Riprendiamo da LIBERO di oggi, 11/06/2024, a pag. 12 l'articolo "Putin esulta: sconfitti i pro-Kiev. Ma non è vero niente"
La guerra tra Russia e Ucraina è un conflitto statico stile Grande Guerra sulla cui immagine dipende da una capacità propagandistica di presentare la propria posizione, che però poi si può facilmente rovesciare. Così la incapacità russa di risolvere un conflitto che aveva pensato di concludere in tre giorni e la necessità di ritirarsi da territori troppo estesi hanno creato una immagine di vantaggio ucraino. Poi la difficoltà ucraina a fare ulteriori avanzate ha rivalutato la Russia. Ma adesso la decisione di molti occidentali di fornirne nuove armi e munizioni con una autorizzazione a colpire in profondità è tornata a rendere Mosca nervosa. Viene da qui anche la narrazione del Cremlino secondo cui queste elezioni per il Parlamento Europeo avrebbero visto l’elettorato europeo pronunciarsi in senso anti-ucraino. In realtà, con i molti dati a disposizione che mettono consultazioni del genere si può dimostrare di tutto. Il punto è che a livello europeo si è però rafforzato di 10 seggi il Ppe, che è sicuramente schierato con l’Ucraina. In questo senso la sconfitta del debole e spesso esitante Scholz significa poco e significa poco anche il dato AfD, vista la vittoria Cdu-Csu. Un seggio perso dalla Sinistra e 18 dai Verdi sono pure leggibili come indebolimento delle posizioni filo-Mosca. A parte i 4 seggi persi dai socialisti, ci sono poi i 23 persi da Renew, che a parte i mancati quorum italiani sono dovuti essenzialmente alla scomparsa dei Ciudadanos spagnoli e alla ripresa dei socialisti francesi, che si sono ripresi una parte dello spazio ceduto a Macron. Macron con le posizioni prese negli ultimi mese aveva effettivamente preso una immagine di filo-Zelensky intransigente. Però il successo del governo italiano riguarda un esecutivo che come quello della Meloni si è schierato con decisione dalla parte di Kiev, e in questo senso vanno i quattro seggi che il gruppo dei Conservatori e Riformisti della Meloni ha acquisito. Più filo-Putin è invece l’immagine dell’altro gruppo di destra di Identità e Democrazia, che è avanzato di 9 seggi. Però in questo gruppo c’è il Pvv di Wilders che nel fare un governo ha preso impegni filo-ucraini, e anche Marine Le Pen ha fatto una campagna elettorale in questo senso. L’effetto anti-Putin risulta forte soprattutto nell’area di Visegrad. In Polonia, dove l’alleanza Coalizione Civica del primo ministro Tusk, nel Ppe, ha avuto il 38,2% dei voti, pari a 21 seggi, contro gli euroscettici di Diritto e Giustizia (Pis), al 33,9% dei voti con 19 seggi. Ma anche Pis è (o è stato quando governava) anti -Pu tin. Può essere considerata filo -Pu tin la Confederazione, che si è avvantaggiata del clima di guerra civile per prendere 6 seggi, ma comunque al 12,1. Anche a Budapest c’è un exploit del Ppe con Peter Magyar, ex esponente del partito di Or ban, il cui nuovo partito, Tisza (Rispetto e Libertà) ha conquistato il 32%, mentre Fidsz scende dal 53 al 44. E in Slovacchia Fico è stato superato dai liberali di Slovacchia Progressista, con il 31% contro il 28.
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