“Non ci sono più le condizioni per ricevere le aziende israeliane alla fiera francese, in un contesto in cui il Presidente della Repubblica chiede la cessazione delle operazioni israeliane a Rafah”, ha detto Sébastien Lecornu, Ministro della Difesa francese, al canale BFMTV, annullando il loro invito alla mostra Eurosatory, un Salone internazionale della difesa e della sicurezza territoriale che sarà inaugurato a Parigi il 17 giugno. Una decisione resa pubblica il 31 maggio, poche ore prima che il Presidente Biden rivelasse che Israele aveva presentato un piano di pace che accettava la cessazione delle operazioni e il ritiro delle sue truppe nel quadro di un accordo globale che avrebbe permesso il rilascio di tutti gli ostaggi e la fine del conflitto. Dobbiamo credere che il Quai d'Orsay non ne fosse al corrente? O che non abbia ritenuto opportuno informare il Ministro della Difesa? Va detto che, dopo settimane e mesi durante i quali la Francia, e purtroppo non è la sola, cerca di rendere lo Stato ebraico l’unico responsabile della continuazione delle ostilità - in seguito all’attentato del 7 ottobre, cosa che non ripeteremo mai abbastanza - il piano che propone delle considerevoli concessioni da parte di Gerusalemme la prende in contropiede. Vediamo alcuni titoli eloquenti riportati dai media francesi: per Le Monde, “Joe Biden, intrappolato dal suo sostegno a Israele, sta cercando di trovare una via d’uscita dalla guerra a Gaza.” Avete capito bene: il Presidente americano interviene per tentare di assicurarsi la rielezione. Per Le Figaro: “Joe Biden afferma che Israele ha proposto un nuovo accordo“globale” di cessate il fuoco… quello che sappiamo del piano di pace per Gaza proposto da Joe Biden.” Piccola contraddizione, ma di chi è esattamente questo piano? Quanto a BFMTV, questo importante canale di notizie annuncia semplicemente che “Hamas vede positivamente la nuova proposta di cessate il fuoco annunciata da Biden.”
Abbiamo capito: qui c'è uno sforzo concertato per non riconoscere e cercare di nascondere il fatto che non sono gli Stati Uniti a presentare questa proposta, ma Israele, nonostante tutti i rischi che essa comporta. Dei rischi reali per la sua sicurezza, perché è difficile credere che l'organizzazione terroristica quale è Hamas rispetterà i suoi impegni. Degli impegni che secondo Biden sarebbero garantiti dal Qatar. Vorremmo vedere come il piccolo emirato, roccaforte dei Fratelli Musulmani, svolgerebbe davvero il suo ruolo. Dei rischi reali riguardanti anche la stabilità di un governo di coalizione dipendente dalla sua ala più estremista e la sopravvivenza del Primo Ministro. In questo attacco di malafede, per non dire di faziosità, c’è stato tuttavia il discorso coraggioso della Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, solitamente così pronta a criticare Israele: lei ha accolto con favore la “realistica” road map israeliana, ritenendo che possa offrire “una reale opportunità” per porre fine alla guerra.