L’Accademia delle menzogne Commento di Ariela Piattelli
Testata: Shalom Data: 20 maggio 2024 Pagina: 1 Autore: Ariela Piattelli Titolo: «L’Accademia delle menzogne»
Riprendiamo da SHALOM online il commento di Ariela Piattelli dal titolo "L’Accademia delle menzogne".
Ariela Piattelli
Ci sono molti tratti estetici che raccontano la vera natura dell’ “intifada universitaria” che incendia gli atenei americani e tenta di sfondare anche in Europa. Due esempi d’oltreoceano: l’immagine della bandiera di hezbollah all’università di Princeton ai piedi di un ragazzo con kefiah al collo che scimmiotta i sessantottini con una chitarra. Un individuo che a Stanford indossa il passamontagna dei terroristi di Hamas mentre maneggia uno smartphone. Queste e tante altre immagini sono il simbolo della pericolosa deriva che avvelena gli atenei in Occidente e si nutre di finanziamenti, campagne di comunicazione, impostori ed infiltrati che si confondono con gli studenti, manuali con istruzioni precise per abilitare i terroristi a difensori dei diritti. Un’accademia della distorsione che campeggia fuori dalle porte delle università, anche di quelle italiane: come a Bologna, a Napoli e a Roma, dove i gruppi propal hanno piantano le tende per inneggiare all’ “intifada studentesca” nei chiostri delle facoltà e davanti ai monumenti. Castelli di bugie piantati nei campus dei templi del sapere, che sfidano le forze dell’ordine e le condanne di governi e rettori i quali resistono e reagiscono.
Chi foraggia, dunque, i nemici d’Israele? In questo numero di Shalom raccontiamo la sofisticata rete del male, fatta di finanziamenti e l’invenzione di una pseudo-cultura piazzata sotto i piedi delle menzogne affinché possano poggiare su qualcosa. Una paccottiglia dietro lo scudo di slogan come “dal fiume al mare” o “stop all’apartheid”, dell’antisionismo, che mal cela un antisemitismo ben radicato. L’impennata antisemita è documentata da varie organizzazioni internazionali ed ha un volto ben preciso, come raccontiamo nel magazine. Ed è l’onda lunga che continua ad investire l’Europa e l’Italia, dove un albergatore non accetta ebrei nella sua struttura, un consigliere comunale si definisce “partigiano palestinese” e sul palco del Teatro Goldoni di Livorno, alla fine della Turandot di Puccini, maestranze e attori espongono uno striscione con su scritto “stop al genocidio”.
È l’altro fronte di guerra che minaccia l’Occidente e i suoi valori, parallelo a quello in Medio Oriente in cui Israele ancora combatte per la sua esistenza contro i terroristi e i suoi fiancheggiatori.
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