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Libero Rassegna Stampa
14.06.2024 Razzi dal Libano, Israele risponde eliminando il n.2 di Hezbollah
Cronaca di Amedeo Ardenza

Testata: Libero
Data: 14 giugno 2024
Pagina: 19
Autore: Amedeo Ardenza
Titolo: «Razzi dal Libano, Israele risponde eliminando il n.2 di Hezbollah»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 14/06/2024, a pag. 19, con il titolo "Razzi dal Libano, Israele risponde eliminando il n.2 di Hezbollah", la cronaca di Amedeo Ardenza 

Razzi di Hezbollah dal Libano meridionale piovono tutti i giorni sul Nord di Israele. La risposta israeliana non si fa attendere: eliminati i capi di Hezbollah con raid mirati. Compreso Taleb Abdullah, il secondo uomo più importante del "partito di Dio".

Giovedì sera le Israel Defense Forces (Idf) hanno colpito tre obiettivi di Hezbollah nel sud del Libano in risposta al più intenso attacco dallo scorso ottobre, quando la milizia sciita libanese si è unita alla guerra di Hamas contro Israele.
Nella sola giornata di ieri Hezbollah ha lanciato 150 razzi e 30 droni incendiari sul nord dello stato ebraico, cifre confermate ad al Jazeera da un rappresentante rimasto anonimo del gruppo libanese.
«Questo è l’attacco più grande e completo dall’8 ottobre. Ha lo scopo di scoraggiare Israele e di rispondere all'assassinio di Sami Taleb Abdullah», ha affermato la fonte. Mercoledì pomeriggio le Idf avevano confermato di aver eliminato Abdullah in un attacco contro un centro di comando di Hezbollah nella zona di Jouaiyya, nel Libano meridionale. Abdullah aveva il grado di comandante, che nella gerarchia della milizia armata sciita equivale a quello di generale di brigata.
Considerato uno dei capi della milizia, responsabile dell’unità Nasr e delle operazioni missilistiche contro Israele, Abdullah era fisicamente anche vicino al segretario generale di Hezbollah, Hassan Nasrallah. La sua frequentazione del bunker dove da anni Nasrallah si nasconde per sfuggire a un omicidio mirato israeliano – così è morto il suo predecessore Abbas al-Musawi – ha messo in allarme lo stesso numero uno del gruppo: come spiegava ieri al Jerusalem Post il professor Amatzia Baram, storico dell’Università di Haifa, «Nasrallah si rende conto che le Idf hanno la capacità di ucciderlo. Contrariamente a quanto si creda, Nasrallah non è animato dal desiderio del martirio. E capisce che sarebbe il prossimo in fila a morire se scoppiasse una guerra su vasta scala».
Ecco perché il gruppo libanese bombarda forte concentrandosi però su obiettivi militari: se colpisse in maniera sistematica anche obiettivi civili, Israele potrebbe rispondere massicciamente coinvolgendo l’intero Libano nel conflitto.
Senza dimenticare che mesi fa Joe Biden ha messo in guardia Hezbollah né ha escluso un intervento diretto degli Stati Uniti al fianco di Israele contro il più pericoloso e bene armato degli alleati dell’Iran.
La circostanza che gli attacchi di Hezbollah siano prevalentemente orientati su obiettivi militari deve essere sfuggita a quei pochi abitanti del nord d’Israele che non sono sfollati più a sud mesi fa. Decine di migliaia di loro concittadini si guardano bene dal tornare alle loro case incluse nel raggio di azione di Hezbollah. Negli scorsi giorni vaste zone agricole sono andate a fuoco dopo essere state colpite da droni incendiari. Ieri, dopo che schegge di missili dal Libano hanno ferito quattro persone, Moshe Davidovich, presidente del consiglio regionale di Mateh Asher, ha dichiarato: «Esigiamo un piano immediato per mantenere la sicurezza dei residenti del nord».

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