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La Repubblica Rassegna Stampa
08.06.2024 Il G7 non può tradire l’Ucraina
Analisi di Mikhail Khodorkovsky

Testata: La Repubblica
Data: 08 giugno 2024
Pagina: 27
Autore: Mikhail Khodorkovsky
Titolo: «Il G7 non può tradire l’Ucraina»

Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 08/09/2024, a pag. 27, con il titolo "Il G7 non può tradire l’Ucraina", l'analisi di Mikhail Khodorkovsky.

Chi è Mikhail Khodorkovsky, l'imprenditore russo oppositore di Putin che  vive in esilio
Mikhail Khodorkovsky, fu uno dei più importanti imprenditori energetici russi, arrestato arbitrariamente nel 2003. Sfuggito dalle mani del regime di Putin, si è salvato fuggendo in Inghilterra, dove vive protetto da guardie del corpo private.
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Le democrazie devono unirsi e fare scudo contro le dittature. Se la Russia dovesse vincere non si fermerà all'Ucraina, il dovere del G7 è sostenere il governo di Zelensky fino alla vittoria

Mentre il G7 si prepara a riunirsi in Italia, i partecipanti devono considerare che se l’Occidente non sostenesse l’Ucraina fino alla vittoria, abbandonerebbe non solo il futuro dell’Ucraina, ma anche il proprio. Putin non si fermerà all’Ucraina, mentre in tutto il mondo le dittature già in risalita saranno ulteriormente rafforzate. Se i Paesi del G7 continueranno a tergiversare e non prenderanno le misure necessarie per sconfiggere Putin, sacrificheranno la libertà delle generazioni future a un mondo gestito da tiranni, criminali e autocrati. Purtroppo, però, l’Occidente sta perdendo questa guerra e i suoi attuali livelli di sostegno all’Ucraina non saranno sufficienti a impedire a Putin di conquistare le regioni chiave dell’Ucraina nei prossimi due anni. Le forze ucraine hanno combattuto eroicamente, ma hanno ricevuto solo gli strumenti per non perdere. Il tempo è dalla parte di Putin. Diamo un’occhiata ai numeri. Putin spende circa 120 miliardi di dollari all’anno per la sua guerra — circa il 5,4 per cento dei 2.200 miliardi di dollari del Pil russo, anche se alcuni economisti ritengono che i costi siano ancora più elevati. Il proiettile più comunemente usato dall’artiglieria russa costa circa 500 dollari. È vero che non sono così precisi e che domani potrebbero costare di più, ma il divario è ancora troppo grande. Gli aiuti europei a Kiev in due anni ammontano a 88 miliardi di dollari, circa lo 0,25 per cento del Pil dell’Ue. I proiettili utilizzati dall’esercito ucraino costano tra i 5000 e gli 8000 dollari. È anche vero che l’esercito di Putin è afflitto dalla corruzione, ma questo da solo non può annullare un vantaggio di tale portata. Inoltre, la corruzione non esiste solo in Russia. Anche considerando il contributo americano, Putin stava superando l’Occidente in un rapporto di almeno 2,5:1. Quest’anno, senza il sostegno degli Stati Uniti, dato che alcuni politici americani hanno sacrificato la sicurezza globale sull’altare della politica di partito, questo rapporto ha raggiunto il 4:1, come si aspettavano gli osservatori in prima linea. Questo dovrebbe essere un campanello d’allarme per i Paesi europei. All’inizio della guerra, la popolazione russa era di 142 milioni di abitanti contro i 40 milioni dell’Ucraina — un rapporto di circa 3,5:1. Ora, due anni dopo, si stima che la popolazione del territorio libero dell’Ucraina sia scesa a 24 milioni, o anche meno. Ovvero, il rapporto è oggi di 6 o 7 a 1. Putin può buttar via le vite russe senza scrupoli, mandando al fronte tutta la carne da cannone che ritiene necessaria. L’Ucraina non può giocare allo stesso modo con le vite del suo popolo. Ma con le forniture attuali, Kharkiv cadrà entro l’anno e Odessa l’anno prossimo. Entro il 2026, l’Ucraina sarà in grado di mantenere solo una guerriglia su piccola scala. Leopoli sarà protetta se le truppe polacche, come parte della Nato, entreranno in città. Resta da chiedersi perché l’Occidente sia così incerto nel concedere all’Ucraina il sostegno di cui ha tanto bisogno e che merita. Una spiegazione potrebbe essere il timore di peggiorare una situazione instabile. Un’altra è la pia illusione che se si permette a Putin di conquistare l’Ucraina, in tutto o in parte, si fermerà lì. Un risultato molto più probabile di questo tipo di acquiescenza, tuttavia, è che alla fine di questa guerra le truppe russe saranno al confine con la Polonia. E ad esse si uniranno alcuni ucraini che, risentiti per il tradimento dell’Occidente e per un disperato bisogno di sopravvivere, saranno costretti a unirsi a un esercito russo-ucraino sotto il comando del Cremlino. Abbiamo già visto una dinamica simile nel Donbass. Alcuni ritengono che Putin sia disposto a fermare la guerra di propria iniziativa, di fronte alle crescenti difficoltà della sua economia, e che non sia necessario provocarlo. Si tratta di un fatale errore di valutazione della psicologia di un bandito. Il bandito è pronto a fermarsi non quando la vittima si ritira, ma quando mostra di essere capace di difendersi. Putin ha certamente il sostegno dei suoi alleati. Xi Jinping ha detto che non ci sono limiti alla cooperazione sino-russa. Quando le democrazie non riescono a unirsi, i dittatori si sentono autorizzati ad agire a loro piacimento senza temere conseguenze. Putin non ha bisogno di territorio. Ha bisogno di guerre per realizzare la sua agenda interna e un Occidente debole gli offre un bersaglio facile. Se le nazioni del G7 vogliono evitare una guerra mondiale devono rendersi conto che, se continueranno a trattare con gli autocrati del mondo con un misto di indecisione, di leggerezza e di velleitarismo, ne otterranno una dovuta alle loro scelte. Spero quindi che, incontrandosi in Italia, comprendano l’urgenza del compito che hanno di fronte e le conseguenze di un fallimento per l’Ucraina, per loro e per il futuro delle democrazie mondiali. Traduzione di Luis E. Moriones

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