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Libero Rassegna Stampa
14.06.2024 L'università promuove le 'elezioni' iraniane
Cronaca di Dario Mazzocchi

Testata: Libero
Data: 14 giugno 2024
Pagina: 19
Autore: Dario Mazzocchi
Titolo: «L'università promuove le 'elezioni' iraniane»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 14/06/2024, pag. 19, con il titolo "L'università promuove le 'elezioni' iraniane", la cronaca di Dario Mazzocchi. 

Dario Mazzocchi
Le elezioni farsa per scegliere il nuovo presidente dell'Iran si terranno anche nelle università italiane. Un messaggio dai toni minacciosi e retorici, invita gli studenti iraniani in Italia a partecipare. E il Politecnico di Milano rilancia il messaggio della Repubblica Islamica, di uno Stato che perseguita i dissidenti anche all'estero.

Una mail datata 12 giugno che ha per oggetto “Elezioni presidenziali della Repubblica islamica dell’Iran del 28 giugno 2024”. Mittente: il Politecnico di Milano. Un messaggio che coglie di sorpresa e lascia senza parole gli studenti universitari iraniani in Italia che se la ritrovano nella propria casella e che cominciano a chiedere conferma all’interno delle loro cerchie, tra screenshot, storie su Instagram e post su X.
Non è una fake news, l’indirizzo del mittente noreply-segreteriestudenti-ased@polimi.it esiste e la conferma arriva dallo stesso polo universitario meneghino: la mail è stata inviata dagli uffici «dopo che il Politecnico è stato contattato dall’ambasciata, come sempre fatto con le ambasciate dei vari Paesi che lo segnalano/richiedono». Il testo, scritto sia in lingua italiana che in inglese, informa che l’ambasciata dell’Iran a Roma e il consolato di Milano sono disponibili a raccogliere i voti per tutti gli aventi diritto al voto che sono residenti in Italia. La firma riporta: “Cordiali saluti, Politecnico di Milano – Area didattica”.

TONI MINACCIOSI

La tornata elettorale giunge dopo la scomparsa dell’ayatollah Ebrahim Raisi, vittima di un incidente in elicottero lo scorso 19 maggio in cui hanno perso la vita anche il ministro degli Esteri Hossein Amir-Abdollahian e altri funzionari governativi. Quella che in apparenza è solo una mail informativa si trasforma così in una vera e propria chiamata alle urne, con i toni retorici del regime islamico. Lo testimonia l’allegato trasmesso dall’account del Politecnico, a firma dell’ambasciata di Teheran.
«La Repubblica – recita - è la quintessenza della rivoluzione islamica, il cui centro di gravità sono le elezioni. Per sottolinearne l'importanza basti ricordare la storica dichiarazione del fondatore della Repubblica islamica dell’Iran, Imam Khomeini (R.A.),: “Il criterio è il voto del popolo”. Indubbiamente, le elezioni sono il luogo d’eccezione in cui con lungimiranza e senso critico si pongono le basi per un futuro luminoso, di prosperità e onore per la nazione»: una chiamata alle urne, per interposta istituzione, che vuole sottolineare come «priorità importante nelle elezioni è una partecipazione generale, che sola dimostra come la nazione iraniana sia viva e interessata al destino del Paese». Poche righe sotto, l’invito comincia ad assumere i toni della minaccia: «Per questo motivo, è forte l’auspicio che il saggio popolo dell’Iran, sia all’interno dei suoi confini che all’estero, anche questa volta svolga il proprio epico ruolo e contribuisca all’elevazione del Paese con una presenza entusiasta alle cabine elettorali». Quindi la stoccata finale: «È indubbio che astensione e indifferenza comporteranno seri rischi nel processo di sviluppo politico, economico e di sicurezza del Paese, nonché in ambito internazionale».
Di certo non sono rimasti indifferenti alla mail gli universitari iraniani che soggiornano in Italia, che hanno sin da subito cercato una conferma tra di loro e poi, chiedendo di rimanere anonimi, hanno condiviso le immagini e i contenuti dei social per trovare conferme ed esprimere preoccupazione.
Colpisce certamente che il Politecnico di Milano rilanci senza troppi scrupoli un messaggio propagandistico di uno Stato che dà la caccia ai dissidenti e si macchia della morte di molti di loro: lo stesso Raisi era conosciuto come «il macellaio di Teheran», tra i responsabili nel 1988 delle esecuzioni di migliaia di prigionieri politici, giustiziati e ammassati in fosse comuni.
L’istituto universitario nelle scorse settimane si era dimostrato fermo nel voler portare avanti le proprie collaborazioni con gli atenei israeliani, nonostante le forti proteste dei collettivi studenteschi e di alcuni professori e ricercatori. Per poi prestare il fianco al regime iraniano cliccando semplicemente il taso “inoltra”.

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