Cernobbio:L’Ucraina deve sopravvivere Cronaca di Fabrizio Goria
Testata: La Stampa Data: 07 aprile 2024 Pagina: 12 Autore: Fabrizio Goria Titolo: «È presto per parlare di ricostruzione l’Ucraina deve prima sopravvivere»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 07/04/2024, con il titolo "È presto per parlare di ricostruzione l’Ucraina deve prima sopravvivere", la cronaca di Fabrizio Goria.
Fabrizio Goria
Abbiamo bisogno di concretezza, ovvero munizioni e missili. Noi facciamo e faremo il possibile, ma vincere contro la Russia significa proteggere anche l’Europa». Serhiy Marchenko ha il volto stanco, ma gli occhi mostrano una marcata tenacia. Il ministro delle Finanze ucraino è al Teha Forum di Cernobbio per far presente al gotha finanziario italiano che l’Ucraina continuerà a combattere, ma ha bisogno di più supporto militare: «Non c’è tempo da perdere». Le parole di Marchenko arrivano nei giorni in cui ci sono stati gli ennesimi attacchi a Zaporizhzhia e dopo che Kiev ha rivendicato la distruzione di un oleodotto in Russia. La guerra continua, il ministro lo sa. Quale è la situazione oggi? «Siamo esausti. E non è per mancanza di uomini, ma per la mancanza delle munizioni. È questa la causa per cui abbiamo perso parte del nostroterritorio negli ultimi mesi. Ma, ancora una volta, siamo riusciti a proteggere il nostro Paese, nonostante tutto. Abbiamo già stanziato mezzo miliardo di euro. E ci aspettiamo di stanziare di più per le fortificazioni di cemento sulla linea del fronte». I russi attaccano. «La Russia utilizza droni, missili da crociera e missili balistici per distruggere le nostre centrali termiche. E hanno ottenuto alcuni successi, distruggendo l’80% della nostra capacità. Stiamo cercando di ripensare ai nostri incentivi per le riparazioni e im- plementare gli sforzi di decentralizzazione dell’elettricità, in modo da rendere meno gravi i disagi derivanti dagli attacchi russi». Cosa vi aspettate? «Un sostegno, perché siamo molto dipendenti da esso. La mancanza di sostegno crea un certo peso sulle decisioni di bilancio. Per esempio, quest’anno abbiamo già anticipato 4mi liardi di euro addizionali per l’acquisto dei proiettili e delle munizioni necessarie per continuare a combattere». Più o meno cosa serve? «A marzo abbiamo ricevuto 9 miliardi di dollari. Ma questo mese non ci aspettiamo lo stesso importo. Quindi dobbiamo prendere alcune misure. Per quest’anno man- cano risorse per circa 8 mi- liardi di dollari, perché ci aspettavamo il sostegno de- gli Stati Uniti, che ci sta creando diversi problemi». Avete dati sulle possibili ne- cessità di ricostruzione? «Sì, ci affidiamo, ancora una volta, al rapporto della Ban- ca Mondiale. Il nostro fabbi- sogno è stimato a 480 miliar- di di dollari. Ora però ci stia- mo concentrando sulla so- pravvivenza quotidiana, sui bisogni attuali e sulle esigen- ze di bilancio per coprire le nostre spese socio-umanita- rie. La ricostruzione è nella nostra agenda ma, ancora una volta, a causa della man- canza di risorse per i bisogni primari, preferiamo rimanda- re il discorso». Cosa chiedete ai Paesi occi- dentali? Possono fare di più? «Ho avuto una discussione con il Commissario Paolo Gentiloni. E ho elogiato gli sforzi per utilizzare i proven- ti della dismissione dei beni russi sequestrati, che hanno raccolto 3 miliardi per l’acqui- sto di attrezzature militari ne- cessarie all’Ucraina. Ma il so- stegno deve essere aumenta- to, è necessario». Si parla di spese per la Difesa in aumento per l’Ue. Cosa ne pensa? «Ho detto oggi in questo Fo- rum che è inutile creare 27 eserciti in Europa. Dovreste essere saggi a non spendere questi soldi, dovete capire co- sa è necessario». Cosa lo è? «Fornire all’Ucraina muni- zioni, per aiutarci a combat- tere sul campo. Siamo capa- ci di farlo, ma stiamo perden- do tempo. Si doveva prende- re quella decisione diretta- mente nel 2022. Sappiamo già cosa serve e cerchiamo di rilanciare tutte le indu- strie militari ucraine. Ad esempio, quest’anno preve- diamo di produrre 1 milione di droni. Non penso che l’Eu- ropa possa produrrne una quantità così grande». Difficile pensarlo. «I droni sono armi assoluta- mente fondamentali in que- sto momento. Naturalmente, i carri armati e altri veicoli co- razzati sono utili, ma in que- sta fase lo sono ancora di più i dronie le altre nuove tecnolo- gie, come ad esempio le armi daguerra elettromagnetica». Perché dice “in questa fa- se”? «In questa fase né l’Ucraina né la Russia utilizzeranno armi tradizionali. E la guerra muta drasticamenteognimese,ogni sei mesi. Ecco perché capiamo meglio come proteggerci e co- meprevenirel’aggressionerus- sa,maabbiamobisognodelso- stegno dell’Europa, degli Stati UnitiedegliStatiNato». Fra le armi non convenziona- li c’è anche la guerra ciberne- tica e quella informativa. Un tema cruciale in vista delle elezioni europee prima e sta- tunitensi poi. Che idea si è fatto? «Combattiamo costantemen- te con la Russia anche su que- sto particolare campo di bat- taglia. E, sfortunatamente, la Russia non solo è capace, ma la sua capacità è superio- re alla nostra. Distribuiscono alcune informazioni per miti- gare gli sforzi dell’Ucraina, per dimostrare come l’Ucrai- na sia squallida e triste. Non è vero. Ed è molto pericoloso che ci siano discussioni così fallaci come “Proviamo a in- vitare nuovamente al tavolo delle trattative”, oppure “Proviamo a revocare le san- zioni”. È pericoloso perché non è la realtà». Quali sono le priorità per l’U- craina in questo momento? «La numero uno è ricevere i missili,iproiettili,lemunizioni e le protezioni che servono. La numerodueècercarediproteg- gere i nostri cieli. Quindi au- mentare la capacità di utilizza- reisistemiPatriotperprotegge- re le nostre città più grandi. La terzaèaiutarciconinostribiso- gniprimari,perchéibenidipri- ma sopravvivenza ci servono subito». Quale messaggio vorrebbe mandare all’Europa? «È impossibile che la Russia prevalga, perché l’Ucraina è una nazione di 40 milioni di abitanti con la propria Storia, la propria cultura e la propria tradizione.Combatteremo fino alla fine perché comprendiamo il valore della democrazia e non abbiamo altra scelta se non quella di proteggerci. Ma proteggere noi stessi significa anche proteggere l’Europa». Qual è il rischio? «Non vogliamo che questa malattia (l’aggressione della Russia, ndr) si diffonda in tutta l’Europa. Il mio messaggio è semplice: noi continuia- mo a combattere, ma voi aiutateci con cosa è necessario adesso».
Per inviare alla Stampa la propria opinione, cliccare sulla e-mail sottostante