E se i media fossero in parte responsabili della guerra a Gaza? Giornalisti o terroristi?
Testata: israele.net Data: 19 marzo 2024 Pagina: 1 Autore: Redazione di Times of Israel Titolo: «E se i media fossero in parte responsabili della guerra a Gaza?»
Riprendiamo dal sito www.israele.net - diretto da Marco Paganoni - un articolo tradotto dal Times of Israel del 16/03/2024, dal titolo "E se i media fossero in parte responsabili della guerra a Gaza?"
Può darsi che Hamas non avrebbe scatenato questa guerra né perpetrato il massacro del 7 ottobre se non avesse saputo di poter contare sul sostegno del grosso dei media occidentali.
Se non avesse saputo, cioè, che i media del mondo avrebbero dedicato una copertura massiccia e a tempo pieno alla guerra e che i loro resoconti sarebbero stati sistematicamente sbilanciati a favore di Hamas. E se non avesse avuto la certezza che moltissimo giornalisti locali, teoricamente imparziali, che alimentano il flusso di notizie sui media occidentali – per non parlare dei mezzi di informazione arabi – sono chiaramente prevenuti contro Israele e a favore (o succubi) di Hamas.
Leggendo un recente articolo sulla CNN scritto da un corrispondente arabo, si poteva notare che Hamas non è più l’organizzazione terroristica che ammazza bambini davanti ai genitori e che violenta le donne e mutila i loro corpi per poi gioirne e vantarsene. Hamas non è più il gruppo terrorista che tiene tuttora in ostaggio più di cento innocenti, prolungando in questo modo la guerra. Hamas non è più l’organizzazione sponsorizzata dall’Iran, che assassina i gay ed è alleata di talebani, Hezbollah e Houti. Quelli di Hamas non sono più i terroristi che dicono agli israeliani “ripeteremo il 7 ottobre finché lo stato ebraico non sarà distrutto” e “ciò che vi faremo farà sembrare uno scherzo quello che vi ha fatto Hitler”.
Per tanti media come la CNN, le dichiarazioni (in inglese) dei portavoce di Hamas vanno trattate allo stesso livello di autorevolezza e rispettabilità di quelle del presidente americano Biden, e sono considerate più credibili di quelle dei portavoce israeliani. Ciò che Hamas dice (in arabo) alla sua gente, e a Israele, non viene riportato, così come non vengono riportate le sue vere azioni. I giornalisti accodati a Hamas la fanno sembrare un’organizzazione quasi moderata che si batte per una presunta “liberazione”.
Durante tutte le guerre scatenate da Hamas a Gaza, i media del mondo hanno dedicato una copertura massiccia alla (tragica) morte di civili e bambini. Ma la morte di decine di migliaia di civili e bambini in Siria, Iraq, Yemen, Sudan non ha mai ricevuto nemmeno una frazione di tale copertura.
Hamas ha capito da tempo che, in qualunque guerra scatenata contro Israele, avrebbe dovuto solo aspettare che l’opinione mondiale cambiasse, e con essa l’atteggiamento dei governi, mentre i giornalisti coprivano massicciamente la morte di civili e bambini per mano “degli ebrei” (tacendo le misure senza eguali che le Forze di Difesa israeliane adottano per contenere i danni ai non combattenti). Il fatto che Hamas sia il vero responsabile della tragica sorte di civili e bambini perché si nasconde dietro a loro, perché manda a combattere minorenni in abiti civili, perché ne uccide essa stessa con i suoi razzi fuori bersaglio e con la sua repressione, tutto questo viene spensieratamente trascurato dalla maggior parte dei media, anche occidentali.
Giornalisti e mass-media dovrebbero farsi un serio esame di coscienza. La copertura faziosa e parziale delle controffensive anti-terrorismo israeliane è in parte responsabile della guerra in corso e del suo protrarsi.
Se Hamas non avesse saputo fin dall’inizio di poter contare sulla simpatia dei media, anche occidentali, forse non avrebbe scatenato questa guerra.
(Da: Times of Israel, israele.net, 11-16.3.24)
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