E' giunta l'ora di dire la verità contro tutte le menzogne diffuse dalle televisioni
Diario di guerra di Deborah Fait
Scontri all'Università La Sapienza di Roma. Non invochiamo la "libertà di manifestare", perché questa è solo una manifestazione di odio puro. Ed è alimentata da una costante disinformazione su Israele ormai a reti unificate.
Chi mi legge si metta pure comodo perché ho un paio di cipollotti sullo stomaco che è ora di far uscire perchè non si fossilizzino e si trasformino in cirrosi.
Incominciamo dagli studenti italiani e dalla vergogna in cui stanno facendo precipitare l’Italia. Nei talk show c’è sempre qualcuno che dice che hanno il diritto di esprimere il loro dissenso perchè sono giovani e i giovani devono protestare contro la guerra. Benissimo, diciamo che hanno questo diritto. Chi non è andato a manifestare da giovane studente? Lo abbiamo fatto tutti. Io ho ancora le fotografie di quando andavo in corteo con mio figlio piccolo per mano. Se portavo mio figlio significa che non c’era nessun pericolo, che non esisteva violenza. Manifestavamo contro tutte le guerre, non contro un paese in particolare. Ieri davanti alla Sapienza ho dovuto vedere con vergogna l’abominio di quello che sono diventati i nostri giovani. A parte le falsità di cui andavano blaterando, urlavano i soliti slogan di morte contro Israele e contro i poliziotti. Una ragazza, armata di altoparlante, si è messa a urlare ai poveri poliziotti che cercavano di arginare quell’ondata di odiatori fanatici, “Voi dovete morire, dovete morireeeee. Siete dei pezzi di merda”. Con i nervi a fior di pelle davanti allo schermo della TV pensavo ad alta voce “La merda sei tu, ragazza, la merda della società sei tu”. Ma torniamo al diritto di manifestare contro la guerra. Enorme bugia! Questi fanatici non manifestano contro nessuna guerra, non gliene frega niente, manifestano solo il loro odio contro Israele. E vi spiego perché. Hanno manifestato contro lo sterminio dei Curdi da parte dell’Iraq, della Turchia, della Siria? Hanno manifestato contro la guerra Arabia Saudita -Yemen con centinaia di migliaia di morti? Hanno manifestato contro la guerra civile in Siria dove, oltre ai morti ammazzati siriani, hanno eliminato decine di migliaia di palestinesi? Forse i palestinesi che muoiono per mano araba sono meno importanti? Hanno mai manifestato per il fatto che in Libano i palestinesi vivono chiusi nei campi privi di diritti civili? Hanno manifestato per le donne iraniane, per gli omosessuali iraniani, per i dissidenti iraniani impiccati e le donne lapidate? Hanno manifestato per la guerra degli anni 90 nell’ex Jugoslavia quando la Nato faceva scempio dei civili? Potrei continuare per ore a elencare tutte le guerre per cui questi giovinastri non hanno mosso un dito e si sono fatti gli affari propri. Hanno forse manifestato il 7 Ottobre mentre i palestinesi, che sono il braccio lungo di Hamas e non pecorelle innocenti come li descrive la maggior parte dei media italiani. Quando hanno portato gli ostaggi ebrei a Gaza, le pecorelle innocenti di Bianca Berlinguer, di Gad Lerner e tutta la compagnia degli odiatori, e hanno visto che sono stati pestati, sputati e linciati da donne, uomini e bambini, hanno forse manifestato contro l’orrore assoluto? No, hanno detto di volere le prove. Hanno manifestato quando i pacifici palestinesi, che, ripeto, sono il braccio lungo di Hamas, facevano circolo applaudendo e ridendo a crepapelle nel vedere una ragazza ebrea data alle fiamme, da viva, che correva intorno disperata e urlante finché non è caduta morta? I bambini battevano le mani e ridevano. È stato tremendo e disgustoso. Questi sono gli angioletti palestinesi di cui si riempiono la bocca conduttori, giornalisti, e imbecilli vari.
Ieri a Prima di domani, una certa, a me sconosciuta, Marina La Rosa, ha osato dire che Israele minacciando di attaccare l’Iran, tenta di distogliere l’attenzione dallo “sterminio che sta provocando a Gaza” e la Berlinguer ha aggiunto “Dove muoiono per le bombe, per la fame e per la sete”. Che dire alla Bianchina? Nessuno muore di fame e di sete a Gaza, sono strapieni di viveri che Hamas requisisce per poi venderli. Se la prendano con Hamas, allora. Avrei per la Berlinguer un bel video sulla fame e la sete dei palestinesi e sul loro strombazzato genocidio. Nel video si vede la spiaggia di Gaza dove migliaia di “morti di fame e di sete… genocidiati”, giocano a pallone, fanno il bagno se la godono al mare.
