Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein".
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)
Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine.
Intervista ad Arafat o vetrina delle menzogne di Arafat?
Testata: La Repubblica Data: 22 luglio 2003 Pagina: 7 Autore: Daniele Mastrogiacomo Titolo: «Sharon ignora la road map-ora l' Europa ci deve aiutare»
Su una intera pagina, Repubblica dà spazio ad una intervista ad Arafat che, dobbiamo premetterlo, non è stata condotta dal cronista in una posizione di totale sottomissione dinanzi al Verbo del "mitico leader". E tuttavia questa intervista contiene solamente dei tentativi abbastanza modesti di contestazione, mai portati fino in fondo con dati e prove circostanziate, ed accetta senza ulteriori obiezioni qualunque cosa Arafat affermi. La riprova di questa impressione ci viene direttamente dal titolo, anche se questo non ricade sotto la responsabilità di Mastrogiacomo bensì della direzione del quotidiano: nel titolo, con una manipolazione scandalosa, si dà per vera l' accusa di Arafat che sarebbe Israele a violare gli obblighi imposti dalla Road Map, e si ignorano completamente le timide osservazioni negative del cronista. Trattandosi di una intervista in cui le risposte di Arafat sono virgolettate, non possiamo controbattere ad ognuna di queste né analizzarne i contenuti come se ci trovassimo dinanzi ad una cronaca faziosa. Tuttavia, riteniamo necessario sottolinearne alcuni passaggi. Nella prima risposta, Arafat indica come violazione degli accordi la prosecuzione della costruzione del muro di difesa attorno alle località della Cisgiordania da cui sono partiti per due anni e mezzo tutti i terroristi suicidi. Ma la Road Map non se ne occupa, e dunque questo tema, che attiene direttamente alla sicurezza dei cittadini israeliani e costituisce una misura di difesa passiva, è usato pretestuosamente. Nella seconda risposta, Arafat dice testualmente : "Nessun popolo può accettare l'idea che il 58 % del suo territorio sia sotto controllo di un altro Stato. Ma del restante 42 %, una buona fetta è occupata dai coloni. A noi non resta che il 22%. Un'inezia". A chiunque - ma non a Mastrogiacomo - sarebbero balenate immediatamente due domande: 1) perché a Camp David Arafat rifiutò il pacchetto che avrebbe rovesciato queste percentuali e dato subito ai palestinesi il controllo e la sovranità sulla quasi totalità del territorio? 2) Cosa significa che il 58% del territorio del popolo palestinese si trova sotto il controllo di un altro Stato? Quel 58% non corrisponde per puro caso al territorio che comunemente è noto come Stato d' Israele? Proseguendo, Arafat afferma che "Le tappe di applicazione della Road Map erano stabilite nel dettaglio" :non è vero, ed è anzi proprio questo che differenzia la Road Map dal progetto (fallito) di Clinton. Nel contesto di questo ragionamento, Arafat afferma che "L'accordo prevedeva il ritiro dei soldati israeliani da Gerusalemme". Da Gerusalemme? Mastrogiacomo tace. Ma questa affermazione avrebbe meritato un urlo di contestazione, una richiesta di precisazioni non meno pressante di quante ne avrebbe richieste la affermazione precedentemente menzionata. Arafat prosegue affermando di aver avviato una operazione di sequestro "di tutte le armi illegali". Il problema è che esse non vengono sequestrate di fatto, con il conseguente disarmo delle fazioni terroriste, ma semplicemente censite e rese legali. Che l'Autorità Palestinese non sia in grado e non abbia intenzione di disarmare i terroristi è stato detto a chiare lettere in varie circostanze da chi avrebbe il dovere (vedasi quanto stabilisce tassativamente la Road Map come premessa a tutti i passi successivi) di farlo, Abu Mazen e Dahlan. Anche l'istigazione all'odio, che la Road Map impone di estirpare, è costantemente coltivata da Arafat e dall'Autorità Palestinese, come dimostrano le cronache circostanziate che Informazione Corretta riporta periodicamente. E nessun decreto di Arafat è credibile, se sul campo l'istigazione all'odio è firmata dall'Autorità Palestinese stessa ed usa la radio, la televisione, i quotidiani, le scuole da essa gestite e controllate. Alla fine, Arafat nuovamente torna sul problema del rilascio dei detenuti palestinesi da parte di Israele, e fa capire che solamente se saranno rilasciati tutti lui sarà soddisfatto; esattamente come sarà soddisfatto (non lo dice, e Mastrogiacomo non glie lo ha chiesto) solo se potranno tornare in Palestina-Israele (quel famoso 58% di cui parlava Arafat) tutti i milioni di profughi e figli e nipoti di profughi che vivono in giro per il mondo. Presidente Berlusconi, La preghiamo di portare con sé un appunto contenente le varie osservazioni, informazioni, contestazioni che può trovare nelle nostre cronache della disinformazione quotidiana, e di fare quanto Mastrogiacomo non ha fatto: di chiederne conto ad Arafat. Invitiamo i lettori di informazionecorretta.com ad inviare la propria opinione alla redazione de La Repubblica. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compiata e spedita.