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Deborah Fait
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Dal vecchio 'Davide, discolpati' al nuovo 'Davide, non reagire' 16/04/2024

Dal vecchio "Davide, discolpati" al nuovo "Davide, non reagire"
Diario di guerra di Deborah Fait

Netanyahu, Khamenei e Biden. Il presidente americano è il primo a raccomandare a Israele di stare fermo e di non reagire. Nel mondo alla rovescia in cui viviamo, i governi hanno più paura della reazione israeliana che non delle aggressioni terroriste che subisce.

Negli anni abbiamo sentito contro Israele narrazioni piene di menzogne e di odio. Dal 7 Ottobre il mondo si è capovolto. Come reazione all’orrore bestiale dei palestinesi commesso nei kibbuzim del sud di Israele e al Nova Festival, abbiamo visto le vittime violentate mille volte dalla disumanità delle organizzazioni femminili, dai centri sociali e dai collettivi studenteschi che si sono espressi con indifferenza, a volte addirittura con ribrezzo, nei confronti delle giovani, delle bambine, delle anziane israeliane ( anche dei maschi di ogni età), violentate e mutilate. Un mondo alla rovescia che ha visto l’orrore trasformato in giustificazione verso i mostri. “Perché abitavano così vicini a Gaza? Se la sono cercata” Queste schifezze le ho sentite e le ho lette. Ma ieri sera Luca Sommi, giornalista del Fatto Quotidiano, ha raggiunto l’apoteosi dello schifo. A “Dritto e Rovescio”, in collegamento con Angelica Calò Livnè dal Kibbutz Sassa, al confine con il Libano, che raccontava la loro vita sotto il fuoco dei missili di Hezbollah, Sommi è intervenuto con delle parole pronunciate con tenerezza, quasi con le lacrime agli occhi. “Ma i palestinesi sono un popolo bambino!” Mentre Angelica si copriva il volto con entrambe le mani, vergognandosi per lui, in segno di esasperazione, io ho sentito la solita nausea salirmi dallo stomaco. Sommi, esaltato dalla sua tenerezza per quel “popolo bambino” ha spiegato che i palestinesi sono quasi tutti giovani e che ragazzi di 18/19 anni devono ammazzarsi gli uni con gli altri senza sapere perché. Mancava si mettesse a cantare “Mille papaveri rossi”(da La Guerra di Piero di Fabrizio De Andrè).

Se i palestinesi sono una popolazione giovane, altrettanto lo è Israele dove ogni famiglia ha come minimo tre figli. Luca Sommi, al di là di tanta nauseabonda retorica, le devo dare un’informazione che forse le sfugge. I giovani israeliani sanno benissimo perché rischiano la loro vita: per difendere Israele, la loro casa, dai terroristi. E i giovani palestinesi lo sanno altrettanto bene. Vanno a morire perché dalla più tenera infanzia è stato loro insegnato a odiare gli ebrei, ad ammazzare gli ebrei, a diventare martiri per guadagnarsi il paradiso di Allah con le 72 vergini allegate. Si, capisco che è solo questione di vedute differenti, per Luca Sommi i palestinesi, che dal giorno della loro invenzione da parte del KGB e da Arafat, hanno solo ammazzato, sono dei “bambini”, per me sono un “popolo di terroristi”.

Dopo l’attacco iraniano dell’altra notte, il mondo intero è col fiato sospeso, da tutte le parti arrivano raccomandazioni. “State fermi, non reagite, vi siete beccati un attacco missilistico senza precedenti, avete vinto. Non c’è bisogno di fare altro”.

Lo dice Mr. Biden cui chiedo, come ha reagito l’America dopo l’attacco alle due Torri? Ha invaso prima l’Afghanistan e poi l’Iraq. Ha ammazzato Bin Laden, il capo di Al Qaeda, ha impiccato Saddam Hussein. Hanno fatto benissimo anche se non sono riusciti a sconfiggere il terrorismo islamico ma, mi chiedo, con che coraggio chiedono a Israele che viene attaccato da guerre e terrorismo dal giorno della sua fondazione, e anche prima, di non reagire e con quale sfacciataggine, quando reagisce, dicono che la risposta è sproporzionata. Il vecchio mafioso Khamenei ha detto ieri che le moschee del Monte del Tempio cadranno in mano islamica, come Gerusalemme, intanto ha tentato di bombardarle costringendo Israele a difenderle. Mi convinco sempre più che l’islam sia una malattia mentale che sta distruggendo il mondo intero. L’attacco missilistico dell’altra sera ha colpito una bambina beduina di 7 anni, ricoverata all’ospedale Soroka del Neghev per salvarle la vita, si chiama Amina. Sarà vendicata anche lei.

Macron dice ”Tel Aviv, non reagire”, ignorante! Signor presidente come devo dirle che la nostra capitale di chiama Gerusalemme e che esisteva in tutta la sua bellezza quando Parigi era un ammasso di capanne di fango e escrementi di animali.

I mullah iraniani hanno gettato il mondo nel caos, hanno fatto, attraverso i loro giannizzeri, attentati orrendi. Il regime iraniano è una piovra, come la mafia, che ha mezzo Medio Oriente attaccato ai suoi tentacoli, Libano, Iraq, Yemen, Siria, Gaza, Russia e Turchia e, con il sangue delle loro vittime, tengono il mondo sull’orlo dell’abisso. Però nessuno intima all’Iran di fermarsi, lo dicono sfrontatamente all’unica democrazia che esiste in questa zona del mondo. E l’Italia? L’Italia, attraverso ministri che ignorano la storia, continua a ripetere pappagallescamente: due popoli due stati! Ma che bravi! Potrei dire ancora di più e di peggio ma spero che la nostra Presidente del Consiglio non dia ascolto a chi le gira intorno e faccia tesoro di quello che ha imparato nei suoi tanti viaggi di lavoro. Due popoli, due stati? E fino all’8 di ottobre cosa avevamo da quelle parti? Un popolo di uno stato democratico, Israele. E ben due stati palestinesi: Gaza al cui governo c’era Hamas e le nostre terre di Giudea e Samaria, chiamate Cisgiordania, con il governo di Abu Mazen. Allora? È colpa di Israele se questi due stati non sono stati capaci di evolversi, nonostante i miliardi che il mondo ha messo a loro disposizione, e di autogovernarsi perché troppo dediti al terrorismo? Mi dispiace, hanno perso mille occasioni, hanno detto troppi no, hanno sparso troppo sangue. Ne paghino il prezzo.

Deborah Fait
Deborah Fait


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