Intervista a Davide Romano: C’è unione fra sinistra e estremisti islamici Intervista di Francesco Moscatelli
Testata: La Stampa Data: 04 maggio 2024 Pagina: 4 Autore: Francesco Moscatelli Titolo: «Insopportabile tutto questo odio anti-ebraico. C'è unione fra estremisti islamici e di sinistra»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 04/05/2024, a pag. 4, con il titolo "Insopportabile tutto questo odio anti-ebraico. C'è unione fra estremisti islamici e di sinistra", l'intervista di Francesco Moscatelli ad Davide Romano.
«Ciò che è successo alla Statale è l'ennesima dimostrazione di un clima insopportabile. La cosa che deve farci pensare è il fatto che questa ondata di odio anti-ebraico si è sviluppata l'8 ottobre, il giorno dopo l'aggressione di Hamas e la strage di 1.200 e più civili in Israele. Non è legata alla reazione di Israele e alla guerra a Gaza. Lo dicono tutti i dati. Purtroppo per la parte più fanatica dell'estremismo islamico i massacri sono degli incentivi ad andare avanti su questa linea».
Davide Romano, direttore del Museo della Brigata ebraica, aggredita durante il corteo del 25 aprile a Milano da alcuni manifestanti filo-palestinesi, si dice estremamente preoccupato per quello che sta succedendo.
Romano, nelle università lo scontro è soprattutto interno al mondo accademico. Come se lo spiega?
«Com'è stato chiaro in piazza Duomo si è creata un'unione fra estremisti islamici ed estremisti di sinistra. Entrambi urlavano sia contro la Brigata ebraica che contro gli ucraini a dimostrazione che le due ideologie si sono fuse. C'è una convergenza fra i simpatizzanti dell'Iran o di Hamas e quelli di Putin. Infatti qualche aggressione l'hanno subita anche gli ucraini che erano dietro di noi al corteo».
Quali sono gli altri segnali che la allarmano?
«Da ottobre ho notizie di miei correligionari aggrediti verbalmente e minacciati fisicamente in quanto ebrei nelle università. Recentemente, poi, mi hanno chiesto di trovare studenti ebrei che raccontassero in tv cosa stava succedendo, ma tanti hanno rifiutato perché avevano paura di farsi riconoscere come ebrei. Una cosa anomala».
Il rettore Franzini a Milano aveva proposto di fare il convegno online. Non poteva essere una soluzione?
«Capisco che chi come lui ha un ruolo di grande responsabilità di fronte all'ipotesi che qualcuno si potesse fare male abbia pensato all'ipotesi del convegno online, ma non la condivido. Comunque non me la prendo certo con lui. Il problema sono gli intolleranti che rendono invivibile, anche a Milano, la società civile».
Cosa si aspetta dalla manifestazione convocata per domenica di cui ieri ha parlato anche il sindaco Beppe Sala?
«Ci aspettiamo partecipazione non solo a parole ma anche nei fatti. Come Brigata Ebraica pensavamo di costituirci parte civile contro chi ci ha aggredito il 25 aprile, ma in realtà ci piacerebbe che al nostro posto, come segno di solidarietà concreta, lo facessero il Comune di Milano e l'Anpi. Anche perché faremmo volentieri a meno di nuove polemiche con chi ci vuole male».
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