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La Repubblica Rassegna Stampa
05.05.2024 Università Usa: 6 su 10 sono Palestinesi e Pantere Nere
Analisi di Massimo Basile

Testata: La Repubblica
Data: 05 maggio 2024
Pagina: 11
Autore: Massimo Basile
Titolo: «Palestinesi, Pantere Nere e vecchi reduci. I 'maestri di lotta' dei campus americani»

Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 05/05/2024, a pag.11, con il titolo "Palestinesi, Pantere Nere e vecchi reduci. I 'maestri di lotta' dei campus americani", l'analisi di Massimo Basile.

Arresti degli occupanti alla Columbia University. Non sono soltanto studenti quelli che organizzano picchetti e occupazioni, ma una coalizione di palestinesi ed estrema sinistra americana, più le Pantere Nere.

Per mesi, attivisti esterni avrebbero addestrato gli studenti americani in vista delle occupazioni pro-Gaza che hanno infiammato la fine dell’anno accademico. È quanto afferma il Wall Street Journal, secondo il quale l’addestramento tattico si sarebbe aggiunto a corsi di pianificazione delle proteste, consigli via social e indicazioni su slogan da utilizzare. Dietro questo piano ci sarebbero attivisti esperti, network radicali e esponenti di gruppi di sinistra. Alla Columbia University diNew York, uno dei centri della contestazione alla guerra, mesi prima che venissero piantate tende nel campus e occupati gli edifici, i leader della protesta hanno consultato esponenti del Nsjp, National Students for Justice in Palestine, che ha diramazioni in tutto il Paese, ed ex esponenti delle Black Panthers. Sueda Polat, una delle portavoci dei manifestanti alla Columbia, aveva spiegato ai giornalisti come lei e i compagni avessero «preso appunti dai più esperti e analizzato come l’università avesse risposto in passato ad altre proteste». A marzo il gruppo studentesco aveva organizzato un seminario online, ospitando persone che avevano celebrato il massacro del 7 ottobre da parte di Hamas.

Non ci sarebbe una centrale di comando, ma il peso degli esterni appare forte. Sei manifestanti su dieci, tra gli oltre duemila arrestati neicampus, non sono studenti: tra loro, anarchici quarantenni, contestatori seriali, agitatori antisemiti come Rudy Ralph Martinez, 32 anni, che in un video aveva definito il 7 ottobre «una delle più grandi giornate» della sua vita. Da mesi il Nsjp invoca il taglio dei legami economici delle accademie, per centinaia di miliardi, con aziende (da Microsoft in giù) che trattano con Israele. A inizio ottobre, il gruppo - che da dieci anni riceve donazioni da una fondazione chiamata Wespac - aveva promosso una “giornata della resistenza” nei college. Da metà aprile i post sui social sono diventati più frequenti, con “consigli amichevoli” agli studenti, tra cui indossare abiti comodi e scarpe buone per correre, dotarsi di acqua, barrette energetiche, e bandane per coprire il volto. In caso di un compagno arrestato dalla polizia, aggiungevano, «non perdetetempo. O riuscite a liberarlo oppure limitatevi a prenderne nome e data di nascita, per garantirgli assistenza legale, e andate via». Il 29 aprile il Nsjp ha lanciato lo slogan “no divestment, no commencement”, cioè senza disinvestire da Israele, nessuna consegna dei diplomi. L’organizzazione è stata sospesa in alcuni college, ma l’appello è destinato a fare il suo corso. Maggio è il mese delle celebrazioni accademiche, cominciate questo weekend. Irruzioni potrebbero scattare agli eventi di consegna delle lauree. La University of Southern California ha annullato la cerimonia. L’ambasciatrice Usa all’Onu, Linda Thomas-Greenfield, non farà più il suo intervento all’Università del Vermont. La classe 2024 è la stessa che non ha potuto celebrare il diploma di liceo nel 2020, a causa della pandemia da Covid.

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