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Riprendiamo dal sito www.israele.net - diretto da Marco Paganoni - un articolo di Nadav Shagai da Israel HaYom, dal titolo "I volonterosi alleati di Hamas in Occidente". Si immagini uno scenario in cui la Corte dell’Aia (che allora non esisteva) o qualche altro tribunale internazionale avesse ordinato a Winston Churchill di fermare, completamente o in parte, lo sforzo bellico contro la Germania. Se fosse accaduta una cosa così impensabile, e gli Alleati avessero dovuto sospendere i combattimenti, ciò avrebbe aiutato i nazisti, ovviamente avrebbe ritardato la loro resa e avrebbe permesso loro di continuare con i loro crimini e lo sterminio del popolo ebraico. Il parallelo storico con il 1945 viene subito in mente perché oggi la Corte dell’Aia sta aiutando Hamas – i nazisti del nostro tempo, che hanno ripetutamente promesso di distruggere Israele e sterminare il suo popolo – a persistere senza arrendersi. Hamas si rifiuta di arrendersi e di rilasciare gli ostaggi. La Corte dell’Aia sta dunque aiutando una delle organizzazioni terroristiche più odiose del mondo a mantenere il proprio potere e persistere con le sua malvagità continuando a perpetrare crimini di guerra e crimini contro l’umanità. Sul piano sia morale che pratico, Israele deve rifiutarsi di sottostare alla sentenza della Corte Internazionale di Giustizia. Nessun altro esercito al mondo si comporta come le Forze di Difesa israeliane a Gaza. I giudici dell’Aia che cercano di bloccarle a Rafah (e questo è solo l’inizio) lo sanno benissimo. Ma la loro sentenza arrogante e ipocrita non è legale: è politica, faziosa e alimentata da ostilità di preconcetta verso Israele, dunque antisemita. E’ anche macchiata da un evidente doppio standard, dal momento che vengono ignorate guerre ed eserciti contemporanei che hanno ucciso decine di migliaia di non-combattenti, mentre si prende di mira in modo aggressivo Israele, il paese che passa cibo acqua e carburante ai suoi nemici nel pieno dei combattimenti, fornendo anche aree protette per i “non implicati”. Negli annali della storia, la sentenza della Corte dell’Aia sarà ricordata come un record di bassezza. Gli storici analizzeranno come questo organismo giudiziario abbia potuto deteriorarsi fino a questo punto, mentre il prevedibile rifiuto di Israele di sottomettersi alla sentenza apparirà, col senno di poi, come uno spiraglio di luce nell’oscurità più profonda. (Da: Israel HaYom, 30.5.24)
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