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La Repubblica Rassegna Stampa
29.04.2024 Washington allarmata dalla propaganda russa
Analisi di Paolo Mastrolilli

Testata: La Repubblica
Data: 29 aprile 2024
Pagina: 10
Autore: Paolo Mastrolilli
Titolo: «L’allarme da Washington. La propaganda russa tira la volata a Salvini»

Riprendiamo da LA REPUBBLICA di oggi, 29/04/2024, a pag. 10, con il titolo "L’allarme da Washington. La propaganda russa tira la volata a Salvini" l'analisi di Paolo Mastrolilli.

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Paolo Mastrolilli
L'allarme da Washington: “La propaganda russa tira la volata a Salvini” -  la Repubblica
La lente degli ispettori del dipartimento del Tesoro americano sull’informazione pilotata da Mosca che si concentra sull’Italia

Come ha rivelato ieri Repubblica, un rapporto della Direzione del Servizio di polizia postale e delle comunicazioni ha lanciato l’allarme, perché la disinformazione sta sfruttando l’attacco lanciato da Hamas il 7 ottobre allo scopo di demolire l’immagine dell’Ucraina, accusandola di fornire le armi usate a Gaza. All’opera ci sono “propagandisti russi come Alexander Kots, Yevgeny Lisitsyn, Ruslan Ostashko e Yan Gagin”. Dietro però c’è molto di più. Secondo l’Alliance for Securing Democracy del German Marshall Fund, il falso collegamento tra Kiev e la crisi provocata da Hamas è stato fatto già 265 volte da media, gruppi politici e istituzioni russe. Ne hanno parlato RT in arabo, tedesco, spagnolo, lingue balcaniche, e poi Sputnik in altrettanti idiomi più il cinese, laTass , Lenta , Vladimir Soloviev, Zvezda News, Inosmi , Ntv , Moscow 24 ,Margarita Simonyan, Afshin Rattansi, Fiorella Isabel, Life , e le ambasciate russe in Usa, Bolivia, Nuova Zelanda, Argentina, Canada, Nigeria, Gran Bretagna, Germania, Giappone, Qatar, Bangladesh, Islanda, Perù, Moldova, Lettonia, Armenia, Svezia, Libano, Nepal, Malayasia, Afghanistan, Filippine, Senegal, Israele, Slovacchia, Azerbaijan, Onu, Macedonia, Bosnia, Turchia, Mauritius, Kyrgyzstan, Sudafrica, Etiopia, Austria. Anche in Italia la rappresentanza di Roma e i Consolati di Milano e Genova hanno contribuito a questa operazione capillare e globale di disinformazione, ripetendo e amplificando i messaggi del ministro degli Esteri di Mosca. Non è una novità, però. Lo stesso German Marshall Fund, infatti, ricorda che il dipartimento del Tesoro americano ha sanzionato 26 individui e 7 entità coinvolte nella diffusione della disinformazione sull’Ucraina. Si tratta della Strategic Culture Foundation, InfoRos , NewsFront e SouthFront , tutti accusati di essere “legati all’intelligence russa”. E poi ancora Odna Rodyna, Rhythm of Eurasia , e Journal Kamerton, affiliati alla SCF. New Eastern Outlook e Oriental Reviewsono stati accusati di dipendere dai servizi esteri di Mosca, mentre United World International e Geopolitica gravitavano nella sfera di Alexander Dugin. Andando a guardare cosa contengono questi siti, accusati da Washington di essere strumenti di disinformazione in mano all’intelligence russa, si scopre un forte interesse per l’Italia. L’11 marzo scorso SouthFront ha dedicato un articolo a Roma, per le critiche alla volontà di Francia e Polonia di mandare soldati in Ucraina. Il 23 ottobre del 2023 aveva accusato il nostro paese di «Tradire la Palestinae la propria tradizione pro araba ». Il 20 maggio ci aveva rimproverato di aver fornito i B1 Centauro a Kiev, e il 14 gennaio di aver “accettato di dare all’Ucraina il sistema di difesa aerea Samp/T”, in realtà ancora in discussione. Il 5 dicembre 2022 il sito era passato ad occuparsi di economia, titolando così: “Odissea in Italia nel 2023: Recessione”. Il 20 ottobre 2022 aveva riportato con grande enfasi le dichiarazioni di Berlusconi critiche sull’Ucraina, perché ciò dimostrava come la nuova coalizione stesse fallendo prima ancora di nascere per le divergenze su Kiev. Il 29 settembre SouthFront aveva avvertito: «Non c’è un’ombra russa sull’Italia. Con Giorgia Meloni, Roma si conferma il più fedele alleato di Washington». Quindi l’articolo notava con rammarico che «solo Salvini, nel passato recente, ha preso una posizione diversa sulla Russia, chiedendo l’abolizione delle sanzioni che danneggiano l’economia italiana». Il 13 ottobre aveva accusato Meloni di essersi arresa al “Great Replacement”, ossia la sostituzione degli italiani con i migranti, a differenza “dell’euroscettico Salvini, che vuole restare agli Interni”. Il 16 gennaio 2023 aveva aggiunto: «Per prevenire le critiche di essere anti Ue e anti Nato, Meloni ha affermato la sua fedeltà a entrambe; in contrasto, i suoi alleati Berlusconi e Salvini hanno fatto dichiarazioni pro Russia». Nel 2019, peraltro, SouthFront aveva difeso gli incontri di Savoini al Metropol come «ordinari contatti di business», smentendo l’ipotesi corruzione. Allo stesso modo, Strategic Culture il 16 giugno dell’anno scorso aveva rimproverato a Meloni gli accordi con la Tunisia, perché «sostiene col contante i dittatori più brutali, per prevenire che i migranti raggiungano le sue coste». Il primo aprile aveva accusato la premier di «giocare la carta del ricatto con la Ue riguardo l’immigrazione africana». Nel passato invece, il 10 aprile 2019, aveva elogiato Salvini perché «sfida Angela Merkel nel Parlamento Europeo». Ma se ha ragione il dipartimento al Tesoro Usa, e questi siti sono “legati all’intelligence russa” per diffondere disinformazione, cosa bisogna dedurre dai loro attacchi a Meloni e gli applausi a Salvini?

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