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La Repubblica Rassegna Stampa
23.04.2024 La Polonia ospiterà l’atomica della Nato?
Cronaca di Tonia Mastrobuoni

Testata: La Repubblica
Data: 23 aprile 2024
Pagina: 18
Autore: Tonia Mastrobuoni
Titolo: «Polonia pronta a ospitare armi nucleari E la Russia già minaccia rappresaglie»

Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 23/04/2024, a pag. 18, con il titolo "Polonia pronta a ospitare armi nucleari E la Russia già minaccia rappresaglie", la cronaca di Tonia Mastrobuoni.

Tonia Mastrobuoni
Tonia Mastrobuoni

Il presidente polacco Duda, durante una rivista militare. Nella sua visita negli Usa, si è detto disponibile a ospitare anche armi nucleari sul territorio polacco, nell'ambito del rafforzamento del fianco Est della Nato, rompendo un tabù che dura da vent'anni. La Russia minaccia "rappresaglie", ma sa di non poter attaccare frontalmente la Nato.

A cavallo tra gli anni ’70 e ’80, quando il cancelliere tedesco Helmut Schmidt acconsentì coraggiosamente allo stazionamento dei missili atomici americani Pershing in Europa, non scatenò soltanto delle oceaniche proteste di piazza dei pacifisti e dei neonati verdi: perse il sostegno di una parte importante del suo partito, la Spd, e finì per logorare il suo governo, che cadde nel 1982. Ma in piena Guerra fredda, Schmidt aveva definito la sua posizione «una politica di pace realistica », che rispondeva alle testate nucleari sovietiche SS-20 puntate verso l’Europa occidentale. E oggi che siamo a una riedizione di quell’agghiacciante sfida basata sulla deterrenza, oggi che la guerra in Ucraina e le mire della Russia neo imperialista di Putin minacciano di nuovo il continente, la questione dei missili atomici sta tornando, purtroppo, di grande attualità.

In risposta alla decisione di Putin, annunciata l’estate scorsa, di spostare armi nucleari tattiche in Bielorussia - il Paese guidato dalla marionetta del Cremlino Lukashenko che confina con l’Ucraina e con la Polonia - ieri il presidente polacco Andrzej Duda ha annunciato che Varsavia è pronta a ospitare armi nucleari sul suo territorio. «Se i nostri alleati decidessero di schierare armi nucleari sul nostro territorio come parte della condivisione nucleare, per rafforzare il fianco orientale della Nato, siamo pronti a farlo », ha puntualizzato in un’intervista pubblicata dal quotidiano Fakt .

Immediata la replica del Cremlino. «I militari ovviamente analizzeranno la situazione e, in ogni caso, prenderanno tutte le misure di ritorsione necessarie per garantire la nostra sicurezza», ha detto alla stampa il portavoce del presidente Putin, Dmitry Peskov.

Già nel nel 2014, dopo l’annessione della Crimea da parte di Mosca, l’allora vice ministro della Difesa polacco, Tomasz Szatkowski, aveva rotto per la prima volta il tabù, aprendo all’ipotesi di uno stazionamento di bombe atomiche Nato in Polonia. L’intervista esplosiva di Duda pubblicata ieri da Fakt arriva dopo una visita a New York, dove il capo di Stato polacco ha discusso del dossier ucraino con il candidato alla presidenza repubblicano Donald Trump. A marzo, l’esponente di Diritto e giustizia aveva già visitato Washington insieme al premier Donald Tusk,e si era fermato alla Casa Bianca per un colloquio col presidente degli Stati Uniti Joe Biden.

Più cauto il premier Tusk, leader del partito rivale Piattaforma civica. «Ci tengo molto che la Polonia viva in sicurezza, che sia armata il meglio possibile, ma vorrei anche che ogni possibile iniziativa fosse, prima di tutto, ben preparata dai responsabili», ha affermato ieri. Il presidente della Repubblica polacco è il capo supremo delle forze armate ed esercita le sue funzioni “tramite” il ministro della Difesa. Ma in politica estera, recita la costituzione, è tenuto a «collaborare con il primo ministro e i ministri competenti». Va ricordato che nei decenni post caduta del Muro di Berlino, l’illusione della fine della storia e la conquista dell’indipendenza da parte delle ex repubbliche sovietiche aveva prodotto anche il Memorandum di Budapest. L’Ucraina aveva restituito le armi nucleari sovietiche stazionate sul suo territorio alla Russia. In cambio, Mosca aveva solennemente giurato che non ne avrebbe mai violato l’integrità territoriale.

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