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Internazionale Rassegna Stampa
01.08.2003 Israele non è un paese militarista
ma Internazionale insiste

Testata: Internazionale
Data: 01 agosto 2003
Pagina: 1
Autore: la redazione
Titolo: «estratti dall'Internazionale»
A pag.102 è pubblicato un servizio fotografico dal titolo: "Paesaggi di guerra", di S.Norfolk.
A commento delle varie foto troviamo molte inesattezze.

Israele è uno dei paesi più militarizzati del mondo.

Seguono alcuni dati riferiti all'impegno militare dello stato ebraico.

La presenza dell'esercito si avverte ovunque: muri, posti di blocco, steccati, filo spinato. E il conflitto israelo-palestinese disegna così i paesaggi di una terra senza pace.

Perchè Internazionale non spiega il motivo per il quale Israele è costretto ad essere così armato?
Non basta supporlo, occorre spiegarlo, ovvero perchè, se Israele non avesse quella forza militare che gli consente una relativa tranquillità, oggi, molto probabilmente, sarebbe stato già cancellato dalla faccia della terra.
Un piccolo stato ebraico in mezzo ad un mare di odio arabo, ecco perchè Israele deve essere armato in tal modo.
Lo si capisce bene anche dalla foto pubblicata a pag.105, Masada.
La didascalia spiega correttamente il suicidio di massa degli ebrei per non cadere nelle mani dei romani.
Molti soldati prestano qui giuramento, gridando "mai più Masada", mai più indifesi.
Era bene collegare questa foto e questa didascalia a quella relativa all'impegno militare odierno di Gerusalemme.

Una foto di una costruzione del campo profughi di Jenin:

Dopo le incursioni dell'esercito israeliano dell'aprile 2002, durate 12 giorni.
Almeno 50 palestinesi sono morti nell'operazione e circa 200 edifici sono stati distrutti.
Secondo il governo di Tel Aviv, nel campo si trovavano i responsabili dell'attentato suicida compiuto
compiuto da chi? Ci vuole tanto ad aggiungere da un palestinese?
a Netanya nel marzo 2002 è costato la vita a 28 persone.
Solo adesso è cominciata la ricostruzione.

Dopo una campagna diffamatoria e propagandistica (alla quale ha partecipato anche Internazionale), l'Onu ha posto fine alla storiella del (mai esistito), massacro di Jenin.
A Jenin fu vera battaglia tra l'esercito israeliano e i terroristi palestinesi che non ebbero scrupoli ad usare civili come scudi umani o trappole bomba.
A Jenin ci furono 52 vittime palestinesi e 23 israeliani.
Perchè il settimanale ha citato solo le vittime palestinesi? Evidentemente perchè sono quelle che gli stanno più a cuore, visto che non ha mai pubblicato uno straccio di servizio sulle conseguenza degli attentati kamikaze.
Vorremmo inoltre ricordare al Sig. De Mauro, che la capitale d'Israele (sede del governo e della Knesset), è Gerusalemme, non Tel Aviv.

I bulldozer israeliani hanno reso impraticabile la strada che da Jenin porta a Nablus. Le persone devono arrampicarsi sui terrapieni. I veicoli non passano e gli asini sono il solo modo per trasportare grossi pesi.

Secondo Internazionale del Sig. De Mauro, Israele si diverte a distruggere strade.
Non sono le conseguenze di attentati devastanti che richiedono misure di sicurezza eccezionali?
I palestinesi che non hanno nulla a che fare con il terrorismo, non subiscono le conseguenze degli atti delle fazioni terroristiche che insanguinano Israele?

L'insediamento ebraico di Gilo, alla periferia di Gerusalemme Est. Un muro, costruito per difendersi dagli spari dei cecchini, separa la zona dal villaggio palestinese di Beit Jala. Il lato israeliano del muro è stato dipinto.

cecchini di quale nazionalità? sparano su Gilo? E' così tanto difficile aggiungere la parola "palestinesi"?
E' sempre bene essere chiari, e Internazionale molte volte non lo è.


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