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La Pietà di Michelangelo... per chi vuole crederci La Pietà di Gaza, foto vincitrice del prestigioso World Press Photo 2024. Sull'autenticità di questa foto è lecito avere dubbi, considerando le solite abitudini della propaganda palestinese Allora, la novità è che in prossimità del 25 aprile, che come ogni anno vedrà manifestazioni feroci contro Israele, sta girando su internet una foto premiata al World Press Photo 2024. Si tratta dell’immagine denominata “La Pietà di Gaza” che mostra una figura apparentemente femminile che tiene tra le braccia quello che dicono sia sua nipote avvolta in un sudario bianco. Qualcuno ha scritto, un po’ ironicamente, che nessuno potrebbe guardare questa immagine senza sentirsi stringere il cuore. Si vede che il mio cuore è andato a spasso perché la mia prima impressione è stata di scetticismo. “La pietà di Gaza”! Sicuramente a Gaza soffrono, a Gaza ci sono dei morti, forse il numero di Hamas e del suo non precisato Ministero della salute è esagerato, ma i morti ci sono come in tutte le guerre. Non è mai esistita una guerra senza morti civili, purtroppo, anche se non voluti perché Israele, unico paese al mondo, prima di bombardare manda milioni di bigliettini, avvisa con gli altoparlanti perchè la popolazione si metta in salvo. Il problema è che Hamas non permette a nessuno di cercare riparo, i tunnel sono off-limits, le case non hanno rifugi e la gente di Gaza deve sottostare all’ordine del brigante Haniyè, quello che dal Qatar ha ordinato di far morire quanti più palestinesi sia possibile. Ecco il video per chi vuole documentarsi. https://www.informazionecorretta.com/video/leaderhamas.mp4 Ma torniamo alla foto che ha vinto il primo premio. Dalla famosissima Pietà di Michelangelo in poi, tutti gli artisti che hanno voluto rappresentare il dolore per un figlio morto, hanno dipinto o scolpito il volto disperato di una Madre in modo molto visibile perché niente al mondo può essere più coinvolgente ed emotivamente forte. L’immagine di cui si parla ha il viso chinato, forse troppo chinato, nell’arco del braccio che regge la salma, avvolta in un lenzuolo troppo bianco per essere in mezzo alle macerie di una qualsiasi stanza mortuaria di Gaza. Quel volto nascosto potrebbe essere di chiunque, quella salma potrebbe esserci come non esserci e la mano della “nonna”, se viene ingrandita solo un po’, è la mano di un ragazzo, anche giovane. Direte naturalmente che sono senza cuore, che non mi commuovo da vanti alla rappresentazione del Dolore con la D maiuscola. Può darsi ma io, come molti altri, ho visto troppi imbrogli palestinesi. Ho visto morti che saltavano giù dalle barelle durante un funerale, ho visto morti avvolti nei sudari bianchi come questo della foto, che aprivano gli occhi per guardarsi intorno e vedere quando potevano alzarsi e andarsene per gli affari loro, ho visto truccatori che pitturavano di rosso i volti dei bambini per fingere ferite che non c’erano, ho visto braccia rotte e ingessate che, nella stessa persona, in un’altra immagine avevano il gesso sul braccio che mezz’ora prima era sano. Come dire che Pallywood ci ha abituati proprio a tutto. Allora, perdonatemi, ma non credo che questa “nonna” con lo Hijab color ocra sia una vera “nonna”( di solito le donne arabe urlano il loro dolore verso il cielo di Allah, si strappano i capelli, si strappano il velo). E forse in quel sudario, messo…casualmente… nella stessa posa che ricorda il Gesù della Pietà di Michelangelo, non c’è la sua nipotina ammazzata da un bombardamento israeliano. Non mi fido, la propaganda continua, tutta e sempre contro Israele, tutta e sempre in favore di chi questa guerra l’ha incominciata squartando letteralmente, più di 1200 ebrei, bambini compresi, e ormai arrivando ad averne ammazzati altre migliaia. Volevano il volto di una madre disperata per fare “La Pietà di Israele”? no, vero? Per Israele non c’è pietà. Ebbene per chi volesse vederla, eccola qua, a viso ben visibile, mentre stringe a sé i suoi due bambini, Kfir che aveva 7 mesi e Ariel che aveva 4 anni. I mostri palestinesi, si, quei palestinesi che gli italiani tanto amano, li hanno presi e non sono più tornati: Sheri, Kfir e Ariel Bibas
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