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La libertà che illumina il mondo? Non nei tunnel La spiaggia di Gaza torna ad essere affollata di gente. E la stampa internazionale ne è deliziata. Se i palestinesi si godono in libertà questi giorni di tregua (dimostrando che non sono tutti morti di fame, come dicevano), i 133 ostaggi israeliani nelle mani di Hamas sono ancora sepolti nei tunnel sotto Gaza. E nessuno, fuori da Israele, pensa a loro. “Un fotografo dell'Agenzia France Presse ha catturato questi momenti di calma e di gioia semplice, un bene raro nel piccolo territorio palestinese... Uomini sdraiati sulla sabbia, lo sguardo perso al largo del mare, chiacchierano a pochi passi dai bambini che sfidano le onde o che sguazzano sulla battigia. Un piccolo gruppo di donne e ragazze in lunghe tuniche e hijab posano per la foto. Un cavallo, un cane si scuotono nell'acqua. Dei bambini che scalpitano di gioia, drizzati su un cammello. Dei ragazzi calciano un pallone, altri giocano a pallavolo, i più giovani saltano su un improbabile trampolino.” Così il Journal de Québec commenta le immagini molto simpatiche riprese sulla Striscia di Gaza. Va detto che ora ci sono centinaia, migliaia di camion pieni di aiuti alimentari giunti per rifornire la Striscia di Gaza. Mercoledì 700 camion solo per il terminal di Kerem Shalom e ci sono ancora diversi altri punti di passaggio. Gli americani si preparano ad allestire un pontile galleggiante sulla costa per migliorare ulteriormente i rifornimenti. C’è ancora molto da fare, ma siamo molto lontani dal disastro umanitario di cui parlava il Segretario Generale delle Nazioni Unite. Solo gli israeliani, quegli eterni guastafeste, non sono felici. Trovano difficile accettare lo spettacolo di questi abitanti di Gaza che si godono questa giornata estiva senza la minima paura, mentre uomini, donne, bambini – giovani e anziani, feriti, malati, morenti – sono ancora imprigionati nei sinistri labirinti sotterranei di Hamas. Gli ostaggi, ve li ricordate? Selvaggiamente strappati alle loro case, ai loro cari ormai più di sei mesi fa. 133 di loro sono ancora là. I morti sono almeno 36 ma Hamas si rifiuta di restituirne le spoglie. Quanti degli altri sono ancora vivi? Chi sono? La Croce Rossa non è mai stata autorizzata a visitarli e non si è sforzata granché per ottenere questo permesso. Anche in questo caso l'organizzazione terroristica Hamas resta in silenzio. Ha però avuto la gentilezza di annunciare che avrebbe avuto difficoltà a trovare i 40 ostaggi in questione per uno scambio umanitario. A dire il vero, la loro sorte non preoccupa molto il grande pubblico. È comunque molto più importante dissuadere Israele dal rispondere al massiccio attacco dell’Iran. Dopotutto, in fin dei conti esso non ha causato né vittime né danni... Si dimentica ovviamente che, nonostante l'imponente coalizione che lo ha fermato, ci è voluta molta fortuna perché nessun missile raggiungesse il suo obiettivo. Dimentichiamo anche che porgere l’altra guancia non è molto efficace nel mondo in cui viviamo. Infatti, mentre i residenti di Gaza iniziano a tornare a casa, decine di migliaia di israeliani si preparano a celebrare lunedì sera il Giorno della Libertà lontano dai loro kibbutz devastati, dalle loro case e dai loro campi tuttora presi di mira dai missili provenienti da Gaza o dal Libano.
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