Georgia, la presidente Salomé Zourabichvili: L’UE ci stia vicino Intervista di Anais Ginori
Testata: La Repubblica Data: 18 maggio 2024 Pagina: 15 Autore: Anais Ginori Titolo: «Zourabichvili: In Georgia la guerra può scoppiare solo se l’Europa ci abbandona»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 18/05/2024, a pag. 15, con il titolo "Zourabichvili: In Georgia la guerra può scoppiare solo se l’Europa ci abbandona", l'analisi di Anais Ginori.
Anais Ginori
«La guerra in Georgia può scoppiare solo se ci lasciate soli davanti alla Russia». È un appello all’Europa quello che fa Salomé Zourabichvili, rispondendo a Repubblicain collegamento dal palazzo presidenziale di Tbilisi. La donna che dal 2018 è presidente della Georgia è ora sfidata dal governo filorusso. Zourabichvili ha minacciato il veto sulla legge sugli agenti stranieri, ribattezzata “legge russa” nelle proteste in piazza. «Siamo in un passaggio cruciale», sottolinea la presidente nata a Parigi nel 1952 da una famiglia di emigrati georgiani, di cui fa parte anche lo scrittore Emmanuel Carrère. Tornata in patria, Zourabichvili è diventata la paladina del “sogno europeo” dei georgiani in lotta contro le ingerenze di Mosca. Zourabichvili denuncia una «deriva autoritaria» in corso, con teorie complottiste agitate contro gli oppositori come ai tempi dell’Urss, finanziamenti di piccoli gruppi o propagandisti al servizio degli interessi di Mosca.«I segnali di questa influenza di Mosca sono molti e ben riconoscibili».
Conferma di voler mettere il veto alla “legge russa”?
«Sì, lo farò nei prossimi giorni. Il mio veto è aggirabile dalla maggioranza che ha approvato la legge ma, se le pressioni europee aumenteranno, il governo potrebbe essere costretto a prendere tempo. Il mio è un messaggio all’opinione pubblica. Uso questo veto come un simbolo. È un no a questa legge, ma anche a qualsiasi ostacolo che sia messo sul nostro cammino verso l’Europa».
Se invece la legge fosse approvata in via definitiva, si parla di una possibile rivoluzione...
«Le uniche persone che parlano di rivoluzione sono nella maggioranza al governo. È il solito linguaggio di Mosca: il nemico, le forze destabilizzatrici, la rivoluzione, gli agenti stranieri... La realtà è che da 38 giorni ci sono manifestazioni, senza la minima violenza. Il rischio semmai potrebbe venire dalle forze speciali. Penso comunque che l’approvazione della legge e il mio veto dovrebbero segnare la fine di un percorso e portarci alla prossima tappa: la campagna per le elezioni di ottobre. È importante che tutti si mobilitino per queste elezioni, perché sicuramente ci saranno tentativi di frode».
C’è chi fa il paragone con gli eventi di piazza Maidan.
«Ho sentito dire che gli eventi dipiazza Maidan hanno provocato l’intervento della Russia in Ucraina. Non è così. L’intervento russo può scatenarsi ovunque. Anzi, consiglio agli europei di non pensare che possa succedere solo agli altri. La Russia ha invaso la Georgia, senza che ci fosse Maidan. Detto questo, occupa il venti per cento del nostro territorio ma non ha cambiato di una virgola le scelte europee della Georgia».
Cosa chiede all’Ue in concreto? Sanzioni contro il governo?
«Sono in contatto con i leader europei, a cui spiego che l’attenzione verso la Georgia non deve diminuire. In questo modo la popolazione, che dimostra di essere europeista, sentirà di non essere isolata. Non sta a me parlare di eventuali sanzioni individuali. Quel che dico ai miei contatti europei è che la vera decisione democratica sul percorso della Georgia può venire solo dalle urne. Eventuali sanzioni che segnerebbero un passo indietro sul percorso europeo devono e possono arrivare solo dopo il voto, che sarà come un referendum sul futuro europeo del Paese».
Il primo ministro sostiene che questa legge non impedisce ilcammino verso l’Ue e l’oligarca Bidzina Ivanishvili parla di un “partito della guerra globale” che pratica l’ingerenza.
«Il primo ministro usa esattamente lo stesso linguaggio sul “partito della guerra”, sul fatto che tutti gli oppositori rappresentano interessi stranieri, compresa me. Mi chiamano traditrice della patria, leader del partito della rivoluzione. Questo vale per chiunque esprima dissenso. Significa che siamo già in un regime autoritario. È inquietante perché con un linguaggio così odioso non c’è spazio per alcun compromesso».
L’80 per cento della popolazione georgiana, lei dice, è favorevole all’Europa. È possibile che le forze pro-Ue possano comunque perdere le elezioni di ottobre?
«Sono molto fiduciosa perché, semplicemente, non c’è scelta. In un Paese che ha il 20 per cento del suo territorio occupato, che ha visto la Russia mettere al bando la lingua georgiana e cancellare gli affreschidalle nostre chiese, non è possibile fare una scelta diversa da quella europea. Spesso si dice che i georgiani, soprattutto nelle zone rurali, non conoscono bene l’Ue. È vero. Ma conoscono l’indipendenza della Georgia. La nostra vera famiglia è l’Occidente, è l’Europa».
La Georgia è il nuovo punto di scontro tra Ue e Russia?
«Oggi non è un punto di scontro militare. La Russia continua la guerra in Ucraina, ma non la sta vincendo. Questo enorme esercito, che si supponeva invincibile, sta cercando da due anni di avanzare di pochi chilometri. E guardate cosa accade qui. La Georgia è stata invasa e occupata, Ma non ha cambiato né le sue relazioni con la Nato –continuano le esercitazioni militari – né quelle con l’Ue. La nostra è una battaglia pacifica. Nessuno qui chiede un intervento militare. Auspichiamo invece chiarezza sulle posizioni dell’Ue. Per il popolo georgiano non c’è dubbio che la nostra sicurezza risiede nell’Ue. È dentro questo confine euro-atlantico con la Nato che non c’è più alcun pericolo di attacco o aggressione. Nonostante tutte le minacce, la Russia non ha oltrepassato questo Rubicone. Quindi l’unico modo di garantire la nostra sicurezza, ed evitare la guerra, è rimanere agganciati alla grande famiglia dell’Ue».
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