Toh, neanche Vittorio Emanuele Parsi sa che il governo di Israele è a Gerusalemme e non a Tel Aviv
Diario di guerra di Deborah Fait
Vittorio Emanuele Parsi, politologo, una delle presenze costanti nei talk show di approfondimento e nei quotidiani italiani. Pure lui disconosce Gerusalemme come capitale di Israele. Confermando un classico pregiudizio anti-israeliano
Non si può più accendere la TV. È troppo indecente sentire Vittorio Emanuele Parsi, politologo, e collaboratore del Foglio, parlare del “Governo di Tel Aviv”, e dichiarare che “Nessuno riesce a fermare Netanyahu”. Non si può sentire Monica Maggioni parlare con pietà di arabi e cristiani durante il ramadan e la Pasqua, intervistarli a Gerusalemme dove, poverini, sono soggetti ai controlli di Israele. Non una parola sugli ostaggi, il 7 Ottobre è già stato dimenticato, le famiglie dei rapiti ormai sei mesi fa non sono degne nemmeno di essere ascoltate, capite, sostenute da una parola di comprensione. Solamente critiche a Netanyahu, dimenticando che è a capo di un governo di coalizione, e tanta pietà per i palestinesi, come se non fossero gli stessi che sghignazzavano e sputavano sopra i nostri ostaggi feriti portati dentro Gaza. Beh, io non dimentico e provo tanto schifo per questo modo iniquo e indecente di informare la gente, provocando solo odio. Parsi ha persino osato criticare un ministro israeliano per aver definito antisemita l’ONU. Tutto sta dilagando, gli atenei sono covi di teppaglia antisemita.
Dopo la bella intervista di Aaron Fait, professore di biochimica all’università Ben Gurion, in cui auspicava le dimissioni del rettore dell’università di Torino https://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=6&sez=120&id=93786,
ecco una bellissima lettera allo stesso rettore di Torino di un altro accademico italo-israeliano Yuval Bar Yossef:
“ Egregio Rettore,
Come scienziato italo-israeliano nel settore dei laser e dell’ottica quantistica, desidero con la presente esprimere il mio più sincero disprezzo e disgusto per la decisione presa dal vostro Senato Accademico di esprimere la sua solidarietà ad Hamas proclamando, con gesto isolato e non imitato neppure dall’ateneo della “rossa” Bologna, il divieto al vostro personale docente di partecipare al bando di collaborazione scientifica con Israele. Comprendo che, o per affinità ideologica o perché intimidito dalla teppaglia dei collettivi, invece di chiamare i Carabinieri perché sgomberassero il Rettorato Lei abbia voluto dichiararsi, come un certo personaggio del primo capitolo dei Promessi Sposi, “disposto sempre all’obbedienza”, ma così facendo si è posto idealmente in comunanza con tutti i suoi predecessori che, in altra epoca, sottoscrissero senza farsi domande l’espulsione dei professori ebrei dall’università italiana. Se fossi in Lei, considererei seriamente l’ipotesi di dimettermi dall’incarico, dopo aver esposto la Sua comunità accademica al ludibrio internazionale. Per quanto ci riguarda, l’ambiente scientifico israeliano produce innovazioni di rilevanza mondiale e riceve ogni anno miliardi di dollari di investimenti da Stati Uniti ed altri paesi avanzati (compresi, con Sua buona pace, alcuni stati arabi del Golfo). Posti di fronte all’atroce ipotesi di non poter collaborare con l’Università di Torino, ce ne faremo una ragione.
Distinti saluti
Dr. Yuval Bar Yossef
Quando scrivo che l’odio sta dilagando non esagero. In Inghilterra due infermiere con la spilla “free Palestine” sulla divisa hanno buttato fuori dal suo letto di ospedale un bambino ebreo di 9 anni che si trovava là per una trasfusione di sangue e lo hanno lasciato per terra, terrorizzato. Quando si arriva a questo significa che davvero abbiamo raggiunto il limite della decenza umana. La famiglia ha denunciato l’ospedale. Negli Stati Uniti ormai la società è in mano a movimenti di sinistra razzisti e antisemiti come Black Lives Matter e Me Too, che odiano i bianchi e gli ebrei. Un delegato israeliano in Usa, durante un incontro al Dipartimento di Stato, si è sentito dire da una partecipante all’incontro che i soldati israeliani stuprano le donne palestinesi. Lui, un generale dell’esercito, è caduto dalle nuvole e ha timidamente risposto che, se fosse vero, i media andrebbero a nozze con una notizia del genere e che non si è mai verificato nella triste storia delle guerre di Israele un solo caso di stupro da parte dell’esercito israeliano. Insomma stiamo andando di male in peggio, l’unico notizia positiva di questi giorni è la denuncia da parte della Comunità ebraica di Roma di Alessandro Orsini e Chef Rubio per odio razziale, diffamazione e propaganda antisemita. Due personaggi capaci di dire le più atroci infamità contro il popolo ebraico saranno finalmente fermati dalla legge. Certo, di fronte alla tragedia della guerra che stiamo vivendo in Israele, questo è niente ma è pur sempre qualcosa. Una piccola, piccolissima soddisfazione.
Deborah Fait