte al fianco del presidente americano Joe Biden. Lui, più degli altri leader, ha mandato diversi messaggi di unità del mondo libero, e poi ha firmato con Zelensky uno degli accordi più importanti del Dopoguerra: un accordo di sicurezza della durata di dieci anni che impegna Washington a fornire a Kyiv un ampio spettro di assistenza militare e, cosa ancora più importante, un accordo vincolante anche per le future possibili amministrazioni alla Casa Bianca. L’accordo di difesa fra America e Ucraina, formulato sul modello di quello che l’America ha con Israele, è stato negoziato per mesi, spesso messo in stand by a causa dell’opposizione repubblicana al Congresso e per questo nel testo viene eliminata l’approvazione del Congresso per gli aiuti. Anche il primo ministro Fumio Kishida ieri ha firmato un patto simile con Zelensky, anche se depotenziato secondo le possibilità della Carta costituzionale nipponica, che vieta il coinvolgimento di Tokyo nei conflitti. Il Giappone continuerà a fornire per i prossimi dieci anni armi non letali e assistenza energetica. Per inviare al Foglio la propria opinione, telefonare: 06/5890901, oppure cliccare sulla e-mail sottostante lettere@ilfoglio.it |
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