E adesso due paroline a Elia Milani. Posso capire, non scusare, l’ignoranza, mista a odio antisemita, di alcuni giornalisti ma un inviato che sta sei anni in Israele, dovrebbe rifiutarsi di fare il portavoce di Hamas. Milani apre ogni suo collegamento facendo l’elenco dei morti a Gaza, e precisa non una ma molte volte:“per i bombardamenti israeliani”. I dati sono sempre provenienti da uno sconosciuto ministero della salute palestinese che dà i numeri che vuole. Dà letteralmente i numeri e tutti ci credono. Sarebbe un dovere professionale di Milani precisare che Israele ha ammazzato quasi 15.000 terroristi, che i missili palestinesi caduti in testa agli stessi palestinesi hanno fatto centinaia di morti, che i civili sono presi e costretti da Hamas a fare da scudi umani. “Voglio sangue palestinese” ha urlato Haniyèh dal Qatar. Elia Milani dovrebbe anche informare, e dovrebbe farlo ad ogni collegamento, che nel famoso consolato di Damasco, bombardato da Israele, c’era il Quartier generale dei Pasdaran, la famigerata Guardia nazionale iraniana, quella che ha organizzato insieme a Hamas il pogrom del 7 ottobre. Altro che consolato, altro ambasciata come alcuni proclamano sapendo di mentire.
E concludo con la ciliegina sulla torta. Un vergognoso articolo di Lorenzo Cremonesi che si lancia con tutta la potenza del suo antico livore, contro “i coloni”. Con questa parole incomincia il suo articolo, parole rivoltanti: “ Dici «coloni ebrei» e immediatamente riveli un universo fatto di estremismo nazionalista e religioso montante. Una variabile impazzita nella crisi mediorientale, alimentata da fanatici che, in nome della legittimità derivante dall’auto-dichiarato status di «vittime universali» e dal messianismo del «ritorno alla terra dei padri», motiva ogni tipo di violenza e abuso ai danni della popolazione palestinese. Sono mezzo milione (oltre ai 250.000 che vivono nelle zone annesse da Israele a Gerusalemme est) e tra loro i più radicali non superano i 100.000, ma il loro numero è in crescita dopo l’eccidio del 7 ottobre, con una forte componente di neo-immigrati, specie dalla diaspora Usa.”
Basterebbe questo per vergognarsi di esistere ma Cremonesi prosegue parlando della violenza dei “coloni” che ogni giorno attaccano i poveri palestinesi. Naturalmente non fa cenno alcuno alle aggressioni quotidiane che i “coloni” devono affrontare per difendersi. Parlando dell’assassinio del ragazzino ebreo di 14 anni, Benjamin Achimeir, un pastorello che pascolava le sue pecore, Cremonesi scrive “Dopo l’uccisione di un 14enne ebreo la settimana scorsa in Cisgiordania, da parte sembra di radicali islamici”. No, no, no, a parte che quel sembra poteva evitarlo, chi ammazza e sgozza un morto e lo mutila? Non i “radicali islamici”, i normali palestinesi che sono tutti radicali islamici, da quando subiscono il lavaggio del cervello, dalla nascita in poi. Cremonesi vede “radicali ebrei” nell’esercito, ovunque, praticamente noi israeliani siamo tutti radicali ebrei. I palestinesi sono le povere vittime che se stuprano, tagliano a pezzi, bruciano i bambini è soltanto perché questi ebrei sono perfidi “coloni”. Poi cita la famosa organizzazione antisemita dell’Onu, lo Human Rights Watch, “ «Almeno 7 comunità di beduini sono state espulse dopo il 7 ottobre. L’ufficio Onu per la Difesa dei diritti umani chiede che «l’esercito ponga fine alle sue attività di fiancheggiamento delle azioni illegali dei coloni». Parole che denunciano il rapporto ambiguo e pericoloso tra le forze armate e i coloni-soldati, i quali spesso vestono l’uniforme mentre compiono abusi che contraddicono le convenzioni internazionali.” Espulsi dove? Dalle loro insicure tende in case di cemento dove possono anche ripararsi dai missili andando nei rifugi. I coloni-soldati sono solo nella testa di Cremonesi e del livore che lo attanaglia dall’epoca di Arafat, ma non tocchi i nostri soldati. Non li nomini proprio. Io non pretendo che si ami Israele, ognuno ama i popoli che più gli sono affini…ma un minimo di onestà intellettuale quella sì che si può e si deve pretendere, soprattutto se uno conosce Israele. Un’onestà intellettuale che deve raccontare entrambe le campane non solo quella che gli fa più comodo. Un’altra cosa, caro Lorenzo Cremonesi che, anni fa, in un caffè di Ben Yehuda, Gerusalemme, mi avevi detto che i tuoi figli ti chiamano Aba (papà in ebraico), Gerusalemme è una e unica ed è la capitale di Israele non di una inesistente Palestina, e se un quartiere della città è abitata da arabi, non ne fa la loro capitale. Ricordati: Gerusalemme capitale di Israele, una e unica!
Deborah Fait