Non si può bloccare la costruzione della barriera di sicurezza va fermato prima il terrorismo palestinese
Testata: La Stampa Data: 11 agosto 2003 Pagina: 1 Autore: Fiamma Nirenstein Titolo: «L'America e il»
Riportiamo l'articolo di Fiamma Nirenstein che illustra in modo chiaro e sintetico i motivi per cui Sharon non può fermare la costruzione del muro. E' pubblicato su La Stampa lunedì 11 agosto 2003. Quando minacciano gravi misure economiche nel caso in cui Israele non blocchi la costruzione della barriera tra la West Bank e il suo territorio, come ha fatto Colin Powell, gli Usa compiono un utile gesto di rafforzamento della leadership di Abu Mazen. Il primo ministro palestinese si batte su due temi politici estranei alla road map, inerenti invece alla sua immagine e alla sua popolarità: i prigionieri e il muro. L’Amministrazione lo sostiene spingendo Israele a compiacerlo, perché teme di perderlo nelle fauci degli estremisti. Ma poiché la verità politica è sempre rivelata nei discorsi dei leader, se gli Usa ascoltassero meglio le parole di Sharon eviterebbero di correre il rischio di spingere troppo ottenendo così l’effetto opposto. Egli ripete che è impossibile bloccare del tutto la costruzione del muro perché la leadership palestinese (contro le regole stabilite dalla road map) non si decide ad affrontare le organizzazioni terroriste. E ripete anche che sulla sicurezza, dopo mille morti in tre anni di attentati, Israele non può deflettere. Di fatto gli avvisi di sicurezza sugli attentati sono diminuiti da 300 a 156 al giorno. E’ pur qualcosa, ma 156 è ancora un bel numero. Le fabbriche d’armi e di esplosivi continuano a fiorire così come i campi estivi per bambini come quello intitolato a Wafa Idris, la terrorista suicida di Gerusalemme; i missili Kassam in questo mese di tregua hanno goduto di migliorie tecniche fino a raggiungere i venti chilometri di gittata. E Gaza, avendo una barriera che la circonda, non è mai diventata una base di partenza di terrorismo suicida. Certo, il muro nella testa di alcuni politici e dei coloni può essere un modo per creare dati di fatto in territorio palestinese; ma alla base del gioco della pace è ancora oggi, ancora di più, la sicurezza. Di fatto Sharon rallenterà la costruzione per non litigare con Bush, ma non ammetterà mai che la sicurezza passi in secondo piano. La trattativa sui Territori non avverrà finché la prima parte della road map non si cementerà sulla tregua fisica. Invitiamo i lettori di informazionecorretta.com ad inviare il proprio parere alla redazione de La Stampa. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita