giovedi` 21 novembre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






La Repubblica Rassegna Stampa
29.04.2024 Lo storico Blunt era spia dei nazisti
Analisi di Antonello Guerrera

Testata: La Repubblica
Data: 29 aprile 2024
Pagina: 27
Autore: Antonello Guerrera
Titolo: «Lo storico Blunt era spia dei nazisti»

Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 29/04/2024, a pag. 27, con il titolo "Lo storico Blunt era spia dei nazisti", l'analisi di Antonello Guerrera.

Immagine correlata
Antonello Guerrera
Lo storico dell'arte Anthony Blunt era una spia dei nazisti” - la Repubblica
Lo storico dell'arte Anthony Blunt, per anni assistente della Regina Elisabetta. Finalmente viene svelato che collaborava con i nazisti, in piena guerra, quando Londra veniva bombardata. E collaborò pure con i sovietici. 

Josephine, chi era costei? Secondo il giornalista e scrittore britannico Robert Verkaik, era una delle due spie al soldo dei nazisti che, con le loro informazioni e tradimenti, consentirono ai tedeschi di resistere all’operazione “Market Garden” degli Alleati. Ovvero, una delle più grandi operazioni belliche aeree, con 40mila paracadutisti lanciati nei Paesi Bassi tra il 17 e il 25 settembre 1944, che sarebbe stata cruciale per terminare in anticipo la Seconda Guerra Mondiale e salvare moltissime vite. Ma i nazisti, sorprendentemente, non vennero presi di sorpresa, resistettero. E, come a Dunkirk, per gli Alleati fu una disfatta. Ciò a causa del traditore della resistenza olandese Christiaan Lindemans e di una certa e misteriosissima Josephine. Che, secondo Verkaik, potrebbe esser stato nientemeno che il celebre storico dell’arte britannico, nonché uno degli assistenti della regina Elisabetta II: Anthony Blunt. Le rivelazioni di Verkaik, contenute nel suo ultimo saggio The traitor of Arnhem (“Il traditore di Arnhem”) e pubblicate ieri in anteprima dal Sunday Times, hanno scioccato il Regno Unito. Perché Blunt era già una delle cinque famigerate spie inglesi al soldo dell’Unione Sovietica, “The Cambridge Five”: ossia Kim Philby, Guy Burgess Donald Duart Maclean, Blunt e John Cairncross, cinque ex studenti della prestigiosa università di Cambridge e tutti di famiglie altolocate e benestanti che vendettero l’anima a Stalin. Addirittura Blunt, figlio di un lontano cugino della regina Elisabetta, era stato arruolato dall’Urss prima che questi entrasse nell’MI5, i servizi segreti interni britannici, nel 1940. Ma sinora non era mai emerso che Blunt avesse potuto spiare anche per i nazisti. Invece, stando alle ricerche di Verkaik, sarebbe proprio così, «perché Mosca non voleva che gli occidentali arrivassero a Berlino prima dei sovietici», spiega il giornalista sul settimanale. «Il mio libro inizialmente aveva un intento diverso, incentrato sulla figura di un mio lontano parente, Eddy Verkaik, uno dei residenti olandesi e autore della soffiata ai britannici sulla spia doppiogiochista Christiaan Lindemans. Poi però mi sono imbattuto in Josephine. E secondo me, è altamente probabile che Josephine fosse Anthony Blunt. Non ho trovato la pistola fumante, ma lui era la sola persona nell’MI5 che poteva passare informazioni simili. Il paradosso è che quando a Londra si accorsero di questa figura misteriosa ordinarono proprio a Blunt di indagare su di lei. Cioè, secondo me, su se stesso». Sinora Blunt è sempre stato considerato dagli storici il meno pericoloso dei “Cambridge Five”. Ora, le accuse di Verkaik ribaltano questa narrativa e smentirebbero la prima presunta identificazione di “Josephine” nel 1943, ossia Karl Heinz Kraemer, un avvocato tedesco con accesso all’ambasciata della Germania a Stoccolma. Perché, con il suo presunto spionaggio per i nazisti, Blunt avrebbe innanzitutto prolungato la guerra. Se la Operation Market Garden fosse stata un successo, i soldati Alleati avrebbero avuto un corridoio dai Paesi Bassi per arrivare presto a Berlino. Invece, Lindemans e molto probabilmente anche Blunt, rovinarono i piani occidentali. Con conseguenze catastrofiche: quasi 20mila militari degli Alleati perirono nell’operazione, la guerra si prolungò, un numero enorme di civili continuò a morire. Mentre i russi, che così arrivarono a Berlino prima degli occidentali, stuprarono almeno un milione di donne tedesche. Un rappresentante dell’MI5 all’epoca definì i leak di Josephine «i più sostanziali subiti dall’intelligence britannica» fino a quel momento. Blunt avrebbe poi confessato «segretamente» di essere al soldo di Stalin nel 1964 e ciò gli valse l’immunità giudiziaria. Ma la sua ammissione sarebbe divenuta pubblica solo nel 1979. Blunt morì quattro anni dopo, di infarto, nella sua casa di Londra, portandosi via chissà quanti altri segreti.

Per inviare la propria opinione alla Repubblica, telefonare 06/49821, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


rubrica.lettere@repubblica.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT