Basta imbrogli. Non esiste carestia a Gaza
Diario di guerra di Deborah Fait
Aiuti alimentari per Gaza. Il cibo entra nella città via terra e via mare, non c'è alcuna strategia della fame. Però Hamas sequestra il cibo e spara su chi prova a prenderlo. Tanto poi la colpa viene data sempre a Israele
Ogni giorno siamo letteralmente bombardati da notizie che alla fine non sono nient’altro che bufale date in pasto ai cittadini ignari e in buona fede. Non dobbiamo meravigliarci dell’odio che avvolge il popolo ebraico e Israele come in una buia capsula di cattiveria e di menzogne. Ogni giorno sentiamo Guterres, o Borrell, lo leggiamo sui media o lo sentiamo nei telegiornali che a Gaza la situazione umanitaria è al limite del sopportabile e che tot bambini sono già morti di fame. Però i palestinesi, che fotografano tutto per impietosire il mondo, che prendono addirittura immagini false prodotte dall’intelligenza artificiale e foto di bambini siriani da far passare per palestinesi, non ne hanno fatte dei loro bambini morti di fame. La verità è che a Gaza non esiste carestia, esiste solo una situazione di cinismo e prepotenza di Hamas al quale non gliene frega niente del proprio popolo anzi lo usa per aumentare l’odio che già tutto il mondo occidentale prova per Israele. L’associazione Setteottobre ha pubblicato un documento dove spiega per filo e per segno cosa arriva a Gaza.
Prima del 7 ottobre 70 camion di viveri al giorno. Dal 1 marzo 2024 i Tir da Israele sono aumentati a 126 al giorno. Da ottobre 2023 sono entrati a Gaza 17.400 camion di aiuti con oltre 218.000 tonnellate di cibo. Israele non pone restrizioni, anzi invita i paesi donatori a mandare quanti viveri vogliono. Tutti gli aiuti entrano a Gaza, via terra, via mare e via aria. Purtroppo Hamas cerca di requisire, anche sparando sulla gente e ammazzandola (tanto la colpa poi viene data a Israele) gli aiuti e l’ONU lo sa ma tace. Come ha sempre fatto durante tutti i 17 anni di potere a Gaza Hamas rivende il cibo a prezzi altissimi e questo l’ho fatto notare molte volte ma è come scrivere sull’acqua. Nessuno se lo ricorda. L’ONU ha dovuto ammettere che i viveri arrivano grazie alla cooperazione di Israele che è tanto veloce nel mandare aiuti che le Nazioni Unite non riescono a star dietro all’entrata dei camion che si accumulano davanti al valico. Israele fa tutto il possibile perché le popolazioni sia al nord che al sud ricevano gli aiuti ma spesso si trova davanti a gruppi di terroristi che sparano sia sui soldati che sulla gente. Come è successo per la “strage del pane” per cui era stata data la colpa a Israele salvo capire, dopo un linciaggio verbale contro tutti gli ebrei, che la strage era stata fatta da Hamas, dalla gente che si calpestava e dagli autisti arabi dei camion che non esitavano a investire a morte chi capitava sotto le ruote.
In questi giorni stiamo festeggiando la festa di Purim che ricorda eventi risalenti a secoli fa quando la regina Esther salvò il popolo ebraico dall’essere massacrato. Purim ricorda questa salvezza e il ritorno del popolo dall’esilio di Babilonia in Israele. Come spesso accade, soprattutto nel caso degli ebrei, la storia, col suo bagaglio di morti e persecuzioni, si ripete.
Quest’anno passeremo questa festa con lo spirito dei ragazzi del Nova Festival, massacrati, con tutti i nostri ostaggi anche se ancora prigionieri dei mostri di Hamas e ricordando i nomi di ciascun soldato tra le centinaia che hanno dato la vita per difenderci.
Deborah Fait