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israele.net Rassegna Stampa
21.05.2024 Fin dove si spinge la cinica ferocia dei nazi-islamisti
Bambini in ostaggio usati da Hamas per fare propaganda

Testata: israele.net
Data: 21 maggio 2024
Pagina: 1
Autore: Redazione di Israele.net
Titolo: «Fin dove si spinge la cinica ferocia dei nazi-islamisti»

Riprendiamo dal sito www.israele.net - diretto da Marco Paganoni - l'articolo "Fin dove si spinge la cinica ferocia dei nazi-islamisti"

Le sorelle Elyakim esposte da Hamas in uno dei primi video di propaganda da Gaza. Il movimento terrorista palestinese non esita a usare i bambini prigionieri per la propaganda, così come non esita a usare i bambini palestinesi come scudi umani.

Le Forze di Difesa israeliane hanno diffuso domenica sera un filmato recuperato dai soldati che operano nella striscia di Gaza. Il video mostra due ex ostaggi israeliani minorenni – Ela Elyakim, di 8 anni, e Dafna Elyakim di 15 anni – filmate dai terroristi davanti a una bandiera delle Brigate al-Qassam di Hamas.

Nel breve video di propaganda, che i terroristi hanno girato ma non hanno mai diffuso, Ela si presenta e chiede al governo israeliano di liberare lei e i suoi compagni di prigionia (cedendo alle condizioni dei terroristi), e specifica che è trattenuta da Hamas.

Canale 12 precisa che la pubblicazione del video è stata approvata dalla famiglia e dai militari.

Le sorelle Ela e Dafna vennero sequestrate il 7 ottobre da terroristi palestinesi nella casa del padre, nel kibbutz Nahal Oz, e deportate a Gaza.

Il padre Noam, la sua attuale compagna Dikla Arava e il figlio di lei Tomer, di 17 anni, furono tutti uccisi quello stesso giorno. Un terrorista trasmise in diretta streaming sulla pagina Facebook personale di Dikla un video che li mostrava tenuti in ostaggio prima d’essere uccisi. Il video è diventato uno dei simboli più dolorosi della carneficina del 7 ottobre.

Dopo 51 giorni nella mani dei terroristi, il 26 novembre le sorelle Ela e Dafna sono state rilasciate nel quadro dell’accordo temporaneo di cessate il fuoco mediato da Qatar e Stati Uniti, e hanno potuto ricongiungersi con la madre Maayan Zin, che vive a Kiryat Ono, nel centro di Israele.

Il portavoce delle Forze di Difesa israeliane Daniel Hagari ha affermato che, una volta liberata, Ela ha raccontato come i terroristi l’avessero costretta a leggere un copione, a cambiarsi d’abito e a girare più e più la spietata sequenza.

(Da: Times of Israel, Jerusalem Post, 19.5.24)

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