Testata: Europa Data: 29 luglio 2003 Pagina: 2 Autore: Dan Raba' Titolo: «Negli Usa il "sorprendente" Sharon...»
Riportiamo l'articolo di Dan Raba', pubblicato su Europa martedì 29 luglio 2003. George Bush incontra oggi Ariel Sharon, un capo di governo dallo stile politico alquanto bizzarro. Con i giornalisti non parla quasi mai e su questioni cruciali, tipo la disoccupazione, o le ragazze madri, o su tanti altri temi scottanti sul tappeto, tende a glissare. Preferisce rimanere chiuso in un cupo riserbo. Col suo passo pesante, quando lo si vede in giro, in occaisoni pubbliche, è sempre circondato da sei guardie del corpo, una delle quali cammina sempre qualche passo indietro, snocciolando due o tre frasi che sono sempre quelle: "Faremo tutto quello che è necessario per la sicurezza di Israele", "non cederemo mai alla violenza e alla guerra"... Sharon è capace di leggere un suo discorso, strillando, fino all'ultima riga anche se tutto il parlamento in piedi gli urla dietro. E' un bulldozer -si sa- è un trattore che può spostare una montagna di terra, molto cocciuto sulle sue idee. Cosa che non è stata molto apprezzata da Condolezza Rice nella sua recente visita in Israele. Prendiamo il muro divisorio che stanno costruendo lungo il confine peraltro non ancora definito, discusso e accettato dalle parti (Israele no ha ancora confini definiti coi propri vicini, solo linee militari ricordo delle molte guerre). Ma questo muro è stato erertto come prima difesa da incursioni di bande armate o terroristi suicidi. Sono stati la sinistra e l'esercito a richiederlo, come esigenza difensiva, menter la destra dei coloni non lo voleva perchè lasciava gli insediamenti troppo scoperti in territorio arabo (parte delle colonie sono costruite provocatoriamente vicino a villaggi arabi, in territorio arabo). Sharon va dunque negli Usa per convincere che il muro è un pilastro della sicurezza, per difendere gli israeliani da atti di terrorismo. Certo, non basta, un muro. E' anche necessario prevenire una prossima ondata di terrorismo disarmando i gruppi armati e distruggendo l'organizzazione, così come previsto dalla road map. I servizi di informazione danno indicazioni molto precise sui luoghi dove sono fabbricati missili, cinture esplosive, e sui movimenti dei ricercati, ma le forze palestinesi non li fermano. Così Sharon ha ottenuto un notevole appoggio alla sua politica dal governo. C'è poi il problema della liberazione dei detenuti palestinesi. Se n'era discusso nella penultima riunione del governo ed era emersa una vistosa spaccatura nell'esecutivo (10 ministri contro undici, una maggioranza risicata!) a stento superata dall'estremo sforzo del ministro della giustizia Yosef Lapid. Nella riunione di domenica sono stati aggiunti altri 210 prigionieri di Hamas e Jihad. E' passata con 14 ministri contro 10. E' stato Sharon a spostare, lentamente, la destra, e se stesso, sulle posizioni che erano della sinistra, e questo probabilmente poteva farlo solo lui. Perfino il presidente egiziano Mubarak ha dichiarato che "Sharon è l'unico che possa fare la pace" (era lo slogan della campagna eletorale del Likud) e il rais era fino a ieri un severo critico del premier israeliano. In Israele si dà una importanza enorme alla tutela dei soldati, siano essi feriti o prigionieri o anche dispersi o caduti. La religione ebraica da un notevole importanza alla sepoltura e non cessano mai le ricerche dei caduti o dei dispersi di tutte le guerre. C'è poi il problema delle spie o delle presunte spie catturate. Sono temi che s'intrecciano non solo con la questione dei palestinesi incarcerati, ma riguardano anche altri "tavoli". Come i tre soldati persunti morti in mano a Hezbollah in Libano. E anche con questa organizzazione Israele ha prigionieri e corpi da scambiare. E lo sceicco Hassan Nasrallah leader e portavoce di Hezbollah ha cominciato a minacciare Israele lasciando così capire, a suo modo, che intende inserirsi nello scambio. Stesso discorso per un altro personaggio, il druso israeliano Azam Azam, in carcere da anni accusato di spionaggio in Egitto: se Mubarak ha parlato benevolmente di Sharon può essere segno che forse, se l'Egitto libera Azam Azam, Israele può liberare altri palestinesi. Ma il nome più importante nella lista delle persone da liberare è Jonathan Pollard, l'ebreo americano che riuscì a rivelare molti segreti su strumenti scientifici e armamenti americani. Ovviamente la storia è in gran parte segreta, ma gli americani considerano Pollard una delle più grandi spie che ha svelato rilevantissimi segreti a Israele (ci si spia anche tra amici). Molti primi ministri israeliani non sono riusciti a ottenere la liberazione di Jonathan Pollard, in carcere dall'85. Ci riuscirà Sharon? Invitiamo i lettori di informazionecorretta.com ad inviare la propria opinione alla redazione di Europa. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.