Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein".
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)
Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine.
Terrorismo e "azioni deplorevoli" su entrambi volteggia l'angelo Arafat
Testata: Corriere della Sera Data: 20 luglio 2003 Pagina: 9 Autore: Francesco Battistini Titolo: «Faida tra palestinesi, rapito il governatore di Jenin»
Da questo pezzo sarebbe bene capire come, tra i palestinesi, non c'é nessun desiderio di pace. E' necessario comprendere come non esista nessun tipo di democrazia e come l'anarchia regni sovrana. Nei territori esplode la violenza palestinese e l'Anp é solo una maschera. Sotto scopriamo il sangue, il terrorismo, i kamikaze. Arafat é il "comandante" di un Governo che é un vero e proprio plotone di assassini oggi convertiti alla pace e seduti su una poltrona; falso. E' sempre più facile inviare altri a farsi ammazzare e a uccidere i civili israeliani.
Sullo stesso argomento del pezzo di Battistini i lettori vedano su IC di oggi il servizio "Rapito e picchiato il governatore di Jenin".
DAL NOSTRO INVIATO GERUSALEMME - Comanda ancora lui. Yasser Arafat dimostra al mondo, agli israeliani e ai palestinesi che, se la road map non è un'autostrada tutta diritta (parole del premio Nobel Shimon Peres), al volante lui ci resterà per un bel po'. Tanto per parlare coi fatti: ieri il governatore dell'Autorità palestinese a Jenin è stato rapito dagli uomini-bomba delle Brigate Al Aqsa, malmenato e infine rilasciato, cinque ore dopo, solo grazie a una telefonata del raìs. Oggi pomeriggio Ariel Sharon vedrà Abu Mazen, il debole premier che ha trattato la tregua con gli israeliani e che il vecchio Yasser sta boicottando in ogni modo, poi lo stesso Abu Mazen andrà a raccogliere la benedizione diplomatica di Mubarak in Egitto, di re Abdallah in Giordania e di George Bush alla Casa Bianca, ma è ormai chiaro che nulla si fa senza la Grande Kefiah della Palestina: gli americani non ne chiedono più il bando, l'Europa che conta ne ha sancito per ora l'intangibilità e anche Sharon, che continua a invocarne l'isolamento, ammette che l'espulsione sarebbe impraticabile, alla fine s'accontenterebbe di vederlo «presidente onorario», senza reali poteri su finanze e servizi di sicurezza palestinesi. Comanda ancora lui, dunque. E più di tutto spiegano le parole di Zajariya Zubeidi, il leader di Al Aqsa a Jenin, che ieri s'è deciso a liberare l'ultimo ostaggio con una frase lapidaria: «Per me, un ordine di Arafat non si discute».
Questo terzo, serio tentativo di far saltare la hudna firmata il 29 giugno è anche il più misterioso. Perché, se il rapimento del tassista israeliano della settimana scorsa somigliava all'azione di criminali comuni, se l'accoltellatore di Tel Aviv è sembrato un cane sciolto di Al Aqsa, quel che è accaduto a Jenin pare un avvertimento a chi tratta con Sharon, a chi oggi presenterà al premier israeliano la lista dei prigionieri da liberare: non era mai accaduto che gli integralisti della jihad scegliessero come obiettivo un dirigente dell'Anp. Per essere precisi non riusciamo a capire come il rapimento del tassista israeliano sarebbe potuto somigliare ad un azione di criminali comuni; inoltre sarebbe bene non dire solo "integralisti della Jihad", ma gli integralisti e i terroristi della Jihad.
La vittima, Haider Irsheid, 50 anni, da sei mesi governatore solo di nome d'una delle città che né l'Autorità palestinese né l'esercito israeliano controllano davvero, è stata presa a pugni e calci sul viso e sul collo. Secondo molti testimoni, è stato sequestrato ieri mattina vicino alla piazza centrale di Jenin: un gruppo di brigatisti di Al Aqsa ha bloccato il suo pulmino, l'ha trascinato fuori e l'ha portato via con un'auto. Un'altra versione, della seconda rete tv israeliana, parla invece d'un blitz in casa la notte di venerdì, con tanto di sparatoria. La notizia del sequestro s'è sparsa all'ora di pranzo. E da Ramallah, dagli uffici di Arafat, sono partite subito le prime telefonate a Zubeidi e ai suoi: «Rapire è un'azione deplorevole - s'è affrettato a dichiarare il portavoce dell'Anp, Nabil Amr -. Il caso sarà risolto. Questo genere di azioni non è permesso. Tutti devono sottomettersi alla legge». In realtà, gli uomini di Al Aqsa avrebbero trattato alcune condizioni: lo rilasciamo se voi lo rimuovete dall'incarico, lo rilasciamo se voi non vi dimenticate dei nostri amici in carcere...
