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Informazione Corretta Rassegna Stampa
12.06.2024 Surreale intervista della BBC al portavoce dell' IDF
Diario di guerra di Deborah Fait

Testata: Informazione Corretta
Data: 12 giugno 2024
Pagina: 1
Autore: Deborah Fait
Titolo: «Surreale intervista della BBC al portavoce dell' IDF»

Surreale intervista della BBC al portavoce dell' IDF
Diario di guerra di Deborah Fait

La giornalista inglese della BBC intervista Jonathan Conricus, ex portavoce dell'IDF e gli chiede se non fosse stato meglio avvertire i civili palestinesi che facevano da carcerieri degli ostaggi, nell'imminenza del raid. Così almeno "potevano fuggire". Domanda più surreale della storia del giornalismo. Ma è rivelatrice di come, in Europa, si continui a vedere la guerra a Gaza.

Sembra impossibile ma è accaduto anche questo a conferma del detto che la madre dei cretini è sempre incinta. Una giornalista della BBC ha chiesto all’ ex portavoce dell’IDF, Jonathan Conricus, per quale motivo non avessero avvisato i palestinesi sull’operazione di salvataggio degli ostaggi prigionieri di Hamas. La domanda è stata: ”Jonathan, c’è preoccupazione per la morte di tanti palestinesi. Non credi che Israele avrebbe dovuto avvisare i civili che detenevano gli ostaggi così avrebbero potuto andarsene senza essere uccisi?” Il volto di Conricus è stato eloquente prima delle sue parole, poi, sorridendo, ha spiegato, paziente: “ Non potevamo assolutamente anticipare l’operazione senza farla saltare col rischio, anzi con la certezza, che avrebbero ammazzato gli ostaggi”. C’è da chiedersi dove li trovano certi giornalisti e soprattutto perchè li fanno parlare di cose che non conoscono. Questa della BBC ha fatto una domanda stupida senza capirne l’assurdità, una domanda talmente surreale che praticamente le si è rivolta contro provocando sonore risate sarcastiche, altri usano invece solamente la cattiveria diffondendo così ostilità e odio contro Israele. Conricus ha specificato che i civili sono sempre stati complici di Hamas che ha portato molti degli ostaggi in case private dove, come ha raccontato Noa, liberata durante l’operazione, erano rinchiusi in stanze lontane dalla famiglia, alla mercè del padrone di casa. In 245 giorni le hanno permesso poche volte di fare una doccia e, nei minuti d’aria concessile, nel giardino di casa, doveva vestirsi da araba velata di tutto punto. Il portavoce ha anche specificato che i civili palestinesi sono morti negli scontri a fuoco perché erano tutti armati, non solo gli affiliati di Hamas. Non esistono civili innocenti a Gaza, al di sopra dei tre anni di età, e quelli non direttamente coinvolti, sono più o meno apertamente, conniventi. I filmati del 7 ottobre mostrano che migliaia di cosiddetti civili si sono aggregati ai tagliagole di Hamas, padri e figli insieme hanno stuprato, smembrato, ucciso al Nova Festival, saltando addosso ai ragazzi e ragazze che ballavano ignari dell’arrivo dei mostri che li avrebbero ammazzati, torturati e fatti a pezzi. Poi, arrivati nei kibbuzim, hanno continuato l’inferno, hanno messo a cuocere i neonati nei micro onde, hanno commesso l’inenarrabile. Hamas ha avuto il valido diabolico aiuto dei civili palestinesi nel portare a compimento le sue atrocità e mi disgusta sentir dire frasi sceme del tipo “I palestinesi non sono Hamas”. I palestinesi sono Hamas e godono, urlando la loro felicità a Allah, nel veder torturare e ammazzare gli ebrei. Diciamolo una volta per tutte! E i loro fratellini occidentali, quelli che urlano per la Palestina, non sono da meno. Una delle immagini che più mi ha fatto star male è di una ragazza con mascherina sul volto e kefiah al collo, che alza il suo telefonino con la scritta “Loro non torneranno a casa”, “They are not coming Home”, risposta di una gelida ferocia tale da far venire i brividi,  all’invocazione “Portateli a casa, subito”. Come scrive l’amica Barbara che ha pubblicato l’immagine sul suo blog, è un desiderio che sale direttamente dalle fogne. https://ilblogdibarbara.wordpress.com/

Didascalia

Non è possibile, e ce ne siamo accorti esattamente poche ore dopo le stragi del 7 Ottobre, combattere l’antisemitismo. Credevamo che il ricordo della Shoah fosse un deterrente all’antico, millenario, odio. Enorme errore, Non esiste antidoto al virus e, in Occidente, ogni giorno, con la scusa della libertà di espressione e un’ipocrisia tremenda, continua ad essere sempre più viva, efficiente e crudele quell’onda rossa che travolge tutto, che abusa la verità,  che brutalizza chiunque sia ebreo e urla, con tutto l’odio che possiede in corpo, che Israele deve essere distrutto. Da giorni, ora dopo ora, il nord di Israele è colpito da missili, razzi e droni di Hezbollah. Senza sosta,  quasi ininterrottamente. Le sirene suonano a Haifa, fino a Acco e Naharia. Dall’inizio della guerra di Hezbollah contro Israele, dopo il 7 Ottobre, dal Libano sono stati sparati più di 20.000 razzi, missili, droni esplosivi. Il nord è disabitato, i cittadini sono stati portati al centro del paese, hanno abbandonato le case, molte delle quali sono state distrutte. Le coltivazioni della Galilea e del Golan sono ridotte in cenere. Ne avete sentito parlare dai media, lo avete letto da qualche parte? No, ma, tranquilli, lo sentirete ampiamente non appena Israele deciderà di entrare in Libano per rispondere seriamente al fuoco nemico. Le cose funzionano così: Israele può essere colpito ma guai se risponde al fuoco. Allora, di colpo, tutto il mondo si sveglia e riprende il martellamento antisemita.

Deborah Fait
Deborah Fait


takinut3@gmail.com

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