Fdl e Lega votano per Orbàn Cronaca di Daniele Castellani Perelli
Testata: La Repubblica Data: 25 aprile 2024 Pagina: 12 Autore: Daniele Castellani Perelli Titolo: «Ungheria, Stato di diritto violato. L’Europarlamento la condanna ma FdI e Lega votano per Orbán»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 25/04/2023, a pag. 12, con il titolo "Ungheria, Stato di diritto violato. L’Europarlamento la condanna ma FdI e Lega votano per Orbán” la cronaca di Daniele Castellani Perelli.
Una condanna netta. Un grido d’allarme per le violazioni dello stato di diritto nell’Ungheria governata dal sovranista Viktor Orbán, alleato di Giorgia Meloni e Matteo Salvini. Il Parlamento europeo ha approvato ieri con ampia maggioranza una risoluzione che denuncia le carenze del sistema giudiziario, i conflitti di interesse e le minacce alla libertà dei media e ai diritti fondamentali a Budapest. I sì sono stati 399, 117 i no e 28 gli astenuti. A favore si sono espressi Ppe (con Forza Italia), Socialisti e democratici (Pd), Renew, M5S, Verdi e sinistre, mentre hanno votato contro Ecr e Identità e Democrazia, inclusi Fratelli d’Italia e Lega.
Nel testo si «esprime sgomento per la violazione persistente, sistematica e deliberata della democrazia, dello Stato di diritto e dei dirittifondamentali in Ungheria». In particolare si fa riferimento all’adozione della «legge sulla protezione della sovranità nazionale e alla creazione dell’Ufficio per la protezione della sovranità, dotato di ampi poteri e un rigoroso sistema di sorveglianza e di sanzioni, che viola fondamentalmente le norme democratiche, come il principio di elezioni libere ed eque». Si tratta di un’autorità vicina al governo che proibisce finanziamenti esteri alle campagne elettorali, e per cui la Commissione ha già aperto una procedura d’infrazione.
La risoluzione non si limita a denunciare. Invita apertamente all’azione la Commissione e il Consigliodell’Ue, che non agendo in modo deciso hanno «contribuito al crollo» del Paese, «trasformandolo in un regime ibrido di autocrazia elettorale »: il Consiglio deve organizzare «audizioni periodiche», mentre la Commissione «si avvalga appieno degli strumenti disponibili, come le procedure d’infrazione accelerate e le domande di provvedimenti provvisori dinanzi alla Corte di Giustizia ». I deputati condannano inoltre la decisione della Commissione di rilasciare fino a 10,2 miliardi di euro di fondi europei congelati, mossa contro cui il Parlamento ha presentato ricorso. Le recenti rivelazioni dell’ex ministra della Giustizia JuditVarga dovrebbero portare l’esecutivo di von der Leyen a revocare l’erogazione dei fondi dell’Ue, sostiene la risoluzione, finché Budapest non avrà modificato le sue leggi.
Nel mirino di Strasburgo ci sono anche la mancata indipendenza del controllo giudiziario, le pratiche discriminatorie sistemiche adottate nei confronti del mondo accademico, dei giornalisti, dei partiti politici, della società civile e delle imprese non vicine al governo o agli oligarchi; infine l’abuso del potere di veto in seno al Consiglio, con cui Budapest ha impedito «la concessione di aiuti essenziali all’Ucraina e compromesso in tal modo gli interessi strategici dell’Ue».
Tutto questo mentre si avvicina, paradossalmente, il semestre europeo ungherese. Budapest guiderà infatti l’Ue da luglio, e il Parlamento esprime la preoccupazione che «non sarà in grado di adempiere in modo credibile a tale compito».
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