Un grande ringraziamento agli Ayatollah
Commento di Michelle Mazel
(traduzione di Yehudit Weisz)
https://israel247.org/un-grand-merci-a-messieurs-les-ayatollahs-75793.html
Iraniani fedeli al regime festeggiano l'attacco contro Israele. Poverini non hanno ancora capito come è andata.
Nel momento in cui, sullo sfondo della guerra intrapresa contro Hamas dopo le atrocità del 7 ottobre, Israele si trovava quasi messo al bando dalle nazioni; quando le grandi cancellerie e perfino l'Onu facevano a gara nel condannarlo; quando centinaia di migliaia di manifestanti su entrambe le sponde dell’Atlantico inneggiavano al loro odio e invocavano la sua distruzione, gli ayatollah di Teheran hanno messo le cose a posto. Prima, gridando “morte a Israele” – scusate “morte all’entità sionista”, per ricordare al mondo che il regime islamico sciita faceva della distruzione dello Stato ebraico uno dei suoi obiettivi principali, e non ha mai cercato di nasconderlo. Come disse abilmente nel 2019, Josep Borrel, l’attuale capo della diplomazia europea: “L’Iran vuole eliminare Israele. Non c'è nulla di nuovo qui; dobbiamo conviverci.”
E poi, dimostrando che, nonostante le condanne e le critiche, lo Stato ebraico godeva ancora di solidi appoggi. E’ stata una coalizione davvero impressionante a sconfiggere centinaia di missili, di droni e di razzi lanciati verso il suo territorio. Accanto agli Stati Uniti, alleati di sempre nonostante le tensioni, c'era la Gran Bretagna, orgogliosa del successo dei suoi piloti, e perfino la Giordania, la cui aviazione difendeva strenuamente lo spazio aereo del regno, e poi la Francia. Chi avrebbe potuto immaginarlo solo un mese fa? Si dirà che l’asse sunnita si è reso conto della minaccia; che gli Stati Uniti dovevano fare qualcosa per evitare di perdere ogni credibilità; che l’Europa ha capito che in caso di numerose vittime e di danni ingenti, lo Stato ebraico non avrebbe esitato a rispondere con tutti i mezzi a sua disposizione, incendiando l’intero Medio Oriente.
Ci piacerebbe anche credere che un briciolo di coscienza abbia spinto alcuni a voler difendere il focolare del popolo ebraico. In ogni caso, il successo ha superato ogni aspettativa. Il 99% dei proiettili sono stati neutralizzati prima di raggiungere il loro obiettivo o addirittura di entrare nello spazio israeliano. Ma soprattutto, gli israeliani hanno mostrato a tutto il mondo con quale disciplina e quale coraggio hanno affrontato la minaccia proveniente dal cielo. Obbedendo agli ordini della Protezione Civile e dell'esercito, hanno lasciato in buon ordine le due grandi manifestazioni che si stavano svolgendo a Tel Aviv: contro il governo e per gli ostaggi. Non c'è stato alcun panico. Dopo una lunga notte scandita dagli allarmi e dal rumore assordante delle esplosioni, confidando ancora una volta nelle istruzioni impartite dall'esercito, si sono recati come di consueto ai luoghi di lavoro. Ovviamente, questo stato di grazia probabilmente non durerà. L'annunciata riunione del Consiglio di Sicurezza sarà senza dubbio caratterizzata da un veto russo ad ogni condanna dell'Iran. Ma sta di fatto che Hezbollah ha compreso bene che sarebbe solo di fronte a un attacco israeliano, e che Hamas ha visto deluse le sue speranze di escalation.
Gli Ayatollah hanno aperto la strada. Resta da sperare che anche in Israele si prenda coscienza di questa nuova realtà.
Michelle Mazel