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Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 25/03/2024, a pag.7 con il titolo "Pasqua di sangue " la cronaca di Nello Del Gatto
È iniziata la Pasqua di guerra in Terra Santa. Ieri, all'inizio della Settimana Santa per i cristiani, i riti della Domenica delle Palme si sono mischiati con le feste ebraiche di Purim, che guarda verso la pasqua ebraica, oltre che ai riti di Ramadan. Tutti hanno celebrato in base alle loro tradizioni e credenze mentre la guerra infuria a Gaza senza sosta. Nella parrocchia cattolica di Gaza, si è celebrata la Domenica delle Palme, con un misto di disperazione e speranza. «Abbiamo fatto la processione con le palme, pregando per la pace, la fede è l'unica cosa che abbiamo – racconta suor Nabila Saleh – preghiamo perché si arrivi a un accordo che ponga fine a questa guerra e che permetta agli ostaggi israeliani di tornare dai loro cari». Sono circa 600 i cristiani rimasti senza casa, senza nulla, che vivono oramai da quasi sei mesi dentro la parrocchia cattolica della Sacra Famiglia di Gaza. «Praticamente tutta Gaza è stata distrutta – aggiunge suor Nabila – e non sappiamo se e quando sarà ricostruita. Sicuramente ci vorranno anni. Ma cerchiamo di farci forza guardando i sorrisi dei bambini e aggrappandoci alla fede e alla preghiera». Dalla Striscia sui social sono rimbalzate le immagini dei soldati che, leggendo il libro biblico di Ester, festeggiano Purim, che ricorda uno scampato pericolo del popolo ebraico. Durante Purim gli ebrei si travestono con i costumi più svariati, in ricordo del ribaltamento della sorte degli ebrei che rischiavano di essere sterminati. Nei video, si vede un soldato che legge il testo sacro, mentre un altro indossa un naso da clown. Poi tornano a combattere. Poco distante, a sera le famiglie di gazawi musulmani si sono radunati intorno al focolare cercando di mettere insieme quel poco di cibo arrivato, per la cena rituale di fine digiuno, l'iftar. Domenica di celebrazioni anche a Gerusalemme. Il Patriarca dei latini, il cardinale Pierbattista Pizzaballa, ha presieduto la messa delle Palme al Santo Sepolcro mentre nel pomeriggio si è tenuta la tradizionale processione che da Betfage è arrivata alla chiesa di Sant'Anna, nella Città Vecchia. Migliaia quelli che, accompagnati da canti, hanno partecipato brandendo le palme, come racconta il Vangelo era successo a Gesù. Non tutti i cattolici dell'area erano presenti. Le autorità israeliane infatti hanno negato i permessi a migliaia di cristiani della Cisgiordania che quindi non sono potuti arrivare a Gerusalemme. Nella Striscia di Gaza la situazione si fa sempre più drammatica e il problema principale resta quello di far arrivare gli aiuti, soprattutto nella parte nord. Il capo dell'Unrwa, Philippe Lazzarini, ha denunciato che Israele ha informato l'Onu che non approverà più i convogli alimentari dell'agenzia per i rifugiati palestinesi a Gaza. Dal Cairo, il segretario generale delle Nazioni Unite, Guterres, continua a chiedere che Israele permetta l'ingresso di maggiori aiuti. L'esercito respinge le accuse e mostra le immagini dei camion di aiuti che attendono il via libera dell'Onu per essere ispezionati da Israele e altri 142 già controllati che devono essere distribuiti dalle Nazioni Unite. Tutto questo mentre resta molto incerta la questione dell'accordo su tregua e ostaggi. Una fonte di Hamas, al quotidiano saudita Al-Araby al-Jadeed, ha detto che a Doha si sarebbe arrivati a un punto morto perché Israele ha portato sul tavolo nuove condizioni che il gruppo ha già respinto. Israele avrebbe presentato una richiesta affinché Hamas rilasci i corpi di due soldati trattenuti a Gaza dal 2014. Fonti del paese ebraico, invece, rilevano che questi avrebbe accettato la proposta americana circa la ratio del numero di ostaggi israeliani liberati da Hamas con quello dei prigionieri palestinesi reclusi in Israele che dovrebbero essere rilasciati. Non si conosce ancora la reazione di Hamas in merito che, comunque, dicono fonti israeliane, è ferma sulle sue posizioni e vuole legare il rilascio degli ostaggi all'impegno della fine della guerra. Almeno 480 degli ottocento arrestati all'ospedale Al shifa, sono membri di Hamas e del Jihad islamico, secondo fonti dell'esercito. Militari che hanno iniziato una operazione in un altro nosocomio, l'Al Amal di Khan Yunis che, secondo informazioni di intelligence, è usato da miliziani di Hamas per attività terroristiche. La Mezzaluna Crescente denuncia che la struttura è sotto violento attacco delle forze israeliane. Raid dell'esercito registrati anche al campo profughi di Nuseirat e a Deir el Balah. Per inviare la propria opinione alla Stampa, telefonare 011/ 65681, oppure cliccare sulla e-mail sottostante lettere@lastampa.it |
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