Per i terroristi palestinesi ( non brigatisti come li chiama il giornalista )e per l'ANP, "rapire é un azione deplorevole". Nessuno si é espresso nello stesso modo quando é stato rapito il tassista israeliano né, tra le fila palestinesi, nessuno ha mai detto che gli attentati kamikaze sono deplorevoli; i rapimenti tra gli stessi palestinesi si però...
«E' un regolamento di conti tutto palestinese, fra i colletti bianchi dell'Anp e la manovalanza dell'intifada», commenta in tv un analista israeliano. Irsheid è accusato d'aver tentato d'arrestare, forse d'uccidere un miliziano armato di Jenin, tale Ayman Saadi: un'intollerabile prova di forza, in un campo controllato solo dai capi delle Al Aqsa.
Terroristi terrroristi terroristi, non miliziani
Di Irsheid s'è però parlato, tempo fa, anche a proposito dei soldi che erano arrivati per ricostruire il centro della città, devastato coi bulldozer dopo otto giorni di furiosa battaglia nell'aprile 2002 (23 soldati israeliani morti, 52 palestinesi uccisi fra tanzim e civili): soldi, sembra, finiti nelle tasche di qualche dirigente dell'Anp.
In questo passaggio si parla della battaglia di Jenin senza ricordare che i palestinesi avevano montato una vera e propria messa in scena dove, con la complicità dei pacifisti, dell'Europa e in prima fila di Amnesty International, l'esercito israeliano, in un ampia azione antiterrorismo, era stato mostrato al mondo come il peggiore dell'universo; massacri di civili, fosse comuni. Tutto falso. 23 ISRAELIANI MORTI e 52 PALESTINESI UCCISI FRA TANZIM E CIVILI come scrive il giornalista. Solo che gli israeliani, come al solito, muoiono, mentre i palestinesi vengono uccisi. I palestinesi erano terroristi armati che avevano imbottito case e palazzi di tritolo e usavano i civili come scudi umani e non tanzim e basta.
In maggio, due ministri palestinesi in visita a Jenin erano dovuti fuggire di fronte alla folla inferocita. Giovedì, un'altra insolita protesta a Nablus. Ieri, le accuse di furto sono piovute sul governatore assieme ai pugni: «E' un ladro - accusano le Al Aqsa -, un collaboratore di Israele coinvolto in molti crimini contro il nostro popolo». Arafat, che dopo il rilascio ha convocato Irsheid a Ramallah, avrebbe accettato di rimuoverlo. Anche perché sono in arrivo 20 milioni di dollari degli Usa all'Autorità palestinese, uno dei prezzi della road map, e le ruberie stavolta sarebbero un autogol. Lo sforzo sembra quello di non lasciare argomenti al nemico, oggi, quando Abu Mazen chiederà il rilascio dei prigionieri, la distruzione del muro, lo smantellamento delle colonie e Sharon, dall'altra parte del tavolo, insisterà sul disarmo di Hamas, Jihad e Al Aqsa. I palestinesi non hanno battuto ciglio, quando i bulldozer israeliani sono andati a Beit Rima per distruggere le case dei due uomini che hanno rapito il tassista. E venerdì sera gli israeliani non hanno esitato ad arrestare un simbolo che due anni fa aveva commosso il Paese: il papà della bimba di dieci mesi, Shalevet Pas, che era stata ammazzata da un cecchino arabo di Hebron. Dicono che l'uomo preparasse una vendetta contro gli assassini di sua figlia. Una rabbia compresa dal cuore di molti, di sicuro. Ma non dalle ragioni della politica.
Il solito pezzo dove i terroristi non esistono e dove Arafat è l'eterno combattente che non perde mai; l'angelo della pace.
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