Hamas e Jihad: eliminazioni mirate anche al loro interno le due organizzazioni terroristiche si fanno fuori fra di loro per delimitarsi i territori, per collaborazionismo con Israele e per molto altro ancora
Testata: Libero Data: 18 luglio 2003 Pagina: 13 Autore: Dimitri Buffa Titolo: «Hamas e Jihad si uccidono tra loro»
Riportiamo l'articolo di Dimitri Buffa pubblicato su Libero venerdì 18 luglio 2003. Omicidi mirati. Con questa formula si intendono le uccisioni preventive che usa l'esercito israeliano per disfarsi di aspiranti kamikaze e, soprattutto di chi li manda e li organizza. Quello che invece pochi sanno, anche perchè i media europei si guardano bene dal riportarlo, è che questi omicidi esistono anche tra membri di diverse formazioni terroristiche palestinesi, che, lungi dall'essere unite nella comune lotta, spesso sono divise fra loro, e anche al loro interno, in faide sanguinose. Che comportano eliminazioni mirate. Non con missili sparati da elicotteri, ma con macchine fatte saltare in aria o con colpi di pistola alla nuca. Lo stile è quello della Chicago anni '30, con militanti della jihad e i hamas gli uni contro gli altri, al posto degli uomini di Al Capone, Dillinger o Bugsy Siegel. Lottano per il predominio sul territorio, per l'imposizione del pizzo ai commercianti cristiani e musulmani (questi ultimi si consolano chiamandolo "zakat", cioè quella carità che è uno degli obblighi imposti dal Corano), insomma per motivi di concorrenza terroristica. Come e peggio delle bande mafiose. Un solo dato: quest'anno di omicidi di questo tipo ne sarebbero avvenuti oltre duecento, che si aggiungono a coloro che invece vengono tolti di mezzo (altri 700 circa) con l'accusa di essere stati collaborazionisti di Israele. I nomi degli uccisi in queste faide difficilmente assurgono a notorietà internazionale, tranne quando il commando che li uccide non la fa veramente grossa. E' stato il caso dell'esecuzione in piazza a Tulkarem lo scorso ferragosto 2002 di una povera madre di sette figli, Ikhlas Khouli, 35 anni. Pare che il marito fosse un boss che aveva fatto uno sgarro a qualcuno, però l'omicidio è stato giustificato con una mai avvenuta collaborazione di questa donna con gli israeliani. Pochi giorni dopo veniva giustiziato nella piazza principale di Tulkarem con tre colpi alla testa uno studente di 18 anni, Rajad Ibrahim, mentre a ottobre un singolo colpo di pistola mandava nel paradiso di Allah su un marciapiede di Nablus Haifa Sultan, di 39 anni. Queste notizie vengono monitorate dal Centro israeliano per i diritti civili, Shurat Ha Din, che ha anche segnalato un ennesimo caso avvenuto lo scorso 7 luglio a Ramallah : un uomo, Qaad Abu Shalbayah, arrestato con l'accusa di collaborare con le forze armate israeliane, è stato ucciso da sicari a volto scoperto mentre la polizia faceva finta di portarlo all'aula del processo. In tutto ciò la fazione di Arafat spesso funge da mediatrice a favore dell'uno o dell'altro. Con il rais che ormai è diventato una sorta di don Vito Corelone dei memorabili film di Coppola. Invitiamo i lettori di informazionecorretta.com ad inviare la propria opinione alla redazione di Libero. